AVELLINO- Sopravvissuti, liberati per la maggior parte dalle truppe alleate, ma anche una vittima, che purtroppo ai campi di concentramento non aveva resistito ed una persona di cui si sono perse le tracce. Sono le storia dei diciannove cittadini della provincia di Avellino cui è stata conferita la Medaglia d’Onore . La prima storia e la prima onoreficenza consegnata e’ stata quella a Salvatore Cioffi, che non ha mai fatto piu’ ritorno w casa. La sua e’ una delle storie piu’ tristi della deportazione e dell’internamento che ha riguardato i cittadini irpini. Nato a Napoli nel 1900, Salvatore fu un uomo coraggioso, noto per la sua opposizione al regime nazi-fascista. Arrestato con i figli nel gennaio 1942, fu deportato in vari luoghi prima di essere trasferito in Germania dopo l’armistizio. Di lui non si seppe più nulla. La sua ultima lettera, scritta dal carcere di Capodistria, rivelava la sua preoccupazione per la famiglia. C’e’ anche quella di Mario Di Prisco, nato a Fontanarosa nel 1923, Mario fu catturato dai tedeschi in Grecia e deportato nello Stalag 398 in Austria. La sua prigionia terminò nel 1945, con la liberazione degli alleati. Un grande numero di medaglie ai cittadini di Aiello Del Sabato. A partire da Sabino Alvino. Nato ad Aiello del Sabato il 1° gennaio 1909, Sabino era un soldato semplice, richiamato alle armi nel 1941 e destinato al fronte croato. L’8 settembre 1943, con l’armistizio, venne catturato dalle truppe tedesche, che lo deportarono nel campo di prigionia VI D, a sud di Dortmund, in Germania. Qui visse due lunghi anni di privazioni e sofferenze, fino alla liberazione, avvenuta il 28 aprile 1945. Con la fine della guerra, Sabino fece ritorno in Italia, portando con sé il peso delle atrocità vissute. C’e’ la storia di Gerardo Candido, avellinese, classe 1914, Gerardo prestava servizio nei Lancieri di Aosta. Il drammatico 8 settembre 1943 lo trovò a Gorizia, dove fu catturato e deportato nello Stalag IX A a Ziegenhain, nell’Assia settentrionale. Finalmente, nel luglio del 1945, Gerardo poté riabbracciare la sua famiglia. E ancora quella di Carmine Cucciniello, nato ad Avellino nel 1912, Carmine era un bersagliere. Catturato a Bolzano nel 1943, fu deportato nel campo 17 A in Austria, dove visse mesi terribili. Riuscì a tornare a casa nel luglio del 1945.
Liberato anche Raimondo Landi, avellinese, classe 1920, Raimondo fu catturato nel 1943 e internato nel campo VIII C in Polonia. Fu liberato l’8 maggio 1945. Virgilio Maretto, nato ad Aiello del Sabato nel 1924, Virgilio fu catturato a Gorizia e deportato nel campo III D a Berlino. Sopravvisse alla prigionia e tornò a casa nel luglio del 1945. Infine Emilio Ruggiero, nato nel 1921 ad Aiello del Sabato, Emilio fu catturato a Tirana e deportato nel campo 37 in Slovenia. Fu rimpatriato l’8 settembre 1945. E Carmine Ruggiero, nato ad Aiello del Sabato nel 1923, Carmine era un carabiniere. Catturato nel 1944, fu liberato nel giugno del 1945. Al Comune di Forino la premiazione per i familiari di Carmine D’Amore, nato a Montoro Inferiore nel 1908, Carmine era un soldato della 71° Compagnia Presidiaria. Catturato nel settembre 1943, fu internato nello Stalag 1 B, situato nella Prussia Orientale. Carmine Adolfo Aquino, nato a Montefredane, il 2 febbraio 1923, Carmine Adolfo venne chiamato alle armi a soli 20 anni. Destinato al 36° reggimento fanteria, fu catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943 e deportato nel campo VII A di Moosburg, in Baviera. Dopo mesi di prigionia e lavori forzati, Carmine fece ritorno in patria il 21 giugno 1945. Dopo l’esperienza del campo di concentramento fece ritorno a casa anche Sabato Ferrara, originario di Monteforte Irpino, classe 1914, Sabato era un telegrafista. Catturato nel 1943, fu deportato nel campo 10 B in Germania. Sopravvisse e fece ritorno a casa nel settembre del 1945. Anche a Montefredane per la memoria di Emilio Aquino, nato nel comune irpino il 21 maggio 1914, Emilio era un artigliere destinato al fronte serbo. L’armistizio del 1943 lo colse impreparato e, come tanti altri soldati, fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania. Internato in un lager, Emilio sopravvisse alla fame, al freddo e ai lavori forzati, tornando finalmente a casa il 27 marzo 1945, a pochi mesi dalla fine del conflitto. E ancora Ciro Aquino, classe 1923, originario di Montefredane, Ciro prestava servizio nella Marina presso il porto di Castellammare di Stabia. L’8 settembre 1943, mentre si trovava a Tolone, in Francia, venne catturato dai tedeschi e deportato nei campi di prigionia in Germania. La sua odissea si concluse solo il 17 agosto 1945, quando riuscì a fare ritorno a casa. Sopravvisse a due anni di progionia Michele Ciociola, classe 1916, originario di Montella, Michele era un aviere dell’Aeronautica Militare. Dopo essere stato catturato nel 1943, fu deportato nello Stalag B, situato nella Prussia Orientale. Sopravvisse a due anni di prigionia e tornò in Italia nel maggio del 1945. Per il Comune di Montoro invece ci sono storie di sopravvissuti, ma anche di una delle 19 medaglie consegnate ai familiari di una vittima. C’e’ la storia di Michele Bruno, nato a Montoro Inferiore il 9 settembre 1914, Michele era un soldato del 31° reggimento fanteria. Durante il conflitto fu inviato a Creta, dove, l’8 settembre 1943, fu catturato dalle truppe tedesche. Deportato nello Stalag XI A in Sassonia, Michele sopravvisse a due anni di stenti prima di tornare in Italia il 10 agosto 1945. Ma anche chi ha fatto rientro in patria in una bara. Come avvenuto purtroppo a Michele Giaquinto. Nato a Montoro Inferiore nel 1918, Michele fu catturato a Forlì e deportato a Weingarten, in Germania. Morì in prigionia nel marzo del 1945. Anche Michele Petruzziello, nato a Sturno nel 1921, Michele fu tenente di complemento. Catturato, fu deportato nello Stalag XB, in Germania.Sopravvissuto anche Rocco Rauseo, trevichese, classe 1923, Rocco fu catturato in Germania e internato nel campo VI D, vicino a Dortmund. Fu liberato nel maggio del 1945.
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