Udienza predibattimentale, una norma giovane che stenta a decollare

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AVELLINO- Una norma “giovane” che stenta a decollare. E’ la prima istantanea che emerge dal confronto promosso dalla Camera Penale di Avellino sull’udienza predibattimentale, una norma introdotta nel sistema di procedura penale dalla riforma “Cartabia”, sulla quale verte il ciclo di incontri organizzati dalla Camera Penale. A discuterne, alla presenza di molti giovani penalisti, moderati dall’avvocato Alfonso Laudonia, il presidente della Corte di Assise di Avellino Gian Piero Scarlato e l’avvocato del foro di Salerno Giovanni Sofia. Troppo presto per un vero bilancio sull’ efficacia di “filtro” della nuova udienza introdotta dalla Cartabia. Poche anche ad Avellino le pronunce di non luogo a procedere, quelle che avrebbero dovuto caratterizzare lo smistamento che sta alla base della norma. Pochi i giudici, perché un’udienza filtro impone successivamente ai magistrati di astenersi dalla partecipazione alla fase successiva in mancanza del non luogo a procedere, ovvero in dibattimento. Lungo il ragionamento dell’ avvocato Sofia sulla Cartabia in generale, a cui abbiamo chiesto un “bilancio” , per quanto sia già possibile tracciare uno.
Che cosa e’ l’udienza predibattimentale? Come spiega Altalex si tratta di una “udienza in camera di consiglio, celebrata da un giudice diverso da quello deputato all’eventuale e successiva celebrazione del dibattimento.Duplice è stata la finalità che ha portato il Legislatore a siffatta previsione: da un lato, la sperata funzione deflattiva, ratio ispiratrice dell’intera riforma, nella misura in cui consente, in presenza di presupposti di legge, al giudice dell’udienza predibattimentale di pronunciare sentenza di non doversi procedere, dall’altro lato, lo scopo sistematorio, potendo, in tale sede, l’organo giudicante verificare la corretta instaurazione del contraddittorio e la sussistenza di eventuali condizioni patologiche”.
L’AVVOCATO SOFIA: BASTA LEGGI SULLA GIUSTIZIA A COSTO ZERO
“Sì, molte norme, sicuramente, sono state accolte favorevolmente, soprattutto per l’idea di una riforma a costo zero”. E’ la premessa dell’avvocato Giovanni Sofia quando gli chiediamo della riforma Cartabia: “Tuttavia, persiste la necessità di un maggior numero di magistrati e personale qualificato. Un dubbio rilevante riguarda l’introduzione di parecchi istituti innovativi che, però, trovano scarsa applicazione a causa di esigenze non adeguatamente sviluppate né supportate dal ministero. Questo rappresenta il primo punto critico.Alcune novità, come l’udienza predibattimentale, per esempio, prevedono che un certo numero di magistrati diventino incompatibili nella successiva fase dibattimentale. Questo accade perché il magistrato che partecipa alla fase predibattimentale, in ossequio al principio di imparzialità, non può poi partecipare alla fase dibattimentale vera e propria. Una conseguenza diretta è l’aumento dei costi e delle spese, oltre a una maggiore difficoltà nella gestione del personale. Infatti, il magistrato che viene sottratto alla cognizione di un caso non potrà più seguire il dibattimento, creando così una carenza di risorse.Ecco, sono queste piccole sfumature che, sicuramente, rendono la riforma meno efficace di quanto si sperasse. La riforma Cartabia ha tenuto conto del PNRR, garantendo in parte la possibilità di usufruire dei fondi europei. Tuttavia, mentre alcune misure sono state implementate, altre hanno avuto un impatto limitato. In particolare, si è scelto di intervenire su reati di scarsa rilevanza e con basso allarme sociale, ma ciò non ha influenzato positivamente i processi più complessi e gravosi per la giustizia italiana”. Qual e’ dunque un primo bilancio di questa “riforma”: “Il bilancio, dunque, è sotto alcuni aspetti negativo. Si avverte che le riforme, in Italia, tendono ad essere realizzate a costo zero, ma ciò comporta inevitabili ripercussioni. Alla fine, a pagarne il prezzo siamo noi cittadini. Il sistema, infatti, spesso risulta inefficiente e chi ne subisce le conseguenze si sente, in un certo senso, maltrattato”. Infine, sollecitato sul fatto che c’è chi apprezza la riforma, ha chiarito ulteriormente: ” Qualcuno, forse, l’ha trovata più adeguata, magari in contesti come la Cartabia, dove certi interventi possono essere risultati utili”