AVELLINO- Ci sono delle date significative nella vicenda processuale, non ancora definita, ma approdata ieri dopo quasi un anno di processo alla sentenza di secondo grado, che per ora ha accertato come tra il 2014 ed il 2019 ad Avellino e in una larga fetta della provincia, fino alla zona altirpina, operasse un clan, che sapeva di antico (lo storico legame con la famiglia Genovese) ma era ormai una camorra “2.0”. Si tratta del Nuovo Clan Partenio. Allora partiamo dalla fine, il verdetto che alle 17:51 di una caldissima giornata, un martedì 17, ha letto in aula la presidente della III Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, la giudice Conte, nell’aula 313 affollata di parenti degli imputati, per la maggior parte collegati in videoconferenza, oltre ad alcuni presenti perché da tempo a piede libero.
MARTEDI’ 17 GIUGNO 2024
Due concordati (Ambrosone e Brogna) quattro conferme delle condanne di primo grado (quelle ai vertici del clan, nello specifico Pasquale e Nicola Galdieri, 25 e 21 anni di reclusione ed Ernesto Nigro, 17 anni) per quindici imputati arriva la riforma del verdetto di primo grado emesso nel luglio 2023. Due di loro si vedono scagionati dall’accusa più grave, la partecipazione al clan. Hanno riduzioni di pena significative. Per i giudici di Appello al vertice del Nuovo Clan Partenio non c’era una sorta di quadrumvirato ( composto da Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo e Carmine Valente). Valente non era un dirigente organizzatore del sodalizio. Per lui in termini di condanna significa sei anni in meno. Quindici anni la pena inflitta in secondo grado. I giudici del Tribunale collegiale di Avellino lo avevano condannato a 21 anni. I motivi saranno depositati tra 90 giorni. Per tutti gli altri imputati lievi sconti, pochi mesi. A distanza di un anno quasi dalle condanne per tre secoli inflitte dai giudici avellinesi, arriva la conferma per tutto l’ impianto accusatorio e anche per il verdetto dei giudici di Avellino: il “Nuovo Clan Partenio” esiste, a comporlo quindici dei ventuno imputati che avevano impugnato il verdetto di primo grado.
27 APRILE 2024- 3 AGOSTO 2024 LA SENTENZA ASTE OK
Duecentosettantaquattro pagine di motivazioni per descrivere la decisione di rimettere gli atti alla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli relativamente all’accusa più grave, quella di associazione a delinquere aggravata dall’art.416 bis, le tre condanne e le otto assoluzioni lette in aula dal presidente Roberto Melone il 27 aprile 2024. Una sentenza-ordinanza che e’ agli atti di questo processo e che nel settembre successivo le difese chiedono di acquisire, anche alla luce dell’inammissibilita’ in Cassazione del ricorso presentato dalla Procura Antimafia. Quale effetto ha avuto la sentenza ordinanza di remissione sui magistrati della III Sezione Penale della Corte di Appello sarà noto con il deposito delle motivazioni (90 giorni). Da una valutazione ictu oculi sarà comunque servita poco anche nella valutazione di alcune posizioni specifiche, come quella quella di Nicola Galdieri. Per cui nella sentenza ordinanza si scindeva il ruolo dal novembre 2018 dal Nuovo Clan Partenio a quello di promotore del cosiddetto “clan delle aste”. Quella sentenza ovviamente prendeva atto dell’esistenza del clan Partenio anche nella distinzione dei due tempi di genesi delle distinte organizzazioni. Per cui un’altra data da tenere in considerazione è quella del 27 aprile 2024 e della sentenza ordinanza che ha rimesso all’Antimafia gli atti del processo denominato “Aste Ok”.
