Caos nel Centrodestra e nel Pd: Petitto straccia la tessera, D’Agostino silurato da Meloni

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Caos nella coalizione di Centrodestra. Il presidente dell’Avellino calcio, Angelo D’Agostino, è stato escluso da Meloni e Berlusconi per far posto a Gianfranco Rotondi che, dopo diversi anni, torna a competere in patria per tentare l’ennesima rielezione. Eletto per la prima volta nel 1994, ormai un veterano tra le poltrone di Montecitorio e Palazza Madama, in caso di vittoria potrebbe acciuffare la sua settima legislatura.

Nonostante mesi di interlocuzioni, quindi, D’Agostino è stato silurato dalla scelta della leader di Fratelli d’Italia di paracadutare nel collegio avellinese un fedelissimo della coalizione, già ministro del Governo Berlusconi. Un’operazione che ha lasciato molti elettori di centrodestra interdetti: fuori un imprenditore che investe fortemente sul territorio e che è a capo della squadra di calcio della città, dentro un paracadutato dall’alto. Forti malumori anche nei dirigenti irpini di centrodestra, ignorati per quanto riguarda i listini proporzionali riservati, tra gli altri, alla moglie di Berlusconi Marta Fascina, alla capogruppo al Senato, la bolognese Annamaria Bernini e ai maggiorenti di Fratelli d’Italia.

Non se la passa bene neanche il Partito Democratico. Livio Petitto, personaggio di spicco dei dem irpini e campione di preferenze alle scorse Regionali, ha stracciato la tessera dopo il siluramento attuato dai vertici provinciali del partito che hanno puntato su Maurizio Petracca per l’uninominale e Rosetta D’Amelio per il proporzionale. “Ho preso atto, con profonda amarezza – ha dichiarato il consigliere regionale – che il Partito Democratico della Campania è una succursale di palazzo Santa Lucia e che non vi è alcuno spazio di confronto nè politico nè istituzionale. Una condizione umiliante e indegna”. Uno scontro che coinvolge indirettamente anche il sindaco di Avellino Gianluca Festa, già in rotta di collisione con via Tagliamento. La domanda che moltissimi militanti Pd si pongono in queste ore è se esista un Pd provinciale o se tutte le decisioni vengano prese dal governatore De Luca per imporle alle segreterie locali. Festa e Petitto, nonostante i successi elettorali, continuano ad essere lasciati ai margini di un partito locale che premia la fedeltà al presidente della Regione che, è nei fatti, continua a dettare legge e imporre candidature anche in Irpinia.

Michele Gubitosa, vice di Giuseppe Conte, sarà in campo sia nel collegio uninominale di Avellino che nel proporzionale blindato.

Infine il polo di Calenda e Renzi che sarà rappresentato nell’uninominale di Avellino dal sindaco di Teora, Stefano Farina.

La sensazione è che il voto di opinione, come fu nel 2013 e nel 2018, anche in queste elezioni politiche spariglierà le carte e le previsioni dei sondaggisti.