AVELLINO- “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. A distanza di anni (la frase era stata pronunciata nel febbraio 1991 ad un congresso della Dc) la risposta di Giulio Andreotti a quanto pare all’allora leader Dc Ciriaco De Mita torna di stretta attualità pensando alle vicende politico amministrative della città. Ovviamente nulla a che vedere con contesto e personaggi dell’ epoca. Anche se le logiche del potere, più o meno sono sempre le stesse nelle loro piccole, medie o grandi dimensioni. Dopo un anno, anzi dopo che dal settembre del 2024 l’ ex sindaco di Avellino Gianluca Festa si è ripreso la scena, per l’ amministrazione comunale la vita è stata piuttosto difficile. Molte dinamiche e tante gaffes collezionate dai cosiddetti “festiani” sono ancora incomprensibili logicamente, anche se sullo sfondo la vera e unica chiave di lettura è la fedeltà assoluta al loro leader politico. Oggi una nuova seduta del consiglio comunale, una sorta di entree’, volendola leggere come un pranzo che si annuncia già indigesto, di quello che avverrà nella seduta convocata per il Consuntivo tra circa una settimana. Sarà presentata la giunta ter, anzi la parziale giunta ter scelta dalla sindaca Nargi. Quella che è stata ribattezzata da alcuni oppositori a trazione “montefortese” ( la stessa trazione delle primarie PD, il cui esito è noto a tutti e la stessa amministrazione per cui non c’è stata una sola parola nè prima, nè durante gli accertamenti della Commissione di Accesso nè dopo da parte dello stesso partito, come se nulla fosse accaduto). Aspettando di contare quanti saranno ancora i consiglieri “fedeli” ai due competitor di questa partita infinita, l’unico dato che rimane chiaro è che non ci saranno le dimissioni (almeno fino a ieri) della sindaca Nargi e quindi si andrà alla conta. Molto probabilmente, nonostante nel 1991 la sindaca di Avellino avesse poco più di sette anni, avrà fatto tesoro proprio della lezione del “divo Giulio”. Difficile capire come finirà. L’unica cosa chiara è che si navigherà comunque a vista, perché senza voti o con qualche assenza strategica che pure non è mai da escludere in certe vicende di politica e potere, si può “tirare a campare” ma resta un concetto molto lontano dal governare una città con le sue complessità. Una palude, un’agonia, uno stato di empasse. Comunque vogliate chiamarlo o definirlo, la città capoluogo è l’unica vittima dello scontro di potere a Piazza Del Popolo.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it