Elettorale – In giro per l’Irpinia in una campagna elettorale che lui stesso definisce “di contatto”. L’obiettivo è ascoltare attraverso il confronto. E avanzare ipotesi di soluzioni ai problemi.
Per Maurizio Petracca, candidato capolista per l’Udc al Consiglio Regionale della Campania per la circoscrizione di Avellino, le ultime due settimane prima del voto del 31 maggio prossimo vanno utilizzate proprio per completare questa campagna elettorale di prossimità.
Siamo a metà della campagna elettorale. Quale il primo bilancio?
«Il rischio più fondato è che la campagna elettorale si limiti ad essere l’arena dei veleni e delle meschinità. Per ora non ho sentito alcun riferimento a programmi, cose da fare, priorità. Solo accuse, toni urlati, offese. Io sto provando a rifuggire da questo approccio. Ho inteso sin dall’inizio sfruttare questo mese di campagna elettorale per ascoltare le persone e per avanzare qualche ipotesi di soluzione ai problemi. D’altronde mi riconosco questa capacità di ascolto. Porto agli elettori la mia disponibilità. Non sono un politico nel senso più tradizionale del termine, mi reputo un buon amministratore che affronta le cose con concretezza».
Avrà dovuto per forza di cose spiegare l’intesa con De Luca maturata a poche ore dalla presentazione delle liste. La gente comprende il senso di questa scelta?
«Devo dire che le persone sono poco interessate alle opzioni politiche. D’altronde siamo in un’epoca in cui non esistono più divergenze ideologizzate tra destra e sinistra. La gente vuole che chi è chiamato a rappresentarla conosca le questioni, le affronti con competenza e determinazione, ci metta passione ed abnegazione. L’accordo con De Luca, poi, è maturato a poche ore dalla presentazione delle liste, ma è anche il punto di arrivo di un percorso che ci ha portati a compiere una scelta di dignità e di orgoglio, essendo diventato impraticabile il campo politico di Caldoro. Non potevamo essere alleati di chi lavora ai fianchi con l’obiettivo di sopprimerci politicamente».
Quali le priorità che individua in caso di elezione in consiglio regionale?
«In primo luogo la sburocratizzazione. E’ di questo che oggi chi è impegnato nel mondo del lavoro chiede con forza. La pubblica amministrazione oggi è un ostacolo per chi fa impresa. Semplificare i procedimenti, favorire una digitalizzazione sempre più spinta, snellire iter e accorciare i tempi: è di questo che in Campania si sente davvero bisogno. E, ancora, l’organizzazione dei servizi. Non ci sono posizioni ideologiche da portare avanti. C’è l’esigenza di organizzare servizi efficienti: dai trasporti ai rifiuti. La prossima amministrazione regionale dovrà caratterizzarsi per questo, per un’attività normativa e di programmazione che consenta di raggiungere questi obiettivi».
Sono questi i punti su cui avete costruito l’intesa con De Luca?
«Con De Luca abbiamo definito alcune questioni che ci stanno a cuore e su cui ci siamo trovati d’accordo: la riorganizzazione dell’istituzione regionale, il trasferimento dei poteri agli enti locali, soprattutto in forma associata, la centralità del Ptr e del Ptcp, una ipotesi di soluzione per il dramma dei forestali. E poi abbiamo condiviso un metodo di lavoro. Che è basato sulla dialettica tra forze politiche che porti alla individuazione delle soluzioni più efficaci. Un metodo che con Caldoro è mancato».
In che senso?
«Non c’è stato un luogo politico di decisione in questi cinque anni. Ma tutto si è limitato al gabinetto del presidente. Come Udc rivendichiamo alcuni meriti, in particolare per l’Irpinia, risultati che abbiamo raggiunto con grande sforzo e grossa pervicacia. Non è stato facile e forse avremmo dovuto farli pesare di più perché si tratta delle uniche cose concrete fatte per la provincia di Avellino in questi anni. Mi riferisco a soluzioni individuate nel campo della sanità ospedaliera, dei rifiuti, della programmazione strategica, dell’infrastrutturazione. Non sono meriti della giunta Caldoro. Sono meriti dell’Udc, di Giuseppe De Mita che rappresentava l’Irpinia in giunta regionale, di una forza politica che ha lavorato in un clima di scetticismo generalizzato, con gli occhi puntati addosso da parte di chi aspettava l’insuccesso solo per poterci criticare».
Che risultato si aspetta dalle urne?
«Stiamo lavorando per un risultato importante. E ci sono le condizioni per poterlo raggiungere. Siamo un po’ tutti candidati, non solo io. Il nostro è un partito fondato sull’idea di comunità. Il risultato non è personale, ma corale. Ovunque stiamo andando troviamo riscontri positivi. Questo ci sprona a fare sempre di più e sempre meglio. Poi saranno le urne a dirci se abbiamo avuto ragione oppure no. Noi siamo molto fiduciosi».
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“Messaggio Elettorale – Mandatario Antonio Savino “
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