AVELLINO- “Lo spettacolo sta diventando insopportabile ed il clima tossico, solo lei deve farci uscire da questa condizione”. E’ quello che il consigliere di “Per Avellino” Amalio Santoro ha ricordato alla fascia tricolore , chiudendo il suo discorso nel corso del dibattito in aula sull’appello della sindaca Nargi. “Non c’e’ dubbio che il tono di questa sera della nostra sindaca spiazza in un certo senso. C’e’ anche una vena di malinconia, che forse rispecchia anche la malinconia della città, che assiste sgomenta alla questo spettacolo, alla resa dei conti che si consuma all’interno della maggioranza e non certo per ragioni di prospettiva politica” ha esordito cosi’ Santoro, che alla richiesta avanzata alle opposizioni dalla sindaca Nargi ha risposto: “Sara’ perche’ sono di vecchia scuola, siccome lei ha invocato il ruolo dell’opposizione. Ci tengo a dirle che l’opposizione in fondo non ha troppi doveri Ha il dovere essenzialmente della parola. Lei ci chiede stasera quasi di giustificare il futuro. Mentre per il problema che voi dovete spiegare questo presente. E non può bastare il racconto, pure sincero che lei ci ha fatto stasera. Perche’ dice: chiedo tempo perde noi come comunita’ ma perde soprattutto voi, in termini di credibilità, di forza del messaggio verso una comunità ripiegata. E’ stato detto una città che sta perdendo tanto in termini di lavoro, servizi, capacità di reazione”. Per Santoro la sindaca non ha speranza nell’operazione di ricerca di autonomia: “Questo è il motivo per cui intervengo- ha spiegato il consigliere comunale- Perche lei da un lato e’ alla disperata ricerca di una rinnovata autonomia, che è un’operazione impossibile come quella del Barone di Munchhausen, prova a sollevarsi da sola. Si porta dietro un peso che la schiaccia. Questa e’ la storia. Non c’e’ una discontinuità che si puo consumare quasi per magia”. Per nulla convinto della buona riuscita del progetto per cui la sindaca chiede tempo: “Ne’ puo’ bastare, guardi, lei ha detto: noi in questi mesi siamo riusciti a dialogare anche con altri livelli istituzionali. Vorrei dire che è il minimo sindacale. Ma per certi aspetti è un’aggravante. Perche’ lei si propone una sorta di via tecnica per uscire dalla difficoltà. Quasi come l’amministrazione di un capoluogo possa essere qualcosa di sospeso nel vuoto, di estraneo alla temperie della politica. Le devo ricordare, ma non per pedanteria, che il sindaco di un comune capoluogo, lo voglia o no, inevitabilmente deve essere anche un leader politico, nel senso che e chiamato a garantire una buona amministrazione ma anche a spiegare le ragioni della politica. Già non poteva essere. Perche’ come già mi è capitato di dire, questo civismo indifferente che vi ispira, porta inevitabilmente a sbattere. E questa operazione di nuovi equilibrio, di tempi per trovare assessori, insomma e’ un’ operazione oggettivamente di corto respiro, perché non animata da un pensiero e da un’ idea. E le devo dire che lo spettacolo sta diventando ormai abbastanza insopportabile”. Santoro ha ricordato che in certi momenti, come fece la Dc quando cadde il governo Fanfani, voto’ contro se stessa. “In certi momenti c’e’ bisogno di atti liberatorii. Che non sono garanzia di nulla, lo sono per la citta’. Perche’ essa torni respirare. Perche’ il clima sta diventando tossico. E da questa condizione e’ lei che deve farci uscire”.
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