Emilio D’Amore, politico, letterato ma soprattutto avvocato: il ricordo in Tribunale

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AVELLINO- Saggista, letterato, politico e parlamentare, ma soprattutto un avvocato. Emilio D’Amore e’ stato uno degli ultimi testimoni di una generazione che ha ancora tanto da insegnare all’Avvocatura irpina e non solo. Proprio per questo oggi pomeriggio, a distanza di sette anni dalla sua scomparsa, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino ha voluto celebrare con una manifestazione nella Sala Livatino una figura che e’ stata tante cose ma in particolare un avvocato, come ha ricordato chiudendo gli interventi, suo nipote, che ha scelto la professione che “venerava” il nonno, l’avvocato Rino Lucadamo. “come avvocato ci ha insegnato il culto, il rispetto della funzione e del ruolo del magistrato, ci ha insegnato il rispetto dei colleghi, mi diceva sempre: Rino, gli avvocati sono come le  forbici, si sfiorano sempre, ma non si scontrano mai. Ci ha insegnato ad amare incondizionatamente questa professione. Altra cosa, ogni qualvolta gli abbiamo chiesto un supporto per la redazione di qualche atto o qualche altra cosa, diceva sempre: studia, sta scritto sul Codice. Ha avuto una vita lunghissima, ricca di soddisfazioni morali e materiali. La sua vita e’ stata anche costellate da tragedie incredibili. Le ha sempre superate stoicamente, non perdendo mai il suo ottimismo e mai il suo amore per la vita e per il futuro. E’ stato un amico leale e un compagno di viaggio straordinario. Non amava la teatralita’ dei sentimenti, tuttavia amava i suoi figli e i suoi nipoti. Mi diceva: Rino, non so se sono stato un buon marito, ma sicuramente sono stato un buon padre. Le parole di questo video riecheggiano spesso nella mia mente e rappresentano un testamento morale: l’ impegno consapevole ci rende liberi. Ma e’ sforzo, disciplina e luce. E devo dire che il suo esempio e’ stato una luce brillante che ha illuminato la mia vita”. La cerimonia di commemorazione si e’ aperta con un video dell’evento organizzato per i suoi cento anni dall’Ordine degli Avvocati di Avellino nel 2015. “Oggi resta l’esempio di uomo politico, avvocato, di uomo che come amava dire lui “governa la Storia””. Ha spiegato aprendo i lavori della commemorazione il presidente dell’Ordine degli Avvocati Fabio Benigni. ” I ricordi personali dell’ onorevole D’Amore non sono tanti, ma sono estremamente significativi” ha continuato Benigni “Nel 2012 partecipo’ ad un assemblea dell’ Ordine,  esaltando la funzine dell’ Avvocatura” e  nel 2013 ricordo che in occasione di una  manifestazione per  celebrare gli avvocati che compivano 40 e  50 anni di carriera, mi rivolsi all’onorevole D’Amore per  raccogliere in un oposcolo una premessa. E fu cosi’ entusiasta che mi abbraccio’, recuperando con quell’ abbraccio tutto il gap generazionale che c’era tra noi . Il suo scritto resta  un testamento spirituale per le nuove e future generazioni”. Il parlamentare e politico D’Amore, quella sua figura pienamente nel contesto democratico e anche il ruolo nella nascita del centrodestra in Irpinia sono stati ricirdati nell’intervento del parlamentare Gianfranco Rotondi. Un ruolo di protagonista nella vita politica cittadina quello che ha descritto Rotondi, che dalla Dc di Sullo si e’ trovato a costruire un percorso politico scandito da “meravigliose sconfitte”. Il primo fermo immagine politico che Rotondi consegna e’ quello di un parlamentare per tre legislature in un momento non facile per la destra. nella destra italiana non c’era la stabilità di navigazione parlamentare della Democrazia Cristiana, perché naturalmente la Dc aveva un consenso che stabilizzava. La rappresentanza della destra  bisognava guadagnarsela e ed era una destra e naturalmente si faceva faticosamente spazio in Campania è in Irpinia, dove  la DC, ma anche il Partito  Comunista presentava presenze di assoluto rilievo. Nella Democrazia Cristiana c’ erano personalità che sono arrivate al governo del Paese da Salvatore Scoca ad Alfredo Amatucci a Fiorentino Sullo, a  De Mita,  Mancino,  Salverino De Vito. Insomma per D’Amore non è facile la campagna elettorale. E lui non è un protagonista marginale,  è  un protagonista  della storia  della destra  italiana” e Rotondi suggerisce di pensare a D’ Amore come ad “una figura che ha anticipato le scelte della  destra italiana  che arrivava al punto da cui Emilio D’Amore era partito in tempi molto lontano. Lui nasce non viene dal revanchismo,  dalla nostalgia fascista, non è la destra sociale, lui è la destra monarchica.  Altra nostalgia.  