Avellino, boss con il reddito di cittadinanza assolto per un “cavillo”

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Venticinque giorni. Quelli che hanno consentito al difensore del settantatreene G.S, (da anni trasferito ad Avellino ma secondo la Dda di Napoli almeno fino all’ultima condanna rimediata nel 2011 uno degli esponenti di spicco di una famiglia di camorra di Chiaiano) il penalista Carmine Ruggiero, di ottenere una sentenza di non luogo a procedere davanti al Gup del Tribunale di Avellino nei confronti del suo assistito, accusato dalla Procura di Avellino e dalla Gdf di avere indebitamente percepito tra aprile 2019 e giugno 2021 il reddito di cittadinanza. Il fatto non sussiste ha deciso il Gup alla luce verosimilmente di una circostanza evidenziata dalla difesa. La domanda di ammissione al contributo da parte del settantenne era stata presentata il 6 marzo 2019.

Nella stessa era stata omessa secondo l’accusa la circostanza legata proprio all’ultima condanna per reati di associazione mafiosa rimediati (nel giugno 2011). Un motivo di revoca e di inammissibilita’ della domanda. L’avvocato Ruggiero ha però messo in evidenza che la vera e propria stretta, anche dal punto di vista normativo alla impossibilità per i condannati per mafia di accedere al beneficio era scattata solo con le modifiche apportate il 28 marzo e pubblicate a fine marzo del 2019. Motivo per cui dunque al momento della sottoscrizione della domanda, il settantenne era nella piena facoltà di fare domanda. Una tesi che ha determinato l’assoluzione del settantenne boss napoletano. Nel giugno 2021 l’Inps ha revocato il reddito di cittadinanza al soggetto in questione, che secondo l’ipotesi della Procura di Avellino che ne aveva chiesto il processo per 316 ter (indebita percezione di erogazioni pubbliche) avrebbe intascato più di seimila euro di Reddito grazie alla richiesta fatta all’Istituto. Ora si attende la motivazione della sentenza di non luogo a procedere emessa dal Tribunale di Avellino anche per comprendere se la tesi della difesa e’ stata verosimilmente decisiva per la sentenza di non luogo a procedere.