Ariano – Al via ‘Tradariano’, rassegna di artigianato e folklore

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Ariano – L’amministrazione comunale di Ariano Irpino presenta “Tradariano”, rassegna di arte, tradizione, artigianato e folklore organizzata da “Hablariano” che si terrà domani e dopodomani negli antichi borghi di Via Donato Anzani e Rione Sambuco. Con questa iniziativa l’associazione Hablariano presenta la sua proposta per restituire senso alla storia e alla tradizione della città, nella prospettiva di un futuro migliore. Verranno ricostruite scene popolari dei primi decenni del secolo scorso, con la preparazione di pietanze tipiche quali “cicatielli”, “cotica”, “pipilli e patane”. Gli abiti saranno quelli dell’epoca, i bambini si divertiranno con i giochi dei loro avi: “Lu mazzicariello”, “Lu iuoco de la pignata”, “Lu masto”. Esposizioni delle manifatture dei maestri ceramisti e concerti di musica popolare itinerante ed esibizione di giocolieri ed artisti di strada allieteranno il percorso di Via Donato Anzani. UN PO’ DI STORIA – Ariano Irpino ha, nel corso dei secoli, conosciuto trasformazioni notevoli, pur badando a costudire gelosamente e a consolidare il proprio patrimonio culturale, religioso, urbanistico. Un patrimonio che la città ha attinto a piene mani dal mondo degli onesti, seppur diffidenti contadini e da quello degli industriosi e sapienti artigiani.Dopo tanta svalutazione dell’esperienza storica di ciascuna comunità locale, hablAriano presenta la sua proposta per restituire senso alla storia e alla tradizione, nella prospettiva di un futuro migliore per la sua città.
Con la rassegna tradariano l’associazione vuole costruire il primo gradino di un lungo “ponte” che possa trasportare: valori, storie, credenze, tutte quelle consuetudini e testimonianze umane che, seppur tramandate solo oralmente, consentano ai luoghi di fissarsi nella memoria.Non è dunque casuale la scelta del Rione Sambuco, un sito caratteristico che ancora profuma di antico e che diventa lo scenario più consono allo scopo che l’associazione vuole perseguire: valorizzare un territorio agli occhi di tutti i suoi abitanti, affinchè ne riconoscano le potenzialità e concorrano a svilupparle (Il Presidente dell’Associazione).PIANTINA CON INDICAZIONE DEL PERCORSO – Uno spazio urbano, nel cuore del centro storico da voce alle espressioni più significative della cultura locale.Nello scenario naturale del rione Sambuco e della via Donato Anzani, tutti i cittadini di Ariano e dei paesi limitrofi sono invitati a riscoprire antiche usanze, ad ammirare i costumi e ascoltare i canti degli antenati, ad assaporare i piatti genuini dell’agro arianese, ad ammirare le produzioni artigianali più tipiche, a cimentarsi nei giochi che hanno divertito i nostri nonni, il tutto allietato dall’arte e l’abilità degli artisti di strada e dai concerti serali di musica itinerante.Questo ed altro incontrerà l’ospite di tradariano lungo il percorso che si snoda lungo via Donato Anzani fino a raggiungere il Rione Sambuco.
LARGO. 1 – tradSapori – La storia di Ariano Irpino è la storia di una civiltà agricola e pastorale, legata alla cultura della Transumanza. Anche la cucina nasce, dunque, da una mescolanza di sapori e saperi d’influenza molisana, abruzzese, irpina, pugliese e lucana, seppur alla base dell’ alimentazione restano: cereali, legumi, verdure e carni varie e più raro figura il pesce.
Il menu più tipico annovera, infatti tra Ruocculi e cicatielli, Cotica mbuttita, Cavaiuoli, Alici epatane a turtiera, Cicatielli, Pipilli e ova Ricchitelle, Mugliatielli, Fasuli cu la cotica, Piccione mbuttito, Minesta mmaritata, ciammaruche, Minesta a la pignata, Spezzatino, Scarcioffole mbuttite e fave, Trippa, Laine e ciciri, Baccalà fritto, Laine e fasuli, Suffritto d’aino. A ciò si aggiungono CONTORNI e PIZZE: Pipilli a la cumposta, Pizza ianca, Pipilli mbuttiti, Pizza cu la pummarora, Pipilli e patane, Pizza cu l’alici, Nzalata di pummarore e citruli, Pizza a la vrace, Muligname sott’uoglio, Scarcioffole sott’uoglio. Lungo tutto il percorso sarà possibile degustare assaggi di formaggio e prosciutto ed inoltre, pane condito con olio di produzione locale, a cura dell’ associazione ‘E٨AION – LARGO. 2 – La moda e i costumi tradizionali: Nei primi decenni del secolo scorso, gran parte della popolazione non poteva permettersi di seguire la moda, a causa delle difficili condizioni economiche.
