“L’armata Brancaleone guidata da Galasso ha dato nel Consiglio comunale l’ennesimo esempio di come la Città è amministrata da chi tutto può fare nel campo dello spettacolo, ma non può certo ambire ad una cosa seria come il governo di sessantamila cittadini”. Questo il commento di Giovanni D’Ercole, in quota An, all’indomani della seduta d’assise. “Abbiamo avuto dalla viva voce del consigliere Trofa la conferma di quanto andiamo da tempo denunciando: la cappa di una interferenza feroce delle segreterie cittadine nelle scelte dell’Amministrazione a discapito di chi rappresenta in Consiglio il voto popolare. Veti incrociati, bassi interessi di bottega di chi rappresenta solo se stesso, bloccano sin dall’inizio l’attività della Giunta Galasso, mortificando gravemente il Consiglio comunale, che non è più luogo di produzione della volontà politica: dopo tanto tempo l’opposizione era riuscita a portare in aula la discussione sul futuro del Teatro Gesualdo, una discussione importante ed attesa da tutta la Città. Ma, con una atto di arroganza e mortificando le prerogative della minoranza non è stato consentito di trattare del Teatro, nonostante lo stesso Assessore Iermano fosse apertamente intenzionato a confrontarsi con l’aula. Dinanzi ai continui atti di arroganza della maggioranza e ai continui scricchiolii che si avvertono rinnoviamo una domanda ormai ricorrente al Sindaco: esiste ancora una maggioranza a Palazzo di Città? Se, constatata la debolezza dei numeri, non c’è più maggioranza in aula, non sarebbe più dignitoso per Galasso dimettersi e rinunciare all’accanimento terapeutico col quale cerca di rianimare una coalizione nata già morta, al fine di risparmiare ulteriori disastri ad Avellino e agli avellinesi?”.
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