Alla scoperta della flebite, dalla definizione alla sintomatologia

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La flebite è un’infiammazione di una vena che può portare a complicazioni gravi, se non viene trattata in modo tempestivo, come la possibile formazione di ascessi, di coaguli e di infezioni. Si tratta di una condizione causata dal danneggiamento di una vena superficiale, dovuta alla formazione di un trombo, ed è infatti nota anche come trombosi venosa. Essendo un argomento particolarmente delicato, è bene approfondirlo, anche per capire quali potrebbero essere i sintomi di questa condizione, e le opzioni per affrontarla.

Cos’è la flebite e quali sono i suoi sintomi?

La flebite, o trombosi venosa superficiale, è una condizione medica che si verifica quando una vena si infiamma e si forma un coagulo di sangue. Questo processo può verificarsi in qualsiasi vena del corpo, ma è più comune in quelle degli arti inferiori. La causa principale della flebite è il danno registrato dalla parete interna di una vena. Può essere causato da molteplici fattori come gli interventi chirurgici, le lesioni o uno stile di vita particolarmente sedentario, legato ad una prolungata immobilità dell’arto.

Anche il fenomeno delle vene varicose può facilitare la comparsa della flebite, così come le alterazioni a livello di coagulazione del sangue dovute all’assunzione di determinati farmaci. La flebite si manifesta attraverso una serie di sintomi, come il dolore localizzato o una forte sensazione di pesantezza nella zona interessata. Anche l’arrossamento e il gonfiore rientrano nella lista dei possibili segnali di una trombosi venosa superficiale.

Alle volte, la vena può indurirsi a tal punto da poterla sentire al tatto, ed è bene specificare che tale sintomatologia non è mai semplice da ricondurre alla flebite, perché potrebbe interessare anche altre condizioni cliniche. Ecco perché è sempre fondamentale rivolgersi ad uno specialista per una diagnosi accurata. Soltanto in seguito si potrà programmare un piano terapeutico con i trattamenti più indicati per affrontare questa condizione.

Come affrontare la trombosi venosa superficiale?

Una volta diagnosticata la flebite, esistono diverse opzioni da prendere in considerazione, insieme al proprio medico curante. Il movimento fisico è una delle soluzioni più efficaci, in quanto ciò aiuterà a ripristinare una corretta circolazione del sangue. Per comprendere appieno questo tema è possibile trovare tutte le info sul blog ufficiale di Solidea, dove si parla anche delle calze elastiche a compressione graduata. Queste soluzioni sono utili, ad esempio, quando si trascorrono molte ore nella stessa posizione, cosa che può accadere quando si lavora o si viaggia in aereo.

Se la flebite è superficiale, spesso gli specialisti consigliano di tenere sollevato l’arto, per ridurre la stasi sanguigna e per favorirne la circolazione. Anche gli impacchi caldi possono rivelarsi molto utili per trattare questa condizione, soprattutto in presenza di edema, dato che aiutano a ridurlo. La già citata compressione, da effettuare tramite indumenti appositi, serve anche per evitare che la flebite possa svilupparsi in una trombosi venosa profonda.

Naturalmente i trattamenti dipenderanno dalle cause della flebite. In caso di infiammazione, infatti, il medico potrebbe optare per una terapia a base di antibiotici o antinfiammatori. Ciò che conta, comunque, è condurre uno stile di vita sano, concentrandosi sull’attività fisica, su una dieta povera di grassi e sulla salute cardiocircolatoria.