Emergenza sanità, la Cgil torna alla carica: Asl nel mirino

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Asl di Avellino

Chiusa per il momento la procedura in Prefettura sulla medicina penitenziaria, si aprirà un tavolo tecnico presso l’Asl per un confronto fattivo sul piano del fabbisogno e stabilizzazione del personale. Primo appuntamento il 12 agosto.

“Qualcuno su un nostro comunicato stampa aveva ipotizzato “parte la vertenza sulla sanità in irpinia” ovviamente lasciando sottintendere che questa vertenza era una necessità della Fp Cgil. Ben scritto, ma male interpretato. Noi ci occupiamo principalmente di contratti, diritti dei lavoratori e degli utenti, non abbiamo l’ambizione di andare oltre. Per il resto ci sono molte istituzioni a doverci pensare, con Piani Sanitari Regionali, Atti Aziendali”, si legge nella nota del Segretario Provinciale Sanità Pietro De Ciuceis e il Segretario Generale Licia Morsa.

“Cosa può mai fare la FP CGIL di Avellino se ormai la ASL ha praticamente alzato bandiera bianca sui laboratori analisi di sua competenza, radiologici, Emergenza territoriale e Salute mentale, sulla medicina penitenziaria, sui Servizi emotrasfusionali, sul socio assistenziale, sull’implementazione delle capacità operative dei suoi Presidi Ospedalieri (quelli rimasti)”.

“Può solo ammettere che le vie istituzionali a cui è sottoposta la trattativa sindacale, che, ricordo a noi stessi si basa soprattutto su un contratto di lavoro e regole ad esso collegato, purtroppo favorisce “scientemente” la perdita di tempo, con relativa cronicizzazione dei problemi e ricadute su operatori e cittadini.  Sempre però “nel rispetto della legge e soprattutto del piano di rientro”.

“Noi ci domandiamo: ma da quando si è perso il filo in un’azienda che cura i cittadini, soprattutto quelli più deboli? Anche qui non ci aspettiamo risposte, (era una domanda retorica), saremo felicissimi se seguissero fatti concreti, ad esempio maggiore ascolto delle istanze dei territori, quelle razionali ovviamente, un vero confronto con i Sindacati, i lavoratori, le associazioni, la cittadinanza (la ASL alla fine, è una struttura che si basa sul territorio, perché per anni con il territorio non ha dialogato, a volte arrivando anche a spiacevoli polemiche?)”

“Per concludere, un’ultima amara considerazione. Forse qualcuno non se ne è accorto, ma la popolazione italiana si avvia ad essere costituita per la maggioranza da anziani, purtroppo con polipatologie che richiedono un serio impegno economico-assistenziale. Se non hanno risposte idonee sul territorio, hanno un’unica soluzione, l’Ospedale. In ragione di ciò, pensare ancora oggi di risolvere la crisi dei Pronto Soccorso di tutta italia (visto il perdurare ormai è da considerare una condizione irreversibile) aumentando personale e posti letto in ospedale è da faciloni del mestiere”.

“Occorre ricostituire una rete di rapporti umani fra i cittadini, una seria assistenza territoriale basata sulla prossimità delle istituzioni, una catena assistenziale basata su competenza ed organizzazione, in maniera tale da farsi carico dei bisogni sanitari dei cittadini nei luoghi opportuni, sempre più a domicilio, ripensando il concetto di P.S. implementandolo e riorganizzandolo a vari livelli (AORN e ASL)”.

“Alla base di tutto questo (che sembra un sogno) ci vuole buonsenso, attaccamento alle istituzioni, e recuperare una fiducia che malapolitica, malasanità, e perché no, mal sindacato hanno minato. Noi ci proviamo, ma il clamore della festa di un ennesimo taglio del nastro, hanno reso il nostro interlocutore diretto, momentaneamente sordo”.