AVELLINO- La bandiera di Alleanza Nazionale e il lungo applauso che ha salutato l’uscita del feretro dalla Chiesa del Rosario. L’Irpinia saluta uno degli orgogliosi protagonisti della destra in Campania e soprattutto, come è stato ricordato negli interventi dell’altare, un uomo al servizio delle istituzioni e della comunità. In Chiesa numerosi rappresentanti politici, non solo della destra, e la sindaca di Avellino Laura Nargi.
Una lunga omelia, quella che Don Marcello Cannavale, partendo proprio dalle parole del Vangelo, ha rivolto ai familiari di Francesco D’Ercole: “Un uomo di grande statura morale e anche spirituale”, ha ricordato il sacerdote, che rivolgendosi ai figli ha sottolineato come nei prossimi mancherà sicuramente lo sguardo d’amore del padre: “il gesto più difficile – ha detto Don Marcello – è stato sicuramente velare il volto di un padre. Lo sguardo di amore che non potremo più vedere. Il testamento di un padre, di Gesù, di un marito. L’amore è restare, quando tutto intorno sembra sfuggire”.
Ma c’è l’importanza di un testamento, quello che lascia in eredità D’Ercole: “La capacità e la voglia di saper ancora sognare e di investire”. Rivolgendosi ai nipoti, ha voluto ricordargli che “oggi avete visto la chiesa piena di volti, non solo quelli di familiari ma anche di tante persone che non conoscete, perché nonno aveva tanti amici. Era semplicemente il nonno sulle cui ginocchia vi siete seduti per giocare. I nonni restano sempre a fianco dei loro nipoti”. E sempre ricordando la parole di Gesù: “Rimanete nel mio amore, il momento di stringervi. Lo dico perché la vostra gioia sia piena. Si può mai essere felici in un funerale, questa felicità è una promessa e una premessa, perché non vi lascerà mai soli. Si resta in maniera invisibile ma sempre accanto alla vostra vita. Il testamento di Gesù è anche una consegna, dona le chiavi del tempio. Vostro papà vi dona un testamento, potete ringraziare di aver avuto un uomo, un padre e un sognatore, colui che ha avuto una visione e ve l’ha trasmessa”. Commosso e in lacrime l’intervento di Giovanni D’Ercole, il figlio che ha raccolto il testimone dell’impegno politico di Francesco D’Ercole. “Mi perdonerai se stavolta leggerò – ha detto Giovanni rivolgendosi al padre – l’ultima volta che l’ho fatto, al mio insediamento in consiglio comunale, mi dicesti: non farlo più”. La sua passione non è mai venuta meno. Perché doveva servire un’idea, perché doveva mantenere alta quella bandiera, lui doveva tenerla alta come ci aveva insegnato Almirante. Il lavoro che ha svolto in Tribunale in Procura, il suo unico fine è stato servire le comunità. Nella sua segreteria non è mai stato chiesto da dove veniva e abitava chi vi si rivolgesse. Papà cercava di servire tutti. A volte lo prendevamo in giro quando diceva: sono in servizio. Ora ho capito cosa voleva dire stare in servizio. L’affetto di questi giorni va oltre la politica. L’affetto di tutta la sua amata provincia. Ricordo l’ultima campagna elettorale che abbiamo fatto a parti invertite. I ricordi sono i momenti felici, quello che a lui interessava era lasciare qualcosa. Lui ci ha lasciato un’eredità di cui spero riusciremo ad essere sempre degni”.
Gianfranco Rotondi ha scelto le parole di Paolo nella Bibbia per ricordare ai nipotini: “Ha combattuto una buona battaglia e oggi dovete salutarlo con un sorriso perché va a ricevere il premio”. Nel suo intervento il parlamentare ha evidenziato: “oggi ha l’unanimità, che è il sogno di tutti i politici. Ma non avviene per tutti. Per Franco è avvenuto, lo avete percepito, mi fa piacere che Giovanni lo abbia ricordato. E la sua grandezza è evidenziata dal fatto che quelli che avevano idee diverse lo piangono più di quello che condividevano le idee. Franco aveva una bandiera, che avete fatto bene a poggiare sulla sua bara, ma ci ha insegnato che in politica l’idea e i valori a cui si forma servono a raggiungere delle responsabilità e quando si sono raggiunte bisogna rappresentare tutti, soprattutto quelli che la pensano diversamente. Ricordo un episodio, un dirigente regionale, che quando Franco era assessore si stupì del fatto che fosse stato rinnovato nella sua responsabilità. Le parole di Franco a questo proposito servono a comprendere la coerenza: sono qui per separare i capaci dagli incapaci e non i dipendenti di destra da quelli di sinistra”. Ed infine il fatto che quello che è piu vivo è stato il suo essere coerente in tutte le esperienze”.
A fianco di Giovanni nel ricordare il padre sull’altare anche il senatore Sergio Rastrelli, che ha messo in evidenza come la sua presenza oggi per dare “l’addio a un galantuomo della politica e delle istituzioni, che ha fatto della coerenza assoluta la ragione stessa della sua esistenza. Lo dimostra la circostanza che a rendere oggi gli onori non ci sia soltanto la destra, ma ci sia un’intera comunità cittadina, un’intera comunità territoriale. La prova dello splendido modo di interpretare il servizio ai cittadini che ha avuto questo militante orgoglioso, questo amministratore capace, questo uomo straordinario. E il testimone che ci lascia noi lo raccogliamo con la responsabilità di quello che ha significato Franco d’Ercole per tutta una generazione, per tutto un territorio”.