Le donne possedevano pochi capi d’abbigliamento, i vestiti erano semplici e cuciti a mano dalle sarte. In estate indossavano gonne lunghe di cotone, una camicia e calze fini, mentre in inverno portavano gonne lunghe di lana, calze pesanti o di lana fatte a mano e sulle gonne avevano generalmente un grembiule nero.
Quando le donne cominciavano ad avere i capelli bianchi mettevano sul capo lu maccaturo. Come calzature, la maggior parte delle donne utilizzava gli zoccoli che erano resi più resistenti da chiodi applicati sotto le scarpe, simili a bulloni per non consumare la suola. Tutte le donne, però, possedevano un paio di scarpe per la domenica o i giorni di festa.
Gli uomini che vivevano in paese portavano pantaloni “alla zuova” meglio detti alla zompafuosso, cioè lunghi solo fino al ginocchio, con una camicia di cotone, invece in inverno indossavano pantaloni pesanti e portavano nu mantiello al posto del cappotto.
I contadini indossavano pantaloni scuri di fustagno e una camicia a quadri ed anche loro conservavano un abito per la domenica e i giorni di festa.
Durante i funerali si indossavano abiti neri. Persino i bambini portavano una fascia nera al braccio in segno di lutto.
Fluttuanti volants alle caviglie, trine, merletti, copricapo con fiori e frutta, ventagli e gioielli connotavano, invece, l’abito delle dame, così come l’immancabile doppiopetto, la catenina al panciotto e la bombetta erano segno distintivo per i signori “di classe”.- LARGO. 3 – L’antica maiolica popolare: La produzione di maioliche ad Ariano Irpino è documentata sin dal neolitico grazie ai reperti rinvenuti nel sito millenario de “La Starza”; mentre dalle discariche circostanti le mura di cinta della città, sono emersi documenti di “protomaiolica” di matrice italo-araba, certamente introdotta dai valenti artigiani islamici giunti ad Ariano intorno al 1140 al seguito di Ruggero II il Normanno. In quell’epoca i manufatti assumono una tipologia tipicamente orientale, conservata finchè non giungono in paese i “maiolicari”di Faenza, al seguito del conte Francesco Sforza, nella seconda metà del sec.XV, i quali danno forma ad una nuova tipologia, definita “compendiarla faentina”.
E’ solo a partire dal XVII secolo, però, che le maioliche arianesi definiscono un proprio carattere distintivo con l’impiego di cromie solari e vivaci, per dar vita a varie figurazioni che, fondendo il fantastico e il reale, narrano il cammino della comunità nelle sue abitudini, tradizioni e credenze.
Dopo una fase di grande fioritura intorno alla fine del 1700, sia nella produzione artigianale, che nel commercio delle maioliche, si è assistito ad una progressiva scomparsa dell’attività “figulina”, a causa di continue catastrofi naturali, ma anche dell’incapacità dei ceramisti di effettuare miglioramenti nelle proprie fornaci.
Solo a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso i maestri locali si sono impegnati a far rivivere il prestigio dell’”arte ceramica”, stimolati anche dall’istituzione del Museo Civico della Ceramica, che custodisce secoli di tradizione, di esperienza e talento artigianale.La maiolica arianese è ormai nota in tutto il territorio nazionale, in quanto Ariano Irpino è paese-membro dell’AiCC- Associazione Italiana Città della Ceramica-, tanto da ottenere nel 2004 il riconoscimento D.O.C.: il marchio che tutela la produzione artistica e garantisce l’origine e l’autenticità del manufatto creato secondo modelli, forme e decori della tradizione.In queste poche righe c’è la storia di quanto propongono oggi i ceramisti in esposizione per tradariano. Una straordinaria varietà di stili: Maiolica Arianese Russo, Russo Arte Sacra, Dekor, Maioliche di Iacobacci Giovanni, Maiolica Arianese di Flavio Grasso e Ceramiche Pietrolà, tutte accomunate da un unico segno, nel rispetto di un’antica tradizione.
