Irpinia e industria: combinazione che non sempre vince dinnanzi alla crisi che grava sulla nostra provincia. Un bilancio non positivo è quello tracciato complessivamente da Ruggiero Cutillo…
“Un anno difficile, reso ancora più ostico dalla disillusione di alcune aspettative e dalle pesanti ripercussioni ricadute sui lavoratori. In altri termini, mobilità, cassa integrazione e in molti casi licenziamento”.
In un quadro non rassicurante, si è segnalata la ripresa di qualche settore industriale?
“Ripresa? Un termine che non riguarda la nostra realtà industriale! Il ramo tessile, la concia solofrana, l’edilizia pubblica, tutti settori in costante decadimento. Uno spiraglio positivo sembra riguardare l’Fma di Pratola, mentre solo ombre avvolgono il destino della Denso. Insomma, l’unico distretto a non subire rilevanti penurie è quello metalmeccanico”.
Quali sono i dati più allarmanti da mettere in rilievo?
“In Irpinia quest’anno si è registrato un forte collasso lavorativo in ogni settore. Dagli uffici di collocamento giungono floridi dati di incremento occupazionale. A mio avviso credo sia poco credibile la graduatoria stilata in conclusione d’anno, vista la percentuale, sempre più in ascesa, che vede giovani irpini fuggire dal proprio territorio”.
Prospettive per il nuovo anno?
“Auspico a 2 soluzioni: invertire questa tendenza della negoziazione programmata volta alla rincorsa di fondi, costruire un progetto ad ampio respiro tale da individuare le maggiori priorità e risorse di questa provincia”.
Redazione Irpinia
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