FOTO/ Taurano ricorda Nunziante, Maffettone: “Un promemoria contro la paura”

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TAURANO- Da oggi sara’ un mosaico con il volto ed il nome di Nunziante Scibelli a ricordare a tutti la storia di una delle vittime innocenti di camorra nella faida che per anni ha insanguinato il Vallo di Lauro. A svelare la targa apposta davanti all’edificio di Via Umberto Nobile e’ stato il nipotino di Nunziante, Gerardo, e un’alunna della scuola di Taurano. C’è mamma Maria e i fratelli e c’è Francesca Cava, che quella sera del 31 ottobre 1991 era in auto con Nunziante e si stava recando alla vicina Clinica Parco degli Ulivi di Moschiano. Il primo ad intervenire e’ il diretttore dell’Usr Ettore Acerra, che ha ricordato come “Noi abbiamo vissuto come cittadini del Vallo questa tragedia ed un periodo buio, so bene che non dobbiamo mai abbassare la guardia, puntando proprio sui ragazzi”. Non nasconde la sua emozione Maria Siniscalchi, la dirigente dell’istituto Comprensivo che ha esaltato il ruolo della scuola nella lotta alle mafie. Tanto orgoglio anche da parte della Proloco, che insieme al Comune di Taurano hanno voluto fortemente questa giornata. Giovanni Ferraro, che per la Proloco ha curato negli ultimi anni tutte le manifestazioni per la promozione della legalità e della memoria di Nunziante, citando Gesualdo Bufalino e l’esercito di insegnanti per sconfiggere le mafie.
Emozione che non e’ mancata quando a ricordare Nunziante e’ intervenuto il sindaco di Taurano Salvatore Maffettone.
Per il sindaco, intestare la scuola alla memoria di Nunziante Scibelli e’ un promemoria contro la paura ed è una segnale che la comunità non si arrendera’ alla camorra: “Non è facile, vorrei che poteste sentire tutti voi quello che sento adesso. Nunzio era uno di noi, abbiamo vissuto sempre insieme. Veramente era un ragazzo speciale. La presenza delle istituzioni qui oggi e’ un momento di grande onore. INun gesto che va oltre le mura di questa scuola. Siano qui per una figura che ha segnato profondamente questo territorio. Oggi non possiamo e non dobbiamo dimenticare quelli che hanno perso.la.vita. Un promemoria del costi umani della criminalita’ e della necessità di opporci con forza ad essa..intitolato questa scuola.ad una vittima della camorra significa che non ci arrenderemo mai alla paura e alla criminalità ma continueremo a lottare per un futuro migliore”. La benedizione e la marcia che ha visto in prima fila i piccoli studenti dell’istituto Comprensivo con striscioni, ha poi raggiunto il convento di San Giovanni del Palco. Presenti tutte le autorità. A partire dal prefetto di Avellino Paola Spena, il Procuratore della Repubblica Domenico Airoma, il questore di Avellino Pasquale Picone, il tenente colonnello dei Carabinieri Santagata, il comandante del Nucleo Pef della Guardia di Finanza Alessio Iannone, i sindaci di Lauro, Rossano Sergio Boglione e di Marzano di Nola, Franco Addeo.

Il CUGINO DI NUNZIANTE: MAGLIFICIO, APPELLO A PIANTEDOSI

Un appello per il futuro del Maglificio direttamente al Ministro Piantedosi, quello lanciato da Carmine Amato, cugino di Nunziante e consigliere comunale nella vicina Pago: “Del Maglificio è rimasto solo il titolo e la targhetta, in effetti il maglificio è stato dismesso e le autorità che doveva fare qualcosa non si è attivata per farlo. Io lancio un appello al Ministro Piantedosi che è sensibile a questi argomenti, affinché possa dare un segnale, perché la comunità ha bisogno di segnali, come quello di stamattina. Valido e positivo per i giovani, perché la gente vuole vedere qualcosa e noi dobbiamo lasciarlo questo segnale. Il maglificio era veramente un punto sul territorio per dimostrare che là dove c’era la camorra si può fare un lavoro per la gente, si può fare qualcosa di utile per il territorio”. L’epilogo di questa vicenda: “Da un senso di sconforto, ma soprattutto di sconfitta, perché lo Stato non può essere sconfitto. È vero che ci sono stati gli arresti, tutte queste cose, ma bisogna far ripartire da ciò che era stato preso e bisogna che la gente possa apprezzare quello che sta lo Stato. Passare di lì e vedere che ci sono oramai le erbe, le ragnatele, in uno stato di abbandono, veramente provoca un senso di depressione”.