Gubitosa a Festa: le istituzioni non sono il suo giocattolo personale

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“L’imbarazzo per chi gestisce la città come il suo giardino”. E’ così che il vicepresidente del Movimento Cinque Stelle e componente della Commissione Antimafia Michele Gubitosa e’ intervenuto oggi dalle colonne dell’edizione di Avellino de “Il Mattino” per commentare gli eventi politici di fine anno e le “scomposte” dichiarazioni sulla vicenda giudiziaria da parte dell’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa. Un lungo intervento per stigmatizzare il fatto che Festa: “e’ un uomo che crede di poter disporre della città come del suo giardino privato, delle istituzioni avellinesi come di giocattoli di sua proprietà, dei nostri concittadini come del suo pubblico personale, costretto ad assistere ad uno spettacolo imbarazzante ed offensivo”.

“Da cittadino, prima ancora che da esponente politico, sono estremamente preoccupato dalla deriva che sta prendendo la mia città. Avellino sembra protagonista di un brutto thriller politico-giudiziario, ovviamente scritto e diretto dall’ex sindaco Gianluca Festa. Un uomo che crede di poter disporre della città come del suo giardino privato, delle istituzioni avellinesi come di giocattoli di sua proprietà, dei nostri concittadini come del suo pubblico personale, costretto ad assistere a uno spettacolo imbarazzante e offensivo. Un uomo che non perde occasione per ricordare a tutti – diretta interessata in testa – che l’attuale sindaca Laura Nargi occupa il suo posto “per grazia ricevuta”. Da lui, ovviamente. Un’evidente mancanza di rispetto a lei e alla sua carica. Ho il massimo rispetto per le indicazioni espresse dai cittadini alle ultime amministrative, ma è palese che ci troviamo ormai davanti a una sindaca sfiduciata e forse a questo punto sarebbe meglio tornare al voto. Ma Festa è soprattutto un cittadino indagato, che presto potrebbe essere imputato per reati molto seri e che dispone della stampa locale come megafono per le sue gravi accuse verso la magistratura. Tanto che vaneggia di processi di piazza, delegittimando il tribunale e i giudici, trasformando un delicato passaggio per la nostra città in uno show di serie B che umilia il concetto stesso di giustizia. Lo ripeto, le accuse sono gravi: parliamo di associazione per delinquere, di cui Festa è considerato il promotore, finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di segreto di ufficio e al falso in atto pubblico. Parliamo di importanti somme di denaro, di gestione “amicale” degli appalti pubblici, di condizionamento dei concorsi indetti dal Comune di Avellino per l’assunzione di personale. Festa sembra disperatamente aggrappato a queste scomposte uscite mediatiche, ai violenti attacchi che riserva ai magistrati che hanno la sfortuna di lavorare al suo dossier, alla tracotanza con la quale dispone di Avellino e dei suoi cittadini. Il diritto di Festa di difendersi è sacrosanto, ma l’ex sindaco deve farlo nel processo e non dallo stesso. Proprio quando la decisione sul suo rinvio a giudizio si avvicina, Festa tira improvvisamente in ballo il processo in piazza, provoca e insulta i magistrati che stanno lavorando al caso parlando di ‘trascrizioni false’, sulle quali però si guarda bene dal compiere passi formali, come ad esempio una denuncia. Pronuncia frasi sibilline a proposito del computer che avrebbe sottratto dal proprio ufficio, sostenendo che potrebbe riapparire al momento opportuno. Sono mezzucci indecenti, oltre che comportamenti gravi, che finiscono per dare una pessima immagine della nostra politica e per mettere in discussione l’intero impianto della giustizia italiana. A Festa voglio dare qualche consiglio: la smetta di usare la città per combattere la sua personale crociata contro la magistratura; la smetta di gettare fumo negli occhi degli avellinesi e di definirli “i miei cittadini”, trattandoli come una sua proprietà; la smetta di calpestare l’assetto giuridico e istituzionale del nostro Paese, convocando i giudici in piazza. Il compito dei magistrati è di garantire e far rispettare la legge, non di cercare il consenso con i comizi di piazza, dove invece si può fare politica. Festa si difenderà in tribunale e, da garantista, gli auguro di chiarire la sua posizione, ma da politico, se ha tanta voglia di parlare, inizi a raccontare ai cittadini la sua versione sulle accuse che gli vengono mosse. Le domande senza risposta sono tante: perché, come dicono gli inquirenti, ha goffamente cercato di estrarre l’hardware del computer? Perché, non riuscendoci, l’ha portato via? Dove l’ha messo? Cos’ha da nascondere? Per quale motivo ha dato le domande ai familiari di chi doveva partecipare ai concorsi? Perché ha favorito una società privata nell’organizzazione dell’Eurochocolate, destinandole oltre 200mila euro in diversi affidamenti diretti per aggirare le norme del Codice degli appalti? Insomma, come giustifica tutto ciò che emerge dalle indagini? Sono spiegazioni che deve ai cittadini. A chi magari non ha ottenuto l’appalto al quale aveva diritto, o a chi non ha potuto giocarsi le proprie carte in maniera equa nel concorso pubblico che aveva preparato. A chi, per qualsiasi motivo, potrebbe essere stato danneggiato dalle azioni di Festa. Perché quando non si persegue il bene collettivo, quello della comunità, si finisce per creare insopportabili privilegi per i pochi e innumerevoli danni per i più”.