Provincia – La novità? L’asse Alberta De Simone – Giuseppe De Mita

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Un dibattito politico aperto ed equilibrato. Uno scambio di idee che ha catalizzato l’interesse generale dei membri di Palazzo Caracciolo. Ad aprire la discussione non poteva che essere la presidente, Alberta De Simone, che attraverso un’analisi precisa e dettagliata ha sciolto i nodi di una matassa che, partendo dal Governo, investe inevitabilmente anche gli Enti Locali, nello specifico la Provincia di Avellino. Finanziaria e Legge Elettorale: questi gli argomenti imprescindibili di una presidente che ha toccato tutte le questioni, risolte e non, e che ha saputo abilmente mediare tra i partiti di cui è portavoce. Dal Governo centrale a Palazzo Caracciolo: “Il centrosinistra ha ritrovato la sua unità. La dialettica ha fatto in modo che si potessero superare gli squilibri che hanno caratterizzato il mese di agosto attraverso una linea unanime di carattere programmatico e metodologico. La coesione è oggi il termine più adatto ad identificare questo Ente. A dimostrarlo sono i risultati raggiunti: abbiamo ampiamente rispettato gli obiettivi esposti nelle linee programmatiche stilate all’inizio del nostro mandato ed entro la fine dell’anno sapremo realizzare i progetti ancora in itinere”. Dunque, l’equilibrio è il segreto di un’amministrazione che viaggia oramai a vele spiegate. Poi, gli interventi di Petoia, Iannaccone, Cammino, Cusano, Mazza: ognuno a difesa delle motivazioni o meno di sostegno all’attività amministrativa. Ma l’intervento deciso ed incisivo della Presidente è stato, almeno nei contenuti, ripreso (secondo noi) punto per punto dal responsabile Enti Locali, Giuseppe De Mita che, “con curiosità ma senza troppa sorpresa” sottolinea la consonanza tra le parole della presidente ed il suo pensiero personale, fino a quel momento taciuto: “Il senso di responsabilità che ci lega è lo strumento attraverso cui siamo stati in grado di far convergere posizioni a volte contrastanti. Partire dalle situazioni generali vuol dire sapersi addentrare in maniera più efficace in quelle specifiche”. Dunque, un ‘modus agendi’ che fa della “cornice” il suo fattore imprescindibile: “La cornice è il riferimento obbligatorio attraverso cui si giunge alla ricostruzione e si elimina il rischio rottura. Le coalizioni sono nate in seguito all’avanzare di uno stato di necessità iniziale. L’evento che ha condotto a questo non è stato la caduta del muro di Berlino o Tangentopoli. Ma più semplicemente l’avvento di Berlusconi. Una presenza che ha rappresentato un elemento condizionante. Un elemento di alterazione del rapporto esistente tra i partiti, i cittadini e la politica”. Poi un accenno alla coalizione: “La nostra è sempre stata una posizione cauta. Abbiamo individuato regole di comportamento che potessero valere per tutti i membri della coalizione. E la nostra capacità di governare è la conseguenza di un indispensabile equilibrio politico. C’è una cornice in cui costruire ordinamenti e dissensi. In soli 7 giorni siamo stati protagonisti di vicende che faranno la storia: in primis la Legge Elettorale, una legge che proporzionalizza i limiti del maggioritario e sclerotizza il rapporto già alterato introdotto dal sistema maggioritario. Insomma, una legge che alza ulteriormente gli steccati tra gli schieramenti. In secondo luogo le Primarie. Non enfatizzo il loro significato ma neanche intendo sottovalutarlo perché crea un’organizzazione diversa dei rapporti tra partiti”. Dunque, la sala consiliare di Palazzo Caracciolo è stata il luogo in cui la politica ha assunto una forma di dialogo con pochi attori e molti “distratti”. Il luogo ideale del Parlamentino ancora non c’è: troppe discussioni accademiche e pochi interventi di spessore:l’asse De Simone – De Mita (per usare il linguaggio dello stesso Giuseppe De Mita), in cui confrontarsi sulle vere istanze che non potrebbero essere affrontate altrove, almeno per ora è una speranza per rilanciare contenuti ed azioni. Alla fine, la maggioranza conferma la fiducia all’attività amministrativa condotta dalla De Simone ed in particolare sul programma l’auspicio sul Piano territoriale di coordinamento provinciale: questa è la prossima sfida della Provincia di Avellino.
(di Manuela Di Pietro)

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