24 FEBBRAIO 2024 IL PRIMO VERDETTO DEFINITIVO SUL CLAN
Ad accertare l’ esistenza del Nuovo Clan Partenio esiste gia’ una sentenza, quella dei giudici della II Sezione Penale della Corte di Cassazione, che avevano annullato solo per la rideterminazione della pena la condanna di alcuni imputati che avevano scelto di essere giudicati co. Il rito abbreviato. Avevano scritto nella sentenza i magistrati della Suprema Corte: “la ricostruzione delle sentenze di merito in ordine all’esistenza dell’associazione camorristica denominata “Nuovo
clan Partenio” ed al ruolo svolto dai ricorrenti in tale sodalizio non sono ammissibili. In particolare il fatto che ” ha dato adeguatamente conto degli elementi, acquisiti anche attraverso indagini svolte nell’ambito di diversi procedimenti” in particolare due dei tre procedimenti riuniti nella maxi inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, dai quali secondo i magistrati “è emersa la nascita del sodalizio di cui si tratta, in occasione della detenzione dei capi storici del clan Genovese (la cui esistenza è stata accertata in giudizio già del 2003), condannati all’ergastolo, allorché il pregiudicato Galdieri Pasquale aveva creato un nuovo gruppo criminale, reclutando vecchi esponenti dal predetto clan ed altri personaggi della malavita avellinese. In particolare le risultanze del proc. 21885/17 rgnr, interessanti più direttamente la posizione dei ricorrenti, hanno consentito di rilevare come il “Nuovo clan Partenio” abbia reinvestito nell’usura i proventi delle attività illecite”
7 GENNAIO 2024 : IL DEPOSITO DELLA SENTENZA SUL CLAN
Millequattrocentoquattordici pagine per motivare i tre secoli di carcere inflitti l’undici luglio precedente nei confronti di ventuno imputati (diciannove accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso) a vario titolo di far parte del cosiddetto “Nuovo Clan Partenio”. Un imponente lavoro di ricostruzione della lunga istruttoria quello condotto dai giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Avellino (presidente Gian Piero Scarlato, estensori Giulio Argenio e Lorenzo Corona) che, partendo dalla imputazione e dalla utilizzabilita’ degli atti hanno rassegnato un quadro in cui emergono due fatti fondamentali (tra le decine di intercettazioni e gli esami richiamati nella sentenza). Il Nuovo Clan Partenio esisteva ed aveva esteso la sua egemonia criminale anche ben oltre i confini del vecchio Clan Genovese e il capo indiscusso del sodalizio e’ Pasquale Galdieri, o milord, attualmente detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Sassari.
11 LUGLIO 2023 LA SENTENZA
Quella confermata ieri per i vertici e parzialmente riformata per alcune posizioni e’ la sentenza emessa dal Tribunale di Avellino l’11 luglio del 2023. Il processo nato dall’ operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo denominata “Partenio 2.0”, culminata dopo ben 5 anni di indagine (il primo filone era datato giugno 2014) nel blitz dell’ottobre del 2019. Il collegio presieduto dal giudice Gian Piero Scarlato e dai giudici Giulio Argenio e Lorenzo Corona per accertare l’esistenza dell’organizzazione criminale denominata “Nuovo Clan Partenio”. Un’istruttoria andata avanti per circa due anni e mezzo..Basti pensare che per giungere alla sentenza ci sono voluti mille giorni dal via al processo (1007 per la precisione), partito il 6 ottobre 2020 nell’aula bunker di Poggioreale e dopo sessantotto udienze, nell’ ultimo anno celebrate di nuovo nell’aula di Corte di Assise “Nunziante Scibelli” del Tribunale di Avellino si era giunti al verdetto. L’undici luglio 2023 , proprio nell’ aula Nunziante Scibelli e’ il presidente Scarlato (che tra l’altro era stato giudice anche al primo processo al Clan Partenio, quasi venti anni prima ai boss del clan Genovese)a leggere il dispositivo della sentenza. Venticinque anni al boss Pasquale Galdieri, ventuno a suo fratello Nicola e a Carmine Valente, detto Caramella, condanne a più di 24 anni per Carlo Dello Russo. Una vera e propria stangata al Nuovo Clan Partenio, con condanne per quasi tre secoli di carcere. La sentenza era arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio. In aula erano presenti sia il pm antimafia Simona Rossi che i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino che si sono occupati delle indagini. Aerre