Per colpa di chi…il pregiudizio su Airoma

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AVELLINO- Joseph Conrad diceva che un uomo va giudicato in base ai suoi nemici, non in base agli amici. Se questo scrutinio valesse ad ogni occasione in cui il Procuratore Domenico Airoma concorre ad un ruolo direttivo, almeno da quando è al Governo il centrodestra o meglio è sottosegretario Alfredo Mantovano, non ci sarebbero assolutamente problemi. Invece accade il contrario. L’amicizia tra Airoma e Mantovano è diventata una sorta di “maledizione”, manco si trattasse dell’amicizia con un pericoloso facinoroso (per restare in un range di contegno anche nelle similitudini). Facciamo solo una premessa, questo è un pensiero che non si candida a rispondere in particolare a nessuno e che, se conosciamo il magistrato che da qualche anno guida la Procura di Avellino, sarà sgradito in primis allo stesso Airoma. Altra piccola nota. A noi avellinesi, parlo interpretando il sentimento spero della maggioranza dei cittadini che credono nella Giustizia, farebbe molto più piacere che il Procuratore restasse a presidio dell’Ufficio giudiziario di Piazza D’armi. Ma le carriere i progetti, le aspettative e le sfide di una persona non possono dipendere dalle tifoserie. Non ci concentreremo neppure sugli altri candidati, sicuramente degnissimi della corsa e sicuramente in ottimi rapporti umani con lo stesso Airoma. Però suona stonata e stantia la solita etichetta, già evidenziata nella corsa alla segreteria generale del Csm, di un Airoma di “destra” sponsorizzato da Mantovano. Una diminutio per lo stesso profilo del magistrato. Pensiamo solo all’ ultima procedura per cui è in corsa il Procuratore di Avellino, quella per la Procura di Napoli Nord. Ebbene, senza voler lanciare assist (figuriamoci se la V Commissione ha bisogno di suggerimenti o impressioni di provincia) ci sono ragioni per cui è arrivata la candidatura. In primis un legame che si potrebbe definire “affettivo”, visto che per sei anni in quella Procura lo stesso Airoma ha lavorato da Aggiunto. E in quella funzione per la prima volta nella storia giudiziaria della Campania, un rapporto di un istituto sanitario ha stabilito un nesso tra inquinamento e patologie tumorali. La cosiddetta “Terra dei Fuochi”, che molto severamente lo stesso Airoma ha definito “Terra dei Ciechi” per i silenzi e le complicità che hanno caratterizzato la fase in cui quelle terre sono state inquinate. Un profilo che non siamo in grado di giudicare se prevalente o meno, non compete a noi questo giudizio e non ci arrogheremmo mai questa presunzione di stabilire prevalenze. Ma certamente merita rispetto. Anche perché come le “colpe” dei padri non possono ricadere sui figli, quella (unica sarebbe essere sottosegretario) di un amico non può ricadere su un altro. Sarebbe una sorta di pregiudizio, anche ingiusto rispetto al percorso professionale e alla semplice condivisione di valori e idee da parte di due magistrati.