Coronavirus a Rotondi, i “conti non tornano”: polemica sui numeri

A Rotondi l'ex sindaco ha fatto riferimento a numeri sui contagi da Coronavirus differenti rispetto a quelli circolati negli ultimi giorni.

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Il Coronavirus, nel comune di Rotondi, è diventato un caso. L’ex sindaco, Antonio Russo, non ha dubbi e lo scrive anche sui social: i contagiati in paese potrebbero essere almeno trenta, le cifre diffuse dagli enti preposti al monitoraggio sono sbagliate per difetto. Questa la sintesi del suo pensiero.
L’amministrazione comunale ribatte: ci affidiamo all’Asl e alla sanità pubblica, chiunque ha altri dati lo riferisca a loro. Uno scontro acceso che rischia di alimentare ulteriore preoccupazione è confusione fra i cittadini.

Riportiamo le parole dell’ex sindaco e dell’amministrazione attuale.

Russo dice: “Signori Amministratori, scrivo per rappresentarvi che questi ‘numeri’ non sono la Realta’ Covid di Rotondi. Già ieri e l’altro ieri non erano queste le cifre, bensì i numeri erano maggiori e stamane mi giunge la comunicazione di ‘positività’ ulteriori per cui il numero complessivo degli amici Rotondesi affetti da Covid potrebbe essere di circa 30 unità. Il mio vuole essere un contributo per la modesta esperienza acquisita e non una polemica politica, sarebbe meglio Allertare che essere Superficiali quando si tratta di Salute Pubblica. Allertare e allargare la quarantena quanto più possibile e’ stata la intuizione che ebbi da Medico e da Sindaco per determinare meno danni possibili nella Nostra comunità. Vorrei pure chiedervi chiarimenti in merito all’assenza della variante Omicron a Rotondi”.

L’amministrazione di Giuseppe Ilario risponde: “”Egregio dott. Russo, questa amministrazione non governa con atti irrituali, con prese di posizioni personali, con dati segreti reperiti chissà dove. Si affida, pensi un po’, alla sanità pubblica: vale a dire alla ASL di Avellino, che gestisce sul territorio le azioni sanitarie e i dati della pandemia. Su questi dati, le singole amministrazioni decidono. La ASL di Avellino è la nostra fonte, e non può essercene — per noi — nessun’altra. Se lei ha dati diversi, li comunichi a chi di dovere, cioè a loro. La sanità pubblica e la buona politica si fanno non attraverso post sui social media, ma con azioni trasparenti portate a conoscenza della popolazione. Noi le stiamo facendo. Aspettiamo le sue”.