FOTO E VIDEO / Avellino in zona rossa, la “resistenza” del 50% dei bar aperti nonostante tutto

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Alfredo Picariello – E’ tutto a metà, in questo secondo giorno di “confinamento” campano che colora di rosso anche Avellino, limitando gli spostamenti al minimo consentito. Ma, come dicevamo, è tutto a metà. A partire dal lockdown che è sì comunque duro, ma per certi versi un po’ più soft rispetto a quello che ci si poteva immaginare e, per il momento, un lontanto ricordo dei giorni di marzo ed aprile. Oggi in giro c’è più gente, più persone riescono a circolare, c’è più libertà di movimento.

Nessuna “barriera” agli ingressi della città. In primavera, le zone di accesso ad Avellino erano presidiate in particolare dai vigili urbani. I quali, comunque, svolgono con regolarità i loro controlli soprattutto all’interno del perimetro urbano, insieme a tutte le altre forze dell’ordine. Anzi, in queste prime ore di zona rossa, ai controlli i uniscono consigli utili rivolti ai cittadini ancora disorientati.

C’è un po’ più di movimento nei pressi del Palazzo di giustizia rispetto al Corso, semi-deserto. Il Tribunale è comunque aperto e, in giro, c’è un discreto numero di avvocati o comunque addetti del settore.

Tutto a metà. I bar, ad esempio. Facendo un giro tra le strade cittadine, si nota che il 50% dei bar ha deciso di non aprire i battenti, nonostante sia loro consentito di fare asporto o delivery.

Chi tiene aperto, “sprigiona” ottimismo, oltre a dispensare caffè e cornetti, molto richiesti soprattutto in mattinata. Al “piacere” del bar, anche se in maniera diversa, non si rinuncia così tanto facilmente. Ma sono comunque tutti esperimenti delle prime ore, dei primi giorni, per molti sono dei tentativi. “La città di Avellino non ha questo tipo di mentalità, gli avellinesi vedono nel bar anche e soprattutto un luogo di incontro”, afferma Giulio De Angelis, vicepresidente vicario della Confcommercio.