Avellino – Centrosinistra a palazzo di città: giornata intensa. Un tira e molla tra riunioni flash (quella con i capigruppo: era presente la minoranza e solo Enza Ambrosone della maggioranza) e vertici interminabili: l’interpartitico comincia nella prima mattinata e condiziona la seduta consiliare. Convocata per le ore 17.00, l’aula è ancora vuota. Ore 18.00, nella sala dell’assise, solo qualche presenza sporadica. Degli assessori nemmeno l’ombra. Tranne Luca Iandolo in quota Udeur. Sono tutti ai piani alti: presenti nella sala riunioni al primo piano i segretari cittadini Gerardo Adiglietti, Pino Rosato, Gianluca Festa, Generoso Bruno, il senatore Nicola Mancino, il sindaco Pino Galasso, gli assessori in quota Ds Ivo Capone e Giancarlo Giordano, in quota Margherita Pennetta e Petracca….
Ore 19.00, si procede all’appello. 23 presenze: la seduta è valida, anche se qualcuno solleva dei ma, appellandosi allo statuto. Antonio Gengaro chiede spiegazioni dell’assenza degli assessori. (E intanto sopraggiunge Pennetta). Enza Ambrosone, presente all’appello chiede cinque minuti di sospensione e sale la tensione. La minoranza abbandona l’aula: “E’ una furbata”. Si va alla conta, la seduta è sciolta. Accuse a raffica e non poteva essere altrimenti. A cominciare da Gengaro: “ E’ stata una reazione alla prevaricazione della maggioranza. Questa furbata di chiedere la sospensione, non è rispettosa. Forse è stato un bene perché così abbiamo avvantaggiato la discussione sul Mercatone. Avranno più tempo per trovare una soluzione”.
Vincenzo Sbrescia (Forza Italia): “L’atteggiamento della maggioranza svilisce il ruolo del Consiglio”.
Giovanni D’Ercole (An): “Non si presentano in aula nemmeno dopo un’ora e mezza. Oggi si è scritta la più vergognosa storia del centrosinistra. La maggioranza su una cosa è d’accordo: far cadere il numero legale dell’ex Giunta Galasso. Preferiscono le segrete stanze piuttosto che il Consiglio”.
Antonio De Fazio (Libera Città): “Ancora una volta è mancato il rispetto nei nostri confronti e nei confronti della città. E’ scandaloso”.
Pino De Lorenzo (Forza Italia): “Si è verificato un atteggiamento irresponsabile. E’ incomprensibile che su una questione così importante invece che presentarsi in aula si è preferito riunirsi altrove”.
Gennaro Romei (Udc): “La maggioranza non si presenta in Consiglio perché lo ritiene un fastidio. Attendiamo ora di conoscere le determinazioni dell’amministrazione: non ha alcuna visione strategica della città. La vedo in una nebulosa tra ‘Terra’ e ‘Notti Bianche’. L’unico atto degno di nota di questo settembre è la ricorrenza del compleanno del sindaco”.
Ore 19.30: si vedono scendere dalle stanze del primo piano: Adiglietti con Capone, Giordano e Palladino. Al segretario di via Carlo del Balzo, chiediamo spiegazioni specie per un documento atteso ma non sopraggiunto: si tratta del documento della ‘pace’: sarebbe servito a stemperare le tensioni. E’ il massimo esponente cittadino a chiarirci la questione e a sottolineare come il documento ‘commissionato’ dal resto della maggioranza non poteva essere stilato senza il confronto con i ‘suoi’. Ma questa mattina ci sarà e sarà reso pubblico. Conterrà dei principi fondamentali dai quali partire, in particolare si farà riferimento al Puc. Poi incalzato dai cronisti, sulla questione Mercatone sottolinea: “Noi gradiremmo che la questione fosse socializzata prima alla maggioranza e poi alla Giunta. I partiti devono andare via: l’amministrazione è di chi è stato eletto. “Spetta a chi è stato eletto dal popolo sovrano dare spiegazioni”. A buon intenditor…
Per quanto riguarda l’andamento dei ‘lavori’ nell’assise pubblica: “E’ stato un incidente di percorso”. E poi “Chi vuole il suo male pianga se stesso”…
Ore 20.00: il sindaco ci riceve. Con lui anche Enza Ambrosone, poi sopraggiungono Pino Rosato, Luca Iandolo, Modestino Verrengia, etc. etc.
“Ho ritenuto opportuno non presentarmi in Consiglio senza un esecutivo pieno. Avevamo chiesto la presenza dell’assessore Antonello Rotondi, ma Adiglietti ha ritenuto opportuno stilare prima il documento per chiarire ulteriormente la situazione”. Sul Prg: “Parlare adesso e non avere né documento, né Giunta non mi sembra opportuno. Certo è che, i tempi vanno ottimizzati. Le decisioni vanno prese entro dicembre”. E sulla questione gli eletti facciano gli eletti, i politici i politici, i tecnici…, si trovano d’accordo tutti. Insomma le distanze tra Ds e Margherita sembrano allentarsi. Toccheremo con mano venerdì: l’assise pubblica nuovamente convocata rappresenterà la prova del nove. (di Teresa Lombardo)