Scarcerazione dai domiciliari ma obbligo di dimora: è quanto disposto dal Tribunale del Riesame di Napoli dopo che la Procura di Napoli aveva chiesto la revoca degli arresti domiciliari in seguito alla richiesta avanzata dai legali di Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale., ritenendo esaurite le esigenze cautelari, ma i giudici della decima sezione (presidente Maria Rosaria Cosentino, giudici Annnalisa De Tollis e Michele Mazzeo) hanno deciso diversamente. L’art. 283 del Codice di Procedura penale avente ad oggetto appunto l’obbligo di dimora impone all’idagata di non allontanarsi, senza l’autorizzazione del giudice che procede, dal territorio del comune di dimora abituale, in questo caso Ceppaloni.
Con il provvedimento che dispone l’obbligo di dimora, il giudice prescrive all’imputato di non allontanarsi, senza l’autorizzazione del giudice che procede, dal territorio del comune di dimora abituale ovvero, al fine di assicurare un più efficace controllo o quando il comune di dimora abituale non è sede di ufficio di polizia, dal territorio di una frazione del predetto comune o dal territorio di un comune viciniore ovvero di una frazione di quest’ultimo. Se per la personalità del soggetto o per le condizioni ambientali la permanenza in tali luoghi non garantisce adeguatamente le esigenze cautelari previste dall’articolo 274, l’obbligo di dimora può essere disposto nel territorio di un altro comune o frazione di esso, preferibilmente nella provincia e comunque nell’ambito della regione ove è ubicato il comune di abituale dimora.
Quando dispone l’obbligo di dimora, il giudice indica l’autorità di polizia alla quale l’imputato deve presentarsi senza ritardo e dichiarare il luogo ove fisserà la propria abitazione. Il giudice può prescrivere all’imputato di dichiarare all’autorità di polizia gli orari e i luoghi in cui sarà quotidianamente reperibile per i necessari controlli, con obbligo di comunicare preventivamente alla stessa autorità le eventuali variazioni dei luoghi e degli orari predetti.
Il giudice può, anche con separato provvedimento, prescrivere all’imputato di non allontanarsi dall’abitazione in alcune ore del giorno, senza pregiudizio per le normali esigenze di lavoro.
Nel determinare i limiti territoriali delle prescrizioni, il giudice considera, per quanto è possibile, le esigenze di alloggio, di lavoro e di assistenza dell’imputato. Quando si tratta di persona tossicodipendente o alcooldipendente che abbia in corso un programma terapeutico di recupero nell’ambito di una struttura autorizzata, il giudice stabilisce i controlli necessari per accertare che il programma di recupero prosegua.
Dei provvedimenti del giudice è data in ogni caso immediata comunicazione all’autorità di polizia competente, che ne vigila l’osservanza e fa rapporto al pubblico ministero di ogni infrazione.
Ancora non sono chiari i limiti imposti dal provvedimento del Tribunale partenopeo. Secondo la giurisprudenza, infatti, il giudice può prescrivere all’imputato di dichiarare all’autorità di polizia gli orari e i luoghi in cui sarà quotidianamente reperibile per i necessari controlli, con obbligo di comunicare preventivamente alla stessa autorità le eventuali variazioni dei luoghi e degli orari predetti.
Sandra Lonardo, accusata di tentata concussione, è stata raggiunta dal provvedimento di mandato di custodia cautelare lo scorso 16 gennaio, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere su un presunto giro di affari e pressioni esercitate da esponenti dell’Udeur in Campania. Nell’inchiesta risulta indagato lo stesso Mastella, che ha prima dato le dimissioni da Ministro della Giustizia e poi è uscito dalla maggioranza, innescando la crisi del governo di centrosinistra culminata giovedì scorso nel voto di sfiducia in Senato.
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La notizia dell’obbligo di dimora per Sandra Lonardo è stata accolta con una certa amarezza a Ceppaloni, dove davanti alla villa di Clemente Mastella, si sono ritrovati cittadini, amici e sostenitori. Delusione tra le componenti del comitato permanente per Sandra i cui componenti da due settimane sostano davanti alla villa di Ceppaloni. Poco fa i carabinieri hanno notificato il nuovo provvedimento.
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“Sono sorpreso dal provvedimento e ritengo che la battaglia giudiziaria sarà dura e lunga. Domani mattina presenteremo l’istanza al gip di Napoli perché autorizzi Lonardo ad adempiere alle sue funzioni di presidente del Consiglio regionale della Campania come da mandato democraticamente affidatole”, ha riferito il legale di Lonardo, Titta Madia.