BAIANO – Partiti questa mattina gli accertamenti al Ris di Roma sui reperti rinvenuti nel corso del sopralluogo e delle perquisizioni eseguite dai Carabinieri dopo il delitto di Felice Lippiello, avvenuto il 6 febbraio scorso a Baiano.
Si tratta in particolare di un cappellino rinvenuto nel cortile dell’abitazione di Via De Santis, oltre ad altri reperti che riguardano i due principali indagati, Salvatore e Francesco Crisci.
Ai militari del reparto specializzato dell’Arma anche la comparazione su eventuali tracce ematiche su indumenti dei due indagati, che saranno confrontate con quelle della vittima.
Esami disposti dalla Procura della Repubblica di Avellino che continueranno il prossimo sedici aprile con gli esami antropometrici di riscontro ai video raccolti dai Carabinieri.
Il Riesame di Napoli qualche giorno fa, accogliendo le richieste dei difensori Antonio Falconieri e Francesco Pecchia, aveva riqualificato i fatti in omicidio preterintenzionale, confermando però la misura carceraria.
Anche alle luce dei gravi indizi raccolti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino e della Compagnia di Baiano che il 19 febbraio avevano portato il pm che conduce le indagini, il sostituto Vincenzo Toscano, a firmare un decreto di fermo di indiziato di delitto di omicidio volontario (che resta ancora la contestazione provvisoria), poi trasformato in misura cautelare da parte del Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio.
La difesa di Francesco Crisci, avvocato Antonio Falconieri, aveva anche evidenziato come dai frame che riprendevano parte del volto di uno dei soggetti che nel cortile condominiale discuteva con Lippiello, non si evidenziasse un tatuaggio che il diciannovenne ha sul volto.
In particolare i frames delle telecamere di sorveglianza attive nella zona, che pur non restituendo una traccia della targa della Panda sulla quale i due presunti assassini di Lippiello erano giunti in via De Santis, per molte caratteristiche era simile a quella in uso ai Crisci. A cui si erano aggiunti sia vecchi messaggi tra Salvatore Crisci e la vittima e l’incrocio con le celle telefoniche.