Nelle giornate dedicate alla Rassegna il Museo Civico della Ceramica resterà aperto anche di sera e sarà garantito un servizio di guide turistiche, a cura dell’associazione AMICI DEL MUSEO. – LARGO. 4 – tradGiochi: Lu mazz’cariello. Il mazz’cariello era un bastoncino di legno, lungo circa 10 cm, appuntito ai due lati.Il giocatore colpiva con un’asta, lunga circa 50, 60 cm uno dei suoi lati allo scopo di sollevarlo da terra e lanciarlo contro un bersaglio fisso secondo il meccanismo della fionda. Lu iuoco de la pignata. La pignata era un vaso di terracotta contenente, al suo interno, una sorpresa., che veniva appeso ad una fune o ad un albero.Il giocatore, bendato, era munito di un’asta con la quale doveva colpire la pignata e romperla per guadagnarsi il premio.Lu masto. L’idea guida del gioco è suggerita dall’azione di assedio del “mastio”, ossia una fortificazione a forma di torre.Nell’immaginario popolare tale azione di guerra è stata riutilizzata in un gioco per bambini nel quale, posta ad una distanza di circa 10 m dal giocatore una barricata di pietre o di mattoni, lo scopo diventava quello di abbattere tale ostacolo utilizzando un’altra pietra, denominata appunto “masto”. Il giocatore che riusciva a colpire i mattoni, guadagnava il premio nascosto dietro la barricata. Intorno agli anni Cinquanta del secolo scorso, i bambini ad Ariano Irpino si divertivano, invece, con questi giocattoli: Lo strummolo. Lo strummolo era un tronco di cono fatto con legno duro (ulivo possibilmente), con il pizzo (punta di ferro) inserito nell’estremità della base minore.la parte superiore era avvolta da un laccio. L’abilità del giocatore consisteva nel far girare lo strummolo il più a lungo possibile, imprimendo tanta forza nel tirare la corda.
I più bravi e più capaci si sfidavano a “spacca strummolo”. Sul terreno veniva tracciata una circonferenza e ogni giocatore avvolgeva lo spago e lo faceva girare vorticosamente. venivano tirati così tutti gli strummoli dei giocatori: quello che alla fine delle rotazioni rimaneva all’interno della superficie, risultava prigioniero finchè non veniva spinto fuori da un altro strummolo. Lo scopo di ogni giocatore era quello di colpire e “spaccare” lo strummolo del prigioniero.La cerbottana. Un altro divertimento diffuso tra i bambini degli anni ’50 era la cerbottana, che veniva costruita con canne prese dal fiume e con la quale sparavano piccoli oggetti, come: palline di carta, pezzetti di terra e creta, usando il fiato come propulsore.Bimbalò. Con un asse di legno e due funi si costruiva un giocattolo molto divertente per i bimbi…l’antenato di una moderna altalena! Le funi, dopo esser state fissate alle due estremità dell’asse, si legavano al ramo di un albero. Il bambino si sedeva sopra e veniva spinto.La fionda.
La fionda era un giocattolo che anche i meno esperti riuscivano a costruire. nei campi si cercava un ramo biforcuto di legno duro, con le forbici si tagliava la gomma di una vecchia camera d’aria di bicicletta. ad un piccolo pezzo di pelle tagliato a ovale venivano fissati elastici grossi e legati alle estremità della forcella con elastici più piccoli. il gioco serviva per gareggiare con i compagni, per colpire un bersaglio (lucertole al sole, uccellini in cerca di cibo, grilli o cicale nei prati), o per far cadere frutti maturi dagli alberi.Le cicciole. Bastavano cinque “cicciole” (piccoli sassolini tondeggianti) per tenere impegnati i bambini. Si posizionavano sul palmo della mano e si tiravano in aria. l’abilità stava nel riprenderle con il dorso della stessa.Nel pomeriggio del giorno 3 settembre si terrà ne Largo Anzani, in località Sambuco, con inizio alle ore 17.00, un torneo a squadre per adolescenti di: mazz’cariello, ciciri e fasule, lu iuoco de la pignata, e lu masto, a cura della PRO LOCO ARIANO NORD EST.
La finale, con successiva premiazione della squadra vincitrice, si terrà domenica 4 settembre nello stesso luogo e alla stessa ora. PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’. 3 settembre 2005. Ore 17.00: inaugurazione del torneo di giochi tradizionali, a cura della PRO LOCO ARIANO NORD EST.Ore 21.00, nel largo n.1 – tradSapori – a cura di GRASSO. PIZZERIA ROMANA E CUCINA TIPICA D’ASPORTO. Menù della serata:

