“Il Comune di Avellino non è immune dalla criminalità. Non costituirsi parte civile contro il clan Partenio è un brutto segnale”. Iandolo all’attacco

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Alfredo Picariello – Giusto un anno fa la maggioranza dei cittadini di Avellino e, dunque, di riflesso, anche il consiglio comunale, in un certo senso si ribellò, o provò a farlo, all’ondata di atti criminosi e criminali che magistratura e forze dell’ordine stroncarono con una serie di brillanti operazioni che portarono alla luce le attività camorristiche di quello che è stato ribattezzato “nuovo clan Partenio”. 23 gli arresti. Oggi l’udienza di apertura dell’istruttoria dibattimentale del processo è stata rinviata al prossimo 20 novembre.

Ma ciò che sta facendo discutere maggiormente, adesso, è la decisione dei Comuni di Avellino e Mercogliano di non costituirsi parte civile nel processo, nonostante la manifestata capacità intimidatoria del nuovo clan Partenio su numerose attività. La decisione del Comune di Avellino è stata contestata apertamente da Francesco Iandolo, consigliere comunale del capoluogo irpino di “Avellino Prende Parte”. Stamane Iandolo si è dimesso dal gruppo di lavoro per studiare e predisporre una proposta di “Patto di Integrità”e/o una proposta del codice etico nato nel novembre dello scorso anno.

“La cosa più incredibile – afferma – è come se, tutto quello che è successo e continua a succedere in questa città, non riguardi non solo l’amministrazione, ma i cittadini. Questo è il brutto segnale che si dà con la decisione di non costituirsi parte civile nel processo. E’ un atto molto grave, è come se tutto quello che hanno scoperto gli inquirenti, non fosse mai accaduto. Eppure i clan camorristici in questa città in tutti questi anni hanno spadroneggiato, a prescindere da politica e istituzioni”.

“Ho rassegnato le dimissioni – aggiunge Iandolo – da un gruppo di studio che era già una soluzione “annacquata” rispetto a quelle che erano state le scelte del consiglio comunale monotematico di un anno fa. Il gruppo di lavoro, del resto, nonostante i moltissimi solleciti si è riunito solo una volta nel dicembre 2019 senza mai avviare davvero i lavori né tantomeno producendo qualcosa di utile per l’attività consiliare e per la città. Una soluzione “annacquata” perché è una soluzione che volontariamente è stata fatta naufragare nel momento in cui si è deciso di non istituire una commissione e quindi con un funzionamento ben specifico, ma è stata lasciata all’iniziativa dei consiglieri componenti, alcuni dei quali, soprattutto in maggioranza, non hanno mai mostrato la reale intenzione di partecipare attivamente bloccandone di fatto le attività”.

Il consigliere comunale di “Avellino Prende Parte”, contestualmente alle dimissioni, ha presentato al presidente del consiglio comunale un ordine del giorno per l’istituzione di una commissione antimafia. “Esiste in tutti Comuni. Serve a supportare l’amministrazione in materia di prevenzione e di contrasto. Lo dobbiamo soprattutto alle vittime, alle vittime innocenti, alle vittime di un sistema criminale che tutti conoscevano perché le voci giravano, sistema portato alla luce grazie alla magistratura e alle forze dell’ordine”.

Ieri il sindaco Gianluca Festa ha chiuso il caso sulla costituzione di parte civile, dicendo: “La nostra risposta è quella che diamo tutti i giorni. Quest’amministrazione, in quanto a legalità e trasparenza, non è seconda a nessuna”.

“La trasparenza è un principio giusto da difendere”, dice Iandolo. “Ma la lotta alla criminalità organizzata è un principio da difendere in maniera parallela. Non si puà scegliere l’uno oppure l’altro. Chi fa questa confusione, fa soltanto che il gioco delle organizzazioni criminali perché si può essere trasparenti e fare tutto secondo le regole, ma poi nella trasparenza a volte si nascondono anche cose che non sempre sono pulite. Questa amministrazione nega persino i diritti ai consiglieri. Avevo chiesto più di un anno fa la sede per il nostro gruppo consiliare, abbiamo dovuto far intervenire il Prefetto affinché uno dei nostri diritti sanciti dallo statuto venisse riconosciuto”.

“Nessuno dice – incalza il consigliere comunale di opposizione – che questa amministrazione non sia trasparente, ma questo non significa che però le scelte che fa sono sempre condivisibili o scevre da infiltrazioni. Non dimentichiamo che non più di una settimana fa, un Comune a cinque chilometri da Avellino (Pratola Serra, ndr), è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Con le mafie globalizzate mi volete venire a dire che questo Comune è come se fosse in una bolla e quindi immune da tutto, e tiene lontano chi invece di fare affari leciti, vuol fare soltanto affari privatistisci e personali? Purtroppo ci sono ancora oggi delle questioni aperte che hanno bisogno di avere un pugno fermo per provare a risolverle. Quella della piscina è stata sicuramente una questione molto delicata che speriamo possa vedere la luce. Noi non ne facciamo solo una questione di apparenza ma anche di opportunità. Possono esserci oggi ancora degli sponsor privati di questa amministrazione che continuano a fare affari, magari in maniera lecita? Siamo chiamati, come consiglieri comunali, a fare l’interesse pubblico collettivo, l’interesse pubblico e collettivo va difeso anche in situazioni come queste”.