FOTO / Il silenzio, i palloncini, gli applausi: Avellino e Aiello dicono addio a Debora. “E’ in un mondo migliore. Dall’alto ci sorriderà sempre”

0
794

Alfredo Picariello – Il silenzio. All’inizio è lui a prendere il sopravvento. Quando arriva il feretro di Debora al Duomo, la piazza è attonita. Si ode solo il rumore del vento. E nulla più. Le facce degli amici, che pian piano affollano l’agorà, sono ancora incredule. Gli occhi gonfi dal pianto, gli sguardi che si perdono nel nulla. Debora Prisco, morta martedì pomeriggio in un maledetto incidente stradale a soli 17 anni, arriva intorno alle 9.20. Nessuno riesce a dire nulla, la piazza sembra pietrificata. La bara bianca sale le scale del Duomo. Sul cancello della chiesa, a sinistra, un primo striscione. “Splendi lassù, proprio come facevi qui. Ciao Debora”. La scritta è seguita da un cuore rosso. E poi c’è la foto di lei. Bella davvero. Come il sole. Nel pieno della gioventù, una vita davanti.

Sali le scale della Cattedrale e sulla sinistra ci sono i suoi compagni di classe. Sono gli studenti della quarta F del liceo Scientifico “Mancini” di Avellino. Debora frequentava con profitto la scuola di via De Concilii. Sembra volesse fare il medico. Il suo sogno era quello di prendersi cura degli altri. Anche qui, uno striscione. “Il tuo sorriso non smetterà mai di splendere. Ciao Debora. La tua IV F”. Lo striscione anche qui è accompagnato da una cuore rosso e da una foto della 17enne. Bellissima e sorridente.

Il Duomo comincia a riempirsi. Don Enzo, il vicario del Vescovo, chiede alla gente di rispettare le distanza di sicurezza causa covid. La chiesa è affollata. Molto. Anche fuori ci sono tantissime persone. La celebrazione viene diffusa anche in piazza, per far sì che tutti riescano ad ascoltarla.

In prima fila c’è la mamma di Debora. Piange in continuazione. Un dolore composto ma intenso. Almeno fino alla Comunione, le sua mani stringono forte quelle di Annabella, che poi andrà a sedersi affianco ad una sua cara amica. Annabella, la sorella di Debora. Martedì sera era lei a guidare l’auto. Erano inseparabili. Annabella ha 26 anni. Non lasciava mai la sorella più piccola. Ad un certo punto della funzione, Annabella poggia la testa sulla spalla della mamma. Un gesto intimo di condivisione di un dolore immenso.

“La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho saputo della tragedia, è stata quella di fare silenzio”. Anche Don Enzo è molto turbato e nell’omelia lo si percepisce. “Ma poi ho pensato che una parola fosse necessaria ed è la parola di Dio, di Gesù. Le sue sono parole di speranza nella beata resurrezione delle anime. Dobbiamo aprirci alla speranza. La vita è un dono che dobbiamo saper custodire. Il tempo che Dio ci concede sulla terra, dobbiamo viverlo con generosità e fino in fondo. Oggi noi tutti dobbiamo immedesimarci nel dolore di questa famiglia”.

Don Enzo non conosceva Debora. “La mia, la nostra vicinanza è fraterna, sentita. Perdere un fiore nel meglio della sua giovinezza è un dolore indicibile. Non ho mai conosciuto Debora ma vedendo il suo volto ritratto fuori la Chiesa, sugli striscioni, la immagino sorridente. Forse dall’alto ci starà anche dicendo grazie”.

Il vicario pronuncia parole belle che arrivano fino al cuore di mamma Marisa. “Per noi resta l’amarezza di non poterla più vedere, di non poterla più abbracciare. Ma alla famiglia dico che bisogna andare avanti, di avere coraggio. Il Signore ha chiamato Debora a sé, l’ha voluta in un mondo migliore”.

Poco dopo, ai giornalisti Don Enzo aggiunge: “Quando muore un giovane, un ragazzo, è sempre una tragedia. Il modo in cui è morta Debora, con un incidente, è ancora più drammatico. L’unica cosa bella di oggi è stata la larga partecipazione dei giovani, degli studenti, al rito funebre. E’ stato un atto di solidarietà soprattutto verso la famiglia. Spero che questa solidarietà possa continuare anche dopo, anche nei momenti normali della vita”.

Prima dell’omelia, in chiesa arrivano anche il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, e l’assessore alle Politiche Giovanili, Stefano Luongo. E c’è il vicesindaco di Aiello del Sabato, Sebastiano Gaeta, dove Debora viveva e dove oggi è stato proclamato il lutto cittadino.

Don Enzo lascia poi la parola agli amici di Debora e alla cugina Daniela. Al termine del funerale, arriva il grande e commosso abbraccio della piazza e di Avellino. Prima di arrivare al carro funebre che l’accompagnerà al cimitero di Contrada, dove sarà sepolta, Debora viene salutata dal lancio in aria di palloni bianchi e rosa. Da un applauso. E da un altro striscione: “Sarai lontana dai nostri occhi ma mai dai nostri cuori. Ti vogliamo bene”.