CUCCIO E PATANE A TURTIERA,
con AGLIANICO di produzione locale

Ore 21:00: largo 2, l’esposizione di abiti tradizionali forniti da RAFFAELLA ZUCCHETTO ed esecuzione di canti tradizionali in dialetto arianese, a cura dell’associazione culturale FIDAPA.

Ore 21.00: largo 3, esposizione delle manifatture dei maestri ceramisti di Ariano: RUSSO, RUSSO ARTE SACRA, DEKOR, GRASSO, IACOBACCI, PIETROLA’.

Ore 22.00: Concerto di musica popolare itinerante ed esibizione di giocolieri e artisti di strada lungo il percorso di via Donato Anzani.

4 settembre 2005
Ore 17.00: finale del torneo di giochi tradizionali e premiazione della squadra vincitrice.

Ore 18.00: esibizione dei bambini della Scuola Media Covotta in una rappresentazione di giochi tradizionali.

Ore 21.00, nel largo n.1 – tradSapori – a cura di GRASSO. PIZZERIA ROMANA E CUCINA TIPICA D’ASPORTO. Menù della serata:

CARN’ ARRUSTUTA
con AGLIANICO di produzione locale

Ore 21:00: largo 2, l’esposizione di abiti tradizionali forniti da RAFFAELLA ZUCCHETTO ed esecuzione di canti tradizionali in dialetto arianese, a cura dell’associazione culturale FIDAPA.

Ore 21.00: largo 3, esposizione delle manifatture dei maestri ceramisti di Ariano: RUSSO, RUSSO ARTE SACRA, DEKOR, IACOBACCI, PIETROLA’.

Ore 22.00: Concerto di musica popolare itinerante ed esibizione di giocolieri e artisti di strada lungo il percorso di via Donato Anzani.
L’associazione socio-culturale hablAriano ringrazia:

il Sindaco e tutta l’Amministrazione Comunale
la Comunità Montana dell’Ufita
le attività commerciali che hanno offerto gli sponsor
le associazioni in collaborazione: AMICI DEL MUSEO, ‘E٨AION, FIDAPA, PRO LOCO ARIANO NORD EST, RED SOX
i soci sostenitori.

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