Fratelli d’Italia: Commissione di Garanzia dichiara incompatibili sei iscritti per violazione dello statuto

0
1547

Il 20 dicembre 2024, presso la sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa 39 a Roma, si è riunita la Commissione Nazionale di Garanzia del partito per esaminare un procedimento relativo ad alcuni iscritti accusati di aver violato le norme statutarie.

La riunione è stata presieduta dal Presidente Avvocato Giuseppe Corona, con la partecipazione dell’Avvocato Roberto De Chiara in qualità di segretario e del Dott. Matteo Petrella, che ha partecipato da remoto.

L’incontro aveva come oggetto il deferimento di una serie di iscritti a Fratelli d’Italia (FdI) accusati di non aver rispettato le scelte politiche del movimento durante le elezioni comunali di Avellino tenutesi nei giorni 8-9 giugno 2024.

I membri del partito accusati, tra cui consiglieri comunali e sostenitori di altre liste, erano stati deferiti per essersi candidati con liste diverse da quella di Fratelli d’Italia o per aver sostenuto candidati sindaci non designati dal movimento. In particolare, gli accusati erano stati coinvolti in coalizioni che appoggiavano altri candidati sindaco rispetto a Modestino Maria Iandoli, designato da FdI.

Nel corso della riunione, la Commissione ha esaminato la posizione dei singoli accusati. La prima decisione riguarda Sabino Genovese e Giovanni Viscione, che non risultano iscritti a Fratelli d’Italia nel 2023 e nel 2024. Per questo motivo, la Commissione ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione nei loro confronti.

Per gli altri incolpati, la Commissione ha riscontrato la violazione dell’articolo 3 dello Statuto di FdI, che impone agli iscritti di sostenere il partito e di conformarsi alle sue scelte politiche. In particolare, i candidati Vincenzo Quintarelli, Rosa Caccese, Maria Sodano e Francesco De Giovanniello sono stati ritenuti incompatibili con il partito, in quanto si erano candidati in liste avverse a FdI, supportando candidati sindaco non designati dal movimento.

La Commissione ha anche preso atto delle difese di Edoardo Fiore e Maria Teresa Lombardo, che avevano espresso pubblicamente il loro dissenso nei confronti delle scelte politiche del partito, sostenendo altre liste e candidati sindaco durante le elezioni comunali. Anche per loro è stata dichiarata l’incompatibilità con Fratelli d’Italia.

Nel caso di Aniello Mainolfi, la Commissione non ha riscontrato elementi sufficienti per accertare una violazione, in quanto non sono emersi comportamenti che giustificassero un provvedimento disciplinare. Mainolfi è stato quindi prosciolto.

Per Francesco D’Ercole, la Commissione ha esaminato un commento su Facebook che suggeriva un appoggio al candidato Genovese, avversario di Iandoli. Tuttavia, D’Ercole ha spiegato che si trattava di un errore di battitura. La Commissione, dopo aver esaminato il contesto, ha deciso di proscioglierlo, in quanto non sono emersi elementi concreti a supporto della violazione.

L’Avvocato Edoardo Fiore, storico esponente della destra cittadina, ha annunciato però che impugnerà il provvedimento della Commissione Nazionale di Garanzia davanti alla magistratura ordinaria.

Infine, la Commissione ha trattato anche il caso di un’iniziativa territoriale del 1° giugno 2024, giorno in cui la Segreteria Nazionale aveva sospeso tutte le manifestazioni del partito in vista della Manifestazione Nazionale a Roma. La posizione di Fiore, Lombardo e D’Ercole è stata analizzata, ma le violazioni si sono rivelate già trattate nelle decisioni precedenti, tranne per Giovanni D’Ercole, la cui partecipazione a un incontro con l’On. Vittorio Sgarbi, candidato alle elezioni europee con FdI, è stata ritenuta non incompatibile con la linea del partito.

In sintesi, la Commissione ha deciso di dichiarare l’incompatibilità con Fratelli d’Italia per gli accusati Vincenzo Quintarelli, Rosa Caccese, Maria Sodano, Francesco De Giovanniello, Edoardo Fiore e Maria Teresa Lombardo per aver violato l’articolo 3 dello Statuto, mentre Aniello Mainolfi e Francesco D’Ercole sono stati prosciolti dalle accuse. La Commissione ha inoltre stigmatizzato alcuni comportamenti inappropriati degli incolpati, pur precisando che non erano oggetto della valutazione in questa sede.

La decisione è stata presa al termine di un’attenta valutazione delle accuse e dei documenti presentati.