BAIANESE- “Ho sbagliato a non denunciarlo, ma non gli potevo rispondere perché temevo per la mia incolumità”. L’imprenditore Bernardo Natale, originario di Casal di Principe ma da venti anni residente ad Avella, ha risposto così ad una delle domande del “serrato” interrogatorio da parte del pm antimafia Anna Frasca, a cui è stato sottoposto in aula ieri nel processo stralcio della più vasta operazione contro il “Nuovo Ordine di Zona”, che si celebra davanti al Tribunale collegiale di Avellino (presidente Sonia Matarazzo, a latere Fabrizio Ciccone e Michela Eligiato). Il processo e’ relativo a due presunte vicende di turbativa d’asta che erano finite nell’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino. L’imprenditore Bernardo Natale, difeso dall’avvocato Angelo Pignatelli, risponde in concorso con Antonio Ostacolo, difeso dall’ avvocato Antonio Falconieri, Carmine Libertino, dirigente dell’ufficio Tecnico di Baiano, difeso dall’avvocato Alberico Villani e Antonio Guerriero e Girolamo Miele (per cui già è arrivata la sentenza) di turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso per una gara da due milioni di euro per i sistemi idrici e fognari del Comune di Baiano, per cui grazie all’ intercessione di Guerriero e Miele e all’ accordo con Bernardo Natale era stato imposto al dirigente Comunale di prorogare il termine per la gara affinché l’ impresa di Natale avesse i requisiti per partecipare. Aggiudicazione poi non avvenuta. L’ altro capo di imputazione a carico dell’ imprenditore riguarda invece un appalto del Comune di Avella. Sempre per la rete fognaria e per un importo di un milione e mezzo di euro. L’accusa e’ di aver corrotto un funzionario dell’epoca (i fatti risalgono al 2014-2015) e aver turbato la gara relativa ai lavori in questione.
ACCORDO O IMPOSIZIONE?
La tesi dell’ Antimafia e’ che tra Antonio Guerriero, o zorro, a capo del cosiddetto “Nuovo Ordine di Zona” e Bernardo Natale ci fosse un accordo, per accaparrarsi tutti gli appalti nel Baianese. L’imprenditore ha invece sottolineato di non aver mai concretizzato affari con Guerriero e che se nelle intercettazioni annuiva o assecondava “o zorro” era solo per il timore di rappresaglie. Anche sull’Ati (l’associazione di imprese) ha precisato che “era stata realizzata ad agosto del 2014 e ci impegnava a costituirla in caso di aggiudicazione”, cosa tra l’altro non avvenuta e che era nata dopo le pressioni da parte di Guerriero. “Ci sono contestazioni dove non appaiono pressioni ma accordi?” Io incalza il pm antimafia Frasca, leggendo al teste una lunga intercettazione del luglio 2014: “Annuivo perché era un soggetto pericoloso”. Natale ha parlato del clima di paura tra gli imprenditori a seguito dei delitti Miele e Basile avvenuti nel Baianese. In quel contesto arriva la convocazione del Guerriero, tramite Girolamo Miele, e ha spiegato in aula l’imputato: dopo gli omicidi di due imprenditori noi eravamo molto scossi come imprenditori. Si presenta questo soggetto ben conosciuto in zona. Disse che lei era diventato il responsabile di una associazione che si chiamava Nuovo Ordine di Zona. In quel momento sapevo che era gente pericolosa ma anche un po millantantore, non gli avevo dato questo peso. Fui poi invitato presso i suoi uffici mi mostrarono alcuni fogli di un bando di gara del Comune di Baiano. Per cui avevamo già aggiudicato il primo lotto come impresa. Gli feci capire che erano semplici fogli del bando e che non avevo tempo materiale per ottenere la documentazione”. E qui scatta la vicenda della proroga. Natale afferma di essere stato già a conoscenza per averlo appreso ad un ricevimento di un suo ex dipendente da un altro imprenditore che partecipava. Una proroga per un errore progettuale e quindi non per imposizione di Guerriero e Miele. Per sfuggire alle insistenze di Guerriero aveva anche riferito di non avere rapporti con i tecnici che se ne occupavano, tra cui lo stesso Libertino. E aveva anche usato un epiteto per rilevare come non contasse nulla. Rispetto al ruolo di Vincenzo Lippiello, l’imprenditore, quando chiede come mai non lo avesse denunciato, visto che lui seguiva per Guerriero la parte “tecnica della vicenda” ha spiegato: Ma quello era minacciato, ho saputo che prima del mio incontro quasi piangeva. Tra tutti i personaggi mi sono incontrato con Miele Guerriero e Lippiello. Tanto che cita anche quanto riferito da Antonio Guerriero nel corso di uno dei tre incontri avuti con Guerriero e Miele, a cui era presente Lippiello: se i tecnici non fanno quello che diciamo noi, i tecnici vengono ammazzati. Su specifica domanda del pm, ovvero perché lo temesse se prima aveva parlato di un soggetto millantatore, Natale ha chiarito che le millanterie si riferivano alla sua attività imprenditoriale. Natale ha anche parlato dell’ appalto di Avella, nel lungo esame del suo difensore Giovanni Pignatelli. Qui l’ accusa e’ quella di aver corrotto con ventimila euro un dirigente all’ epoca dei fatti in Comune. E che era stato Guerriero ad insistere che gli versasse almeno una percentuale sulla somma della gara. Cosa che Natale avrebbe solo millantato con Guerriero. Per l’imprenditore a deporre in tal senso anche le intercettazioni. Visto che rispetto alle richieste di Guerriero di sapere se il pagamento fosse avvenuto, Natale cambiava continuamente data e orario in particolare dell’incontro. Come aveva saputo dell’ aggiudicazione della gara, prima che venisse pubblicata la determina?”perché abbiamo partecipato alla stess riunione di gara, non c’ e’ stata alcune rivelazione dagli uffici”. L’udienza e stata rinviata a fine ottobre, in quella sede saranno solo acquisiti i documenti annunciati dalla difesa di Natale in aula.