I Lupi di Teora: una storia di tifo, identità e passione che resiste al tempo

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Nel cuore pulsante dell’Alta Irpinia, a poco più di 600 metri d’altitudine, sorge Teora, un piccolo centro di circa 1.500 abitanti. Un paese che custodisce un’anima grande e una passione ancora più grande: quella per l’US Avellino.

È una storia che nasce sul finire degli anni ’70, quando i “Lupi d’Irpinia” conquistano la Serie A e iniziano a scrivere una delle pagine più belle del calcio di provincia. In quell’epoca, raggiungere lo stadio Partenio non era certo un’impresa agevole per chi, come i teoresi, partiva dall’entroterra più profondo. La “Ofantina bis” era ancora un miraggio, e per arrivare ad Avellino bisognava affrontare i tornanti dell’antica via Appia, attraversando paesi e superando il famigerato “Malepasso”, teatro di leggende e brigantaggi.

Eppure, nemmeno le difficoltà logistiche riuscivano a fermare la fede biancoverde che cominciava a fiorire anche a Teora. Un amore autentico, viscerale, che l’US Avellino seppe ricambiare già nel 1979, organizzando un’amichevole nel piccolo centro irpino per celebrare la permanenza in Serie A.

Nel 1985, nel periodo del post-terremoto e con l’Avellino stabilmente in massima serie, nacque ufficialmente l’Avellino Club Teora. L’inaugurazione fu una vera e propria festa, con ospiti d’eccezione come il dirigente Carlo Spina, i calciatori Agostinelli e Colomba, il mister Ivic e persino il sindaco di Avellino all’epoca Enzo Venezia. Da allora, la presenza del club teorese allo stadio Partenio diventò una costante, con lo storico striscione “Avellino Club Teora” che campeggiava fiero in tribuna Terminio. Un’immagine simbolica, entrata nella storia anche grazie a una celebre fotografia che ritrae Diego Armando Maradona con lo striscione sullo sfondo.

Con la fine dell’epopea in Serie A nel 1988, il legame tra Teora e l’Avellino non si spezzò. Anzi, si rinnovò: la squadra del paese cambiò nome in US Lupi Teora 89, portando con sé l’eredità e lo spirito del tifo biancoverde. Nel tempo, il club si è trasformato nel “Gruppo Lupi Teora”, un sodalizio che ha continuato a vivere e sostenere l’Avellino anche nei momenti meno luminosi.

Emblematico il 2016, quando il gruppo organizzò una grande festa per celebrare la salvezza in Serie B: ospiti del calibro del presidente Taccone, mister Tesser, il bomber Castaldo e la mitica Curva Sud arrivarono a Teora per un evento rimasto nel cuore di tutti, con decine di bambini della scuola calcio locale in cerca di autografi e sogni.

Oggi, quella passione continua a vivere grazie alle nuove generazioni, che hanno raccolto il testimone con lo stesso entusiasmo. Il vecchio striscione ha lasciato il posto a un pratico stendardo a due aste, ma il senso di appartenenza non è cambiato: i Lupi Teora continuano a seguire l’Avellino ovunque, in casa e in trasferta, dai campi della Serie D fino ai palcoscenici più importanti. Il gruppo è presente anche sui social, dove continua a raccontare la propria storia e a condividere l’amore per l’US Avellino: lupiteoragruppo83056.

Quella di Teora non è solo una storia di tifo. È una storia di identità, di radici, di provincia che non si arrende mai.