Aste Ok, bacio mafioso, minacce e intercettazioni: nuova udienza “fiume”

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Il colpo a sorpresa in un momento di relativa “calma” istruttoria ha tentato di piazzarlo il penalista Alberico Villani, difensore di Armando Aprile, facendo al maresciallo che ha condotto le indagini su Aste Ok una domanda all’apparenza di rito nel controesame in aula: “Le risulta che qualcuno, non terzo esecutato, si sia rivolto ad Aprile o Galdieri per avere un aiuto nella aggiudicazione delle aste?”. “E’ il tema del processo, l’impianto del processo che si fonda sul ruolo degli esecutati” gli risponde il pm Antimafia Henry Jhon Woodcock. Il maresciallo del Nucleo Investigativo di Avellino però non è impreparato, nonostante sei ore di esame, visto che sono quasi le sedici quando il penalista cala il suo asso: “No, non risultano richieste di terzi non esecutati per ottenere assistenza all’aggiudicazione”. Cosi il primo assalto all’impianto accusatorio vede reggere l’accusa nel controesame. Non certo una passeggiata per il sottufficiale dell’Arma che da due udienze si trova sotto il fuoco di fila delle difese nel processo Aste Ok. Nell’udienza di ieri quello di due penalisti come Gaetano Aufiero e Alberico Villani che hanno mirato a scardinare i punti più importanti dell’ impianto accusatorio. Un nuovo controesame fiume e serratissimo quello nell’aula di Corte di Assise davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone. A partire da quello del penalista Aufiero, difensore di Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo e Beniamino Pagano. Proprio uno dei punti a meta’ tra valenza probatoria (l’aggravante mafioso) e immagine simbolo dell’inchiesta, ovvero il “bacio” sulle bocca tipicamente usato come saluto tra mafiosi contestato a Beniamino Pagano e Damiano Genovese, che sarebbe avvenuto nel deposito di legname del primo, viene contestato alla luce delle immagini e dei frame dalla difesa di Pagano. “Il bacio sulle labbra dove lo vede?” Chiede l’avvocato Aufiero al luogotenente dell’ Arma: “Si avvicinano e si toccano sulle labbra-non ha dubbi il sottufficiale- Guardando il video si baciano
Dal video e evidente che si baciano, dai frames non è molto chiaro”. Per l’inquirente non ci sono dubbi. Le domande del difensore puntano sia sul fronte dei collegamenti ma anche delle intercettazioni, quelle su cui in parte Aufiero l’aveva già spuntata per la famosa chiamata in cui si sarebbe asseritamente parlato di cocaina, ma dallo stesso Riesame della chiamata voluto dalla Dda era stato escluso che si facesse riferimenti alla droga. Una circostanza che è stata richiamata in aula dallo stesso pm Woodcock. “Ci sono stati contatti telefonici tra Galdieri e Valente Carmine” chiede Aufiero: “No” e’ la risposta del sottufficiale. “Da cosa desumete che Valente Carmine sia elemento apicale del clan, vi e’ nota la partecipazione ad altra organizzazione mafiosa in particolare il clan Cava?”. “No, non me lo ricordo” ha risposto l’investigatore. Per il sottufficiale che ha coordinato gli accertamenti: “Le intercettazioni sul procedimento 21321 dalle quali si è compreso che avesse questo ruolo di apicalita’ e interessavano le estorsioni ai danni di un imprenditore”
Incalzato su questo aspetto dal penalista, in riferimento alle evidenze investigative che facessero emergere il ruolo di Valente, il sottufficiale ha fatto riferimento ad un’intercettazione in cui si faceva riferimento al fatto di dover “portare imbasciata ad un imprenditore da Carminuccio Caramella perché lo stanno aspettando”.
Per la vicenda delle aste si è partiti dalla famosa intercettazione del 19 dicembre che ha dato origine al procedimento.
“Avendo questo alert nel 2018 avete fatto un percorso a ritroso per verificare se ci sia stata qualche conversazione interessante per verificare un eventuale interessamento o qualche emergenza interessante?” la domanda del difensore. E la risposta anche in questo caso e’ “no”.
“Non avete ritenuto di andare a vedere fare una valutazione a ritroso? Mi sa dire se è stato fatta dopo le dichiarazioni di Forte Livia se ci fossero state attività che riguardassero le attività sulle aste?
