Camorra, sul Baianese torna l’ombra lunga del clan Cava?

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BAIANESE- Nel Baianese torna l’ombra lunga del clan Cava? I due arresti eseguiti in mattinata dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano hanno riacceso infatti i riflettori sulle dinamiche criminali nella zona Mandamentale, dal 2016 ad oggi molto dinamiche. Segnando un probabile ritorno del clan quindicese, visto che uno dei suoi elementi apicali, Bernardo Cava, detto Aldo, e’ finito in carcere con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini del pool di magistrati coordinato dal Procuratore Aggiunto Sergio Ferrigno hanno portato infatti al cinquantenne fratello del boss Antonio Cava, detto N’do N’do, ritenuto uno dei capi della famiglia (l’altro era il defunto Biagio Cava) e attualmente detenuto proprio con l’accusa di essere il promotore e organizzatore del gruppo in regime di 41 bis nel carcere de L’Aquila. Dal dicembre del 2019, data della sua scarcerazione dopo undici anni di reclusione, Cava si era trasferito proprio a Mugnano, dove anche prima del blitz del maggio 2008 abitava. L’ultima vicenda di cronaca che lo ha visto protagonista era legata all’indebita percezione del reddito di cittadinanza. Ieri mattina e’ tornato in carcere, quello di Secondigliano. Questa mattina sarà ascoltato dal Gip del Tribunale di Napoli Leda Rosetti alla presenza del suo legale, l’avvocato Alessandro Del Grosso per l’interrogatorio di garanzia. Stesso anche per il suo presunto complice nel tentativo estorsivo, Pellegrino Crisci, difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero.
Un cambio nelle dinamiche criminali nel Baianese? Ancora presto per dirlo. Intanto a quanto pare Cava avrebbe comunque riorganizzato le fila del gruppo nel Mandamento. Come è noto nella zona c’è un vuoto di potere criminale. Prima il blitz contro il Nuovo Ordine di Zona, che aveva proprio deciso di scalzare il clan Cava dal Baianese, poi quelli contro il Nuovo Clan Partenio e il clan Sangermano. Una zona da riconquistare. Per fortuna stavolta la denuncia dell’imprenditore e le indagini di Carabinieri e Direzione Distrettuale Antimafia hanno dato un’immediata risposta alla presunta vicenda di pizzo.