Montecalvo – La statua lignea settecentesca della Madonna, a grandezza naturale, in pioppo dipinto ad olio e tempera, di autore ignoto, è stata rinvenuta il 16 marzo del 2001, in pessime condizioni e murata in un sottoscala, durante i lavori di costruzione del museo pompiliano nel Palazzo Pirrotti. In quel palazzo aveva vissuto Domenico Pirrotti, natio di Montecalvo, santificato nel 1934 col nome di San Pompilio. Queste le recenti testimonianze sulla venerata icona che da tempo affascina studiosi e non solo per la sua mistica caratteristica. Portata a Roma per l’opera di restauro, la statua ha rivelato il suo grande mistero: nella pupilla dell’occhio di vetro della Madonna è visibile l’immagine tridimensionale di un teschio che, secondo gli esperti, non può essere ricondotto ad alcun tipo di intervento umano. La popolazione di Montecalvo ha subito gridato al miracolo. Le ricerche effettuate negli archivi parrocchiali, per scoprire l’origine della statua, hanno rivelato che la scultura è quella appartenuta alla famiglia di San Pompilio, il Santo di Montecalvo che, secondo le cronache dell’epoca, aveva una particolare familiarità con i teschi: con i resti dei defunti esposti in una chiesa del luogo, il Santo sembra dialogasse e recitasse il rosario. Si racconta che da bambino, il futuro San Pompilio avrebbe raccomandato alla madre di custodire il simulacro e di tenerlo in grande considerazione, perché sarebbe stato venerato, un giorno, con culto pubblico. Sono passati meno di trecento anni e la statua della Mamma Buona dell’Abbondanza, esposta nella Cappella Carafa di Montecalvo è mèta di culto e di pellegrinaggio durante ogni periodo dell’anno. Svelato, solo in parte il mistero custodito dalla pupilla della Madonna, molti riconducono il prodigio ad un monito divino contro lo scempio umano e l’imminente fine del mondo.
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