Patto per Avellino, Bellizzi: nulla da salvare, niente patti con chi ha umiliato la città

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AVELLINO- “Siamo alle battute finali di uno spettacolo indegno: una farsa durata un anno e che ha assunto, dapprima, fattezze tragicomiche fino a giungere, oggi, ad un disperato ed ultimo tentativo di “salvare il salvabile”. Il punto è che, con buona pace della sindaca Nargi, di questo ultimo anno, da salvare, non c’è letteralmente nulla”. Il consigliere comunale di “Per Avellino” Antonio Bellizzi, boccia qualsiasi ipotesi di accordo con il sindaco Laura Nargi. Per questo motivo rappresenta come: “non mi si chieda di formulare patti o alleanze con chi, negli ultimi 5 anni, è stato complice e poi artefice del degrado morale di questa città ormai martoriata ed umiliata. Non mi si chieda di giustificare o correre in soccorso di chi ha quanto mai svilito l’immagine di Avellino. Questa amministrazione ha più che dimostrato di non essere credibile e, ancor di più, di non essere capace di rispondere alle più basilari esigenze della nostra cittadinanza”. Il tempo per Bellizzi e’ scaduto: “È stato concesso fin troppo tempo ad alleanze con “terzi” e sotterfugi di bassa lega, impedendo qualsiasi tentativo di operatività. Sono state sprecate occasioni importanti per dare una svolta ad una politica stagnante: la perdita di finanziamenti destinati alla riqualificazione e la costruzione di strutture per implementare le attività cittadine e il cedere a ricatti e mezzucci da quattro soldi non sono che l’ennesima onta che grava su questa (non) amministrazione. Sarebbe un temerario esercizio di retorica, tentare di trovare giustificazioni ad un governo che non riesce a raggiungere un accordo nemmeno tra le proprie fila, impedendo, deliberatamente, di lavorare ad un progetto serio e condiviso per porsi al servizio del bene comune ed anteponendo ad esso, personalismi spiccioli e vergognosi compromessi”. Per cui, conclude il consigliere del gruppo “Per Avellino”: “È arrivato il momento di stendere ufficialmente un velo pietoso su questa parentesi “festiana-nargiana” per destinarla all’unico posto che le spetta: il dimenticatoio”.