Solofra – “Il gruppo ‘Unione e Libertà per Solofra’ ha inteso sollevare la questione dei lavoratori precari al Comune non come fatto strumentale ma come problema politico importante, alla cui soluzione debbono tutti concorrere”. Lo ha dichiarato il consigliere Antonello D’Urso, il quale ha aggiunto: “Solofra è una realtà produttiva ed industriale tra le più significative della regione Campania, con le sue circa 450 attività produttive ed i suoi 3500 addetti. In tale contesto il comune, per numero di addetti in forza, viene subito dopo l’Ospedale Landolfi (con circa 350 addetti) ed una importante conceria che occupa circa 200 addetti. Se per una qualsiasi azienda privata il numero dei lavoratori precari e’ proporzionato e regolamentato correttamente rispetto al numero dei lavoratori stabilmente in forza, non si comprende il perchè al Comune di Solofra sono circa 80 gli addetti a tempo indeterminato e circa 50 i precari, tra convenzionati storici, l.s.u. ed altre tipologie di dipendenti”. Un problema politico prioritario, dunque, che – secondo D’Urso – andrebbe affrontato con maggiore serietà da tutto il Consiglio Comunale, “al fine di trovare delle soluzioni che vadano verso le giuste aspettative di stabilizzazione che i lavoratori attendono ormai da troppo tempo”. Il consigliere sottolinea inoltre i tempi lunghissimi in cui alcuni di questi lavoratori vivono il precariato. Tempi che approdano anche ai 20 anni in taluni casi, con l’ulteriore tegola di: “Arrivare ad una pensione inadeguata e poco dignitosa oltre al fatto di non poter usufruire dei più elementari diritti del lavoro”.
Infine D’Urso sposta l’accento sulle partnership con le società di gestione dei servizi. “Il Comune – avverte – partecipa come socio nella Irno Service, nel Codiso, nella Global Service Solofra e nella Solofra Service, tutte società nate per la gestione dei servizi, a dimostrazione che le soluzioni possono essere trovate”. In questo senso ribadisce l’impegno di ‘Unione e Libertà’ che, conclude: “Sarà sempre disponibile al confronto ed alla partecipazione per risolvere tale problematica, ormai non più rinviabile”.
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