La nostalgia è un ingrediente formidabile della politica”. Negli anni e’ diventato ” sicuramente il leader spirituale del centrodestra irpino, che accompagna nelle sue meravigliose sconfitte. Per tutti questi anni credo che non sia mai mancato un giudizio un consiglio un contributo anche sereno nella valutazione delle cose con una capacità di dialogo con la parte avversaria, che è un’altra grande lezione ed è un grande lascito dell’ onorevole  D’ Amore e di quella generazione. Questa è una lezione. Ed è un’eredità che fatichiamo oggi a condividere perché non esiste nella politica di oggi l’idea che l’avversario sia uno col quale si può comunque fare un tratto di strada e che comunque va rispettato. Emerge oggi come ci siano sempre due mondi in conflitto,  ascoltando i telegiornali o peggio ancora le trasmissioni televisive, invece ancora una volta io penso che quello stile che avete visto anche nelle immagini del centenario,  quel ritmo che  non era eloquenza che si compiace di se stessa, ma sicuramente un esempio anche pedagogico della comunicazione, sono molto più moderni di quello che noi immaginiamo e quindi io credo che abbiate fatto un’opera molto utile anche per la crescita politica di questa comunità perché ricordare questi esempi non significa volgere il capo all’indietro, ma sforzarci tutti assieme di andare avanti”. Emilio D’Amore e Alfredo Covelli sono stati due protagonisti della destra italiana ricorda Rotondi, che lasciando tutti un po in suspance, ha anche anticipato che nelle memorie di Fiorentino Sullo, che era il loro avversario principale, tanto che c’era anche una “cordialita’” tra la stessa Destra di D’Amore e Covelli e la sinistra Dc di base (in Irpinia De Mita e Mancino), ci saranno riflessioni su quella destra che metteranno in imbarazzo molti a sinistra. Il magistrato Michele Rescigno, che aveva presenziato alla cerimonia del 2015 da presidente del Tribunale, ha tratteggiato sia la figura del giurista che del politico. Le folle ai comizi richiamate dal grande eloquio, che era lo stesso di avvincenti discussioni in aula. Il grande contributo anche in importanti scelte in settori della Giustizia come quello “fallimentare”. L’auspicio di Rescigno e’ che la citta’ e il Tribunale possano dare riconoscimento alla sua figura. La lezione di straordinaria attualita’ da trasferire all’ attuale classe politica nelle parole del direttore di Itv Franco Genzale. Il suo amore profondo per la citta’ nel messaggio che nonostante l’assenza ha voluto inviare alla cerimonia il direttore del “Corriere” Gianni Festa.
IL PROCURATORE AIROMA: D’AMORE
E LA NOSTALGIA DEL FUTURO
Non avendo conosciuto l’onorevole e avvocato D’Amore, il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma ha voluto lasciare, concludendo gli interventi, alcune “impressioni” sulla figura del giurista e del politico. E per conoscerlo ha voluto ascoltare l’intervento alla presenza del Presidente della Repubblica in occasione della celebrazione di Guido Dorso. “Devo dire che questo eloquio affascinante, questo tono baritonale, questo incedere con le pause di un fine retore, le sue parole, mi hanno dato la percezione di colpi scolpiti nella pietra. Con nettezza, con sicurezza e padronanza. Inizialmente hai anche un senso di smarrimento. Perche’ non comprendi fino in fondo dove vuole arrivare. Un po come un artista, che scolpisce e utilizza una pietra informe. Ovviamente alla fine, c’e’ l’opera d’arte”. Importante il momento e la cerimonia voluta dall’Ordine degli Avvocati per il Procuratore: “Queste occasioni sono di straordinaria importanza perche’ contribuiscono a dare memoria- ha spiegato Airoma- Oggi viviamo un tempo in cui noi non abbiamo piu’ memoria. Non abbiamo piu’ ricordi. Anche le nostre foto, non le stampiamo piu’. Ne facciamo tantissime magari con i nostri smartphone, ma non le possediamo piu’. Non siamo piu’ in condizione di ripercorrere i nostri ricordi e quindi non suscitano piu’ in noi un sentimento. Allora queste occasioni sono in qualche modo di ricordare, ma anche per una comunita’ fare memoria di quelli che sono stati i propri padri. Importante che si parli, si ricordi, si faccia storia”. Un’altra “impressione” consegna la cifra del suo impegno: “L’onorevole D’Amore, era un uomo fuori dal suo tempo, come quelli che oggi fanno la fila per ascoltare uno storico, mi permetto di dirlo. Perche’ un uomo in quel tempo con il coraggio delle sue idee, riteneva che quelle idee meritassero coraggio”. E ha ancora aggiunto una impressione dall’ascolto del parlamentare: “non ho avuto l’impressione di un uomo nostalgico, tutt’altro. Il suo non e’ l’atteggiamento malmostoso di chi maledice il tempo presente. Un uomo nostalgico si, ma di una particolare forma di nostalgia, quella del futuro. Un uomo che si sente non a suo agio nel suo tempo e allora desidera che quel tempo venga superato  da qualcosa di veramente nuovo, di avvincente, di serio”.