Diffamò il sindaco: le motivazioni della condanna a Lamberti

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PRATA PRINCIPATO ULTRA – Ci sono anche le accuse prive di fondamento nei confronti dell’allora sindaco di Prata Principato Ultra, Bruno Petruzziello, difeso dall’avvocato Patrizio Dello Russo, tra quelle che hanno portato nel novembre scorso il giudice monocratico del Tribunale di Avellino Lorenzo Corona ad emettere una sentenza di condanna a tre anni e quattro mesi nei confronti di Rosario Lamberti, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Gaeta, anchorman di Just TV, finito a processo per una serie di diffamazioni nei confronti di amministratori, politici, imprenditori e rappresentanti delle cooperative.

Oltre a Petruzziello tra gli altri c’erano infatti otto parti offese, tra cui l’ex parlamentare Cosimo Sibilia, l’imprenditore Sabino Basso e il consigliere regionale Luciano Passariello.

Tutti costituiti parti offese e rappresentati dagli avvocati Alberico Galluccio, Teodoro Reppucci, Eduardo Volino, Gaetano Napolitano, Raffaele Tecce e Cosimo Mastromarino.

Le motivazioni per cui è arrivata la condanna (ricordiamo che è impugnabile e quindi per il momento parliamo di una sentenza non ancora passata in giudicato) sono state di recente depositate dal magistrato del Tribunale di Avellino. Una sentenza di sessantadue pagine in cui si fa riferimento anche alla vicenda del sindaco finito nel mirino delle valutazioni diffamatorie.

Le due puntate in cui Lamberti aveva fatto riferimento a Petruzziello erano apparse online nell’ottobre del 2017. Lamberti aveva accusato il sindaco di essere: “un soggetto che prendeva tangenti, che vessava i cittadini” e addirittura che sarebbe stato legato alla “Sacra Corona Unita”.

Infine che il sindaco avrebbe preteso una sorta di tassa sulle lampade votive al cimitero. Una vicenda che lo stesso Petruzziello già nell’immediatezza dei fatti, ovvero il 17 ottobre del 2017, aveva smentito, anche perchè una volta informato dell’iniziativa assunta dalla ditta che gestiva il cimitero, nel giro di un’ora aveva preteso che l’avviso con il logo del Comune impropriamente utilizzato, scomparisse.

Per il sindaco, anche cardiologo presso un ospedale pubblico, accuse che avevano avuto eco non solo nella comunità di Prata ma anche tra i suoi pazienti. Per il giudice: “E’ provato che Lamberti…offendeva in maniera ingiustificata l’onore e la reputazione del Petruzziello, accusando quest’ultimo di avere relazioni con associazioni criminali ed attribuendogli altresì la paternità di un’ordinanza in materia cimiteriale che avrebbe previsto il pagamento di una “tangente” da parte dei cittadini per esporre le lampade votive”. Ora si attende il processo di secondo grado.