“Amarti m’affatica” – cantava lento Giovanni Lindo Ferretti nel 1990. Lo faceva piano, scandendo le parole a suon di fisarmonica – quella suonata da Paolo Simonazzi, e con la sua voce roca e dura. Un amore logorante attraversa il brano “Amandoti” dei CCCP – Fedeli alla linea, estratto dall’album “Epica Etica Etnica Pathos”, probabilmente tra i residui del movimento punk rock italiano e alternativo, sicuramente ultimo atto di un gruppo che ha segnato la storia di un pezzo della musica nel nostro Paese, scioltosi il 3 ottobre proprio del 1990 – lo stesso giorno della riunificazione della Germania (perché “muore il comunismo, muoiono i CCCP”) – e poi ricompostosi due anni dopo con il nome di CSI.
“Amarti ancora, non ci ferma niente, oggi come allora, perdutamente” – canta la Curva Sud dell’U.S. Avellino, parafrasando la melodia ormai divenuta inno del percorso che ha condotto i Lupi alla promozione in Serie B.
“Amandoti” è la narrazione di un amore che convive con una sofferenza indicibile, ma che è pure conforto nel dolore e si trasforma finanche in una preghiera, una supplica quasi. È “qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto”, e mai espressione fu più adeguata per chi segue e ama “la maglia” oltremisura, in qualsiasi circostanza, a qualunque costo.
“Amandoti”, al gerundio, perché amare è compiere un’azione che può rivelarsi estenuante, distruttiva, ma che in ogni caso rappresenta un “porto sicuro”. E proprio per questo, l’auspicio è che non finisca, che si rimandi l’inevitabile anche di un anno, di un mese o di una sola ora.
A ispirare il testo di Giovanni Lindo Ferretti, però, non fu, come quasi pare spontaneo credere, una relazione d’amore, ma la morte della nonna, che lo spinse a comporre il brano nella sua abitazione a Cerreto Alpi, nei pressi di Reggio Emilia. Un brano che, nonostante la esplicita natura anti-sistema dei CCCP, ha ottenuto un incredibile successo mainstream, fino a diventare la colonna sonora dello spot di una nota casa automobilistica.
La prima a cantare “Amandoti” fu Annarella Giudici, “benemerita soubrette” della band, che la eseguì, nel 1987, durante lo spettacolo teatrale “Allerghia. Atto unico di confusione umana”. E infatti, il titolo ufficiale della traccia pubblicata tre anni dopo fu “Amandoti (sedicente cover)”.
Nel 2004, una vera e propria cover fu realizzata da Gianna Nannini nell’album “Perle”: il successo fu immediato, al punto che ancora oggi la canzone, ormai nazionalpopolare, è spesso attribuita alla cantautrice senese. Altre versioni provengono dai talent televisivi: la canta Noemi a X Factor, nel 2009; Emma, nel 2017, e Settembre, nel 2025, ad Amici. Quest’ultimo con una dedica alla sua città di origine, Napoli. Ma l’interpretazione più intensa è stata probabilmente quella dei Måneskin e Manuel Agnelli, durante la terza serata del Festival di Sanremo 2021, da cui la stessa band uscì vittoriosa.
Chi sono i CCCP: breve storia di un gruppo punk filo-sovietico
I CCCP – Fedeli alla linea sono, in formazione completa, Giovanni Lindo Ferretti (voce), Massimo Zamboni (chitarre), Gianni Maroccolo (basso), Giorgio Canali (chitarra), Francesco Magnelli (tastiera), Ringo De Palma (batteria), Danilo Fatur e Annarella Giudici (cori).
Nascono nel 1982 a Berlino, dall’incontro di Ferretti e Zamboni, che cominciano a suonare a zonzo per la Germania tenendo come riferimento il punk espressionista di Einsturzende Neubauten e il new wave dei Kraftwerk. Ma i CCCP si rifanno anche agli MC5, agli Stooges, ai Ramones, oltre che al cantautorato italiano di Battiato e al dark britannico dei PIL e dei Bauhaus. Tornati in Italia, danno vita a quello che sarà il loro tratto distintivo più marcato, filtrando la cultura popolare emilano-romagnola con l’etica e l’estetica punk. Mettono in piedi degli show, successivamente arricchiti da Danilo Fatur e Antonella “Annarella” Giudici, e, nel 1984, esce il primo EP, “Ortodossia”, quello di “Spara Yuri Spara”, seguito da “Ortodossia II”, quello di “Mi ami”, una delle canzoni di maggior successo della band.
Tra i loro capolavori compiuti spiccano “Emilia paranoica” e “Curami”, rappresentazione fedelissima del senso di vuoto di chi vive la provincia italiana negli anni Ottanta. L’album “Socialismo e barbarie”, poi, si apre con l’inno sovietico e un testo originale di Ferretti, mentre da un tour con i Litfiba nasce “Epica, Etica, Etnica, Pathos” e l’idea di registrare live vivendo in comune, in campagna.
Ma, dopo l’ingresso nella band di Giorgio Canali e la pubblicazione di “Annarella”, nel 1990 finisce l’esperienza dei CCCP, che – due anni dopo – diventano i CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti), il cui disco d’esordio è “Ko’ De Mondo”. Agli ingressi ormai consolidati, però, si succedono gli “addii” di Fatur e Annarella stessa. Nel 1996, arriva l’album “Linea Gotica” dedicato alla Resistenza italiana e a quella bosniaca; due anni dopo è il momento di “La terra, la guerra, una questione privata”, in onore di Beppe Fenoglio: “Uscirà il 29 gennaio 1998, ci accompagnerà durante il tour, ma non ce ne sarà traccia nei concerti. Verrà ritirato dal mercato il 1° maggio 1998. Non è una questione economica, è una questione privata”.
L’album chiude definitivamente la storia dei CCCP.
Nel 2023, per festeggiare i 40 anno dall’esordio, viene allestita una mostra a Reggio Emilia intitolata “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla Linea. 1984-2024”. Il gruppo torna brevemente ma significativa con un disco live, “Altro che nuovo nuovo”, datato giugno del 1983 e, quindi, a tutti gli effetti, il primissimo live della formazione emiliana.