Estorsioni e accuse del pentito Acunzo, Bizzarro: Cava e Galeotalanza vanno assolti

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VALLO LAURO- Nessuna spendita del nome, ne’ prove di minacce o violenza e la consapevolezza che il principale collaboratore di giustizia che ha rivolto le accuse, il defunto Acunzo Aniello, non abbia neppure ottenuto in un processo davanti ai giudici del Tribunale di Nola dei benefici per la collaborazione con la giustizia. Sono stati i passaggi salienti dell’arringa difensiva del penalista Raffaele Bizzarro (difensore di Cava Salvatore e Galeotalanza Florio) davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Avellino (presidente Sonia Matarazzo) chiamati decidere sulle accuse dell’Antimafia di Napoli nei confronti di Cava Salvatore, figlio del defunto capoclan Biagio e altri quattro imputati, tutti chiamati in causa in un’inchiesta della Squadra Mobile di Avellino nata proprio dalle dichiarazioni di Acunzo all’ allora pm antimafia Francesco Soviero. In primis la difesa ha puntato a scardinare l’attendibilità del collaboratore di giustizia e poi evidenziare come dalle stesse dichiarazioni delle presunte vittime delle estorsioni, consistite per lo più in ritiro di elettrodomestici senza pagamento e una quota su un intervento di recupero somme, non emergessero gli elementi fondanti il reato contestato. Proprio sull’esistenza della possibilità di contestare l’aggravante mafiosa, si sono concentrate maggiormente le discussioni dei penalisti Raffaele Bizzarro e Lucio Mariano Sena.

LE RICHIESTE DELL’ANTIMAFIA

Le richieste di condanna avanzate nel giugno di un anno fa dal pm antimafia Ilaria Sasso al termine della sua requisitoria erano state per Galeotalanza Florio, accusato di associazione a delinquere in qualità di reggente del clan Cava dopo gli arresti di Biagio e Salvatore Cava, 11 anni di reclusione la richiesta di condanna nei suoi confronti . Assoluzione da una estorsione al capo 6 per non aver commesso il fatto. Sette anni la richiesta di condanna finale per Cava Salvatore jr, anche per lui chiesta assoluzione per il capo 6 relativi ad un estorsione. Stessa richiesta, sette anni per Miranda Antonio, che risponde di un’estorsione con metodo mafioso. Otto anni per Maione Francesco per cui su due capi di imputazione su tre e’ stato lo stesso pm ad escludere l’ aggravante

IL PENALISTA BIZZARRO: ACUNZO AGI’ PER CONTO PROPRIO

Non si compie un’estorsione presentandisi a casa della vittima con moglie e figlia. E’ una delle circostanze emerse nel corso degli esami delle vittime e sul ruolo di Aniello Acunzo, che il penalista Raffale Bizzarro ha richiamato nella sua discussione. Ma ci sono anche altri particolari, che non depongono per un mandato ricevuto da Cava per eseguire l’attività criminosa. Ovvero il fatto che Acunzo in una delle circostanze contestate avesse trattenuto i soldi provento della presunta estorsione. Inoltre Bizzarro, ha voluto anche richiamare in aula alcune dichiarazioni rese dalle presunte vittime: “Ma io non li conosco questi criminali- ha riferito un testimone- io già sono un criminale, come mi vengono a fare un reato a me. Ma ci rendiamo conto che …….ha ritenuto che Acunzo fosse uno straccione. Ma quale mandato può aver ricevuto uno che si presenta a chiedere soldi con la moglie e con la figlia” Per Bizzarro Acunzo ha agito in proprio, perché non c’è proprio una spiegazione concettuale “con il 416 bis”. Elementi che lo hanno portato a concludere la sua discussione con una richiesta di “assoluzione perché il fatto non sussiste per Cava Salvatore e Galeotalanza Florio”. Il prossimo 11 luglio continueranno le discussioni davanti al Collegio.