“Non è stata fatta”. E poi affonda su un tema legato alle indagini
Come mai non avete fatto ugualmente comunicazione di notizia di reato nei confronti di tre soggetti per turbativa d asta? Competeva o meno all ufficio di pg segnalarli”. Una domanda su cui c’è stata opposizione. Ma Aufiero ottiene però che lo stesso pm antimafia Woodcock chieda una verifica in aula sulle oltre trecento procedure del 2019 e sulle intercettazioni che secondo il penalista non sarebbero corrispondenti alle frasi pronunciate. Lo fara’ anticipando un 507 (una testimonianza al di fuori della lista testi) puntando “in modo precipuo le aste con esecutati interessati. E’ un dato di cernita interessante. Sono d accordo con l avvocato Aufiero nel momento in cui ha parlato di ascoltare in camera di consiglio serenamente le intercettazioni. Da una parte non ho nulla contro. Dall altra parte il Tribunale si renderà conto che le intercettazioni non sono così nitide come quella che avevo fatto trascrivere ed era emerso”. Lo stesso Aufiero ha replicato in merito alla verifica sulle aste e sulle intercettazioni, ponendo un distinguo però sul secondo aspetto: “Sulla richiesta mi associo, ben venga l acquisizione sulle aste, ben venga. Quanto al contenuto delle intercettazioni, intendo precisare che la conversazione 912, quella Giovanni o Giovanni, quando la parola è stata pronunciata e non era Giovanna ma Giovanni. Il pm Rossi nell’altro procedimento chiese l’ottimizzazione di quella trascrizione. Chiese ed ottenne di riascoltare quella chiamata. Fu chiamato l’ingegnere Porto. Insisto perché sia fatta in udienza. Nell’esempio del pubblico ministero la vocale finale e’ addirittura sparita”. A chiudere l’intensa udienza di oggi pomeriggio e’ stato il controesame del penalista Alberico Villani, il difensore di Armando Aprile, uno dei capi del cartello che avrebbe monopolizzato le esecuzioni immobiliari presso il Tribunale di Avellino.
A partire dall’eventuale presenza di conversazioni che attestassero un rapporto tra i Galdieri, Pagano, Dello Russo e Aprile. La risposta è stata semplice: “Conversazioni telefoniche non ne ricordo- ha spiegato il sottufficiale dell’ Arma- Aprile Armando parla dei rapporti con Galdieri Nicola e ne parla anche con Forte Modestino facendo riferimento alle percentuali. Ce una conversazione in cui Aprile parlando con il fratello racconta di aver dovuto portare conti e spese e di aver trovato un accordo per il sette e cinquanta per cento”.
Investigativo l’ attività intimidatoria verso gli esecutati? Chiede il penalista al luogotenente : “Noi dobbiamo mettere paura diceva Aprile. Spiegando meglio: l’ appartamento deve interessare all esecutato non piacere a noi diceva, evidenziando come quanto l’ esecutato fosse intimidito anche dal solo sopralluogo. Quando non si riusciva a sortire effetto entravano in campo i Galdieri. Infatti in una intercettazine ricorda come “abbiamo preso questi soldi grazie a Nicola Galdieri”. La difesa insiste sul tema delle minacce. Avete docuementato interventi per impedire la partecipazione alla aste?
Non è stato impedito di partecipare alle aste. Tu non puoi partecipare non lo abbiamo mai sentito. Erano interessate persone che erano esecutate perché non avevano soldi. Al di là del sopralluogo erano molto spesso Livia Forte e Armando Aprikla a convocare presso il ristorante It’ok le persone esecutate”.
Infine un altro tema proposto da Villani: nel corso delle intercettazioni si poteva fare differimento solo a Nicola Galdieri?
Solo a Galdieri . Nelle contestazioni che abbiamo inserito nelle informative abbiamo anche spiegato il motivo che si parla di Galdieri”. La vicenda e’ chiara. Per la difesa solo 13 aste su 300 non dimostrerebbero il “monopolio” sul settore. Per l’accusa però non si deve tenere conto di tutte le aste, ma solo in quelle dove c’erano esecutati interessati a riottenere il proprio bene e quindi minacciabili anche psicologicamente. In aula intanto si torna il prossimo 5 maggio.