Avellino – Il libro bianco: così è stato aggettivato il dossier, attento osservatore e commentatore delle divisioni di un’alleanza che già sul nascere aveva dimostrato cenni di cedimento. Fiumi di inchiostro contro la coalizione regionale ed irpina intervallata da “accomodamenti momentanei”, pronta ad andare avanti a suon di “assoluta immobilità, di gestione personale ed allegra”. Articoli su articoli inconsapevoli testimoni di uno studio certosino ad hoc per un inizio di campagna elettorale che mostra sin dal primo istante i muscoli. L’anteprima di un’analisi, quella del partito degli Azzurri, dettagliata, raccolta nel plico del ‘dissenso’ per un degrado della vita politica regionale e non solo, “appiattita sulla semplice spartizione del potere”. Il libro bianco parte da lontano, non troppo a dire la verità, (dal 2000) ma quanto basta per denunciare “la crisi tutta interna al centrosinistra”.
Ma chiaramente estrapoliamo qualche ‘nota’ più pepata.
6 LUGLIO 2004: “Mancino bolla la giunta De Simone”
“La posizione prevaricatrice di Bassolino – si legge nel libro bianco degli Azzurri – contagia anche la novella Presidente della Provincia Alberta De Simone che impiega il suo tempo per mettere in piedi uno straccio di giunta dopo la vittoria elettorale. E’ il 6 luglio 2004 quando Mancino bolla con un ‘gesto goliardico’ la giunta varata dalla De Simone e parla di sconfessione degli accordi”.
15 MAGGIO 2005: “Ad Avellino le polemiche striscianti”
“La situazione si acuisce, tanto che la De Simone prende tempo e rinvia i lavori dell’Esecutivo per gli ennesimi chiarimenti politici. Nemmeno il Comune di Avellino è esente dalle polemiche e dalle crisi striscianti: Consigli comunali rinviati per mancanza del numero legale. Nel frattempo insorge la questione morale che investe il centrosinistra in tutta la regione. L’enorme stuolo di consulenti, lo sperpero di risorse pubbliche nella gestione dello smaltimento rifiuti (1600 miliardi costate le assunzioni e…), la grave crisi del settore sanitario per incapacità di gestione e monitoraggio sulle spese” etc. etc.
LUGLIO 2005: “Centrosinistra regionale, la giungla amministrativa”
“Consulenze d’oro, discariche, concorsi di veline, sanità (caso Petrella) tra l’imbarazzo e la vergogna generale. Sperpero di denaro pubblico, a detta dello stesso presidente del Consiglio regionale Lonardo – e quant’altro si può immaginare in una giungla amministrativa e politica dedita alla spartizione e alla sua sopravvivenza”.
“Centrosinistra irpino: Aurisicchio predica bene ma…”
Una condizione che non risparmia nemmeno il capoluogo avellinese. “La questione viene posta dal segretario provinciale dei Ds Aurisicchio che dalle colonne di un giornale dichiara: ‘Bisogna porre un’attenzione particolare ai problemi di moltiplicazione nei governi locali ed in quello regionale di incarichi politici ed amministrativi e di tutte le funzioni remunerate’. Aurisicchio predica bene ma razzola male: la Comunità Montana del Partenio aumenta il numero di assessori da 8 a 10 con la benedizione dei Ds”.
12 LUGLIO 2005: L’amarezza di Mancino
Mancino lancia un monito alla coalizione: “Sono amareggiato. L’alleanza c’è ai livelli possibili ma stenta a produrre risultati. Manca la politica”…
2 AGOSTO 2005: “Lo spettacolo di Fontanarosa”
“Si squarciano in provincia di Avellino i veli delle ipocrisie ed i personaggi appaiono per come sono, inconciliabili ed incapaci di dare un’anima all’alleanza che appare sempre più schiacciata nella sola gestione del potere e sempre meno legata a programmi e destini comuni. La polemica politica è il sale della vita democratica di un paese ed il confronto dialettico è sempre positivo e momento di crescita. Ma in questa occasione il centrosinistra irpino presenta il peggio di sé. Il livello politico è tra i più bassi e non si ricorda uno scambio di accuse così aspro e pieno di disistima verso chi pure fa parte di un’alleanza”.
De Mita “boccia la Provincia definendola un ‘pantano’. E dice ‘Mai più con la schiera dei vecchi Comunisti’. ‘Ho la sensazione – si legge – che in questi vecchi Comunisti sia andata via la convinzione che il Comunismo non c’è più, mentre è rimasta l’arroganza di chi continua a credere che loro siano portatori di progresso. Non salverò più questi superstiti del PCI’”…..
11 AGOSTO 2005: Le accuse di D’Ambrosio
“Si accendono i fuochi d’artificio dei Ds che rispondono per le rime a quella che indicano come ‘un’aggressione personale fondata su menzogne e offese gratuite’. Nel documento della segreteria della Quercia si legge: ‘grave risulta la decisione di chiudere ogni rapporto con i Ds: si aprono scenari inquietanti: siamo preoccupati per l’Irpinia e le sue Istituzioni’. D’Ambrosio afferma che De Mita è ‘un vecchio matto’ e le sue sono smargiassate da osteria’. Ancora ‘De Mita è un Napoleone ormai abbattuto nel ritiro a Sant’Elena che consuma le sue giornate nella memoria di giorni passati e riversa con cattiveria la sua frustrazione di impotenza sugli altri’…..”.
20 AGOSTO: “L’ultimatum di De Mita”
“La cronaca registra la farsa autosospensione degli assessori provinciali del fiorellino, l’ultimatum di De Mita, la posizione pilatesca della Presidente De Simone”.
26 AGOSTO: il ritorno in Giunta degli aventiniani.
Periodi scanditi con tanto di quotidiani alla mano per dire all’elettorato moderato e di centro della società irpina e campana: questa è la politica dei “guasti del centrosinistra. Delle unità pasticciate”. Forza Italia lancia il suo messaggio. Lo fa producendo “documenti sulle singole problematiche per costruire con responsabilità l’alternativa”.
Lo fa producendo un libro che più che bianco appare ‘nero’.
Tredici, un numero di pagine velenose. Tredici, un numero scelto a caso. Forse no.
(di Teresa Lombardo)