FOTO / Lioni-Bergamo, un legame che non si spezza nel nuovo murale “Folle”

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Donato dai bergamaschi ai lionesi, Campo Bergamo è uno dei simboli del grande moto di solidarietà che caratterizzò l’immediato dopo terremoto. Una solidarietà mai dimenticata dalla comunità di Lioni che a quarant’anni dal sisma ha visto rinnovarsi il dolore per la perdita di tante vite a causa della pandemia che ha duramente colpito la provincia di Bergamo e tutto il Nord Italia.

Nel quartiere, è stato realizzato un murale per rinsaldare il legame tra la comunità locale e quella bergamasca. E’ “Folle”, l’ultima opera di street art comparsa nel paese dell’Alta Irpinia, divenuto ormai un autentico museo a cielo aperto. L’intervento è stato reso possibile dal progetto “Irpinia 1980-2020, prospettive d’autore” scritto e realizzato dall’associazione di promozione sociale La Prediletta.

La firma è di Collettivo FX e NemO’S, artisti impegnati nel sociale con numerose opere nelle periferie di tutto il mondo e nelle carceri grazie all’iniziativa “Non me la racconti giusta”.

Il murale è una delle iniziative culturali immaginate da La Prediletta nell’anno 2020 come da tappe di avvicinamento all’anniversario del sisma, legate al tema del recupero delle aree interne in chiave innovativa, raccontando ciò che anche grazie alla street art è ora, e potrà diventare in futuro, il paese di Lioni, uno dei più colpiti dalla tragedia del 23 novembre 1980. Il progetto è realizzato con il sostegno della Regione Campania, in collaborazione con il Comune di Lioni.

Antonio Sena, direttore artistico del progetto, racconta: “La scelta del soggetto è scaturita da un processo di concertazione fatto con gli abitanti del quartiere, che poi è un grande condominio, e con gli amministratori. Il dialogo tra artisti e territorio ha approfondito le dinamiche di ieri e di oggi, dalla ricostruzione alla solidarietà ricambiata. Due grandi gruppi di persone formano mani che stanno per unirsi, il senso che si può cogliere è una solidarietà da ambo le parti. Da quella del terremoto d’Irpinia agli aiuti per Bergamo nella primavera scorsa durante la fase più dura del coronavirus. Ovviamente è un’interpretazione, ma come spesso accade ognuno può trovare un senso visitando e ammirando questa bellissima opera d’arte urbana”.