Due anni e un giorno. Non è il titolo di un libro, non è una condanna penale, né tantomeno la durata di una vacanza premio. E’ un requisito, sconosciuto ai più, ma probabilmente ben chiaro ai diretti interessati. Si tratta dei termini temporali entro i quali un parlamentare (più precisamente un deputato) matura il diritto alla pensione vita natural durante. E, calendario alla mano, qualcuno ha pensato (giustamente?) di fare due semplici conti. La legislatura vigente, infatti, si è insediata a Roma lo scorso 28 aprile 2006, e per uno strano (beffardo?) scherzo del destino, la notizia dello scioglimento delle Camere è stata accompagnata dalla fissazione da parte del Consiglio dei Ministri al 29 aprile 2008 della data per la prima riunione del prossimo Parlamento. Non è necessario essere un professore di analisi matematica per notare quanto incredibile sia questa coincidenza… Esattamente due anni ed un giorno, 731 giorni, anzi 732 perché il 2008 è bisestile. A lanciare il ‘terribile’ allarme è Roberto Calderoli, esponente della Lega Nord e vicepresidente del Senato, che argomenta nel dettaglio la sua denuncia. Tecnicamente, infatti, con la fissazione delle elezioni al 13 aprile il requisito non risulterebbe maturato, ma per legge la prima convocazione di una nuova assemblea deve avvenire entro venti giorni dal voto (quindi entro i primi di maggio). Inoltre mentre per il Senato il parametro è ancorato ai due anni, sei mesi ed un giorno, per quanto riguarda la Camera, l’interpretazione normativa apparirebbe più flessibile. Secondo Calderoli dunque, la fissazione della tornata elettorale al 13 aprile piuttosto che al 6 potrebbe anche non essere dettata dall’esigenza di ridurre i costi della politica, facendo confluire in un’unica data elezioni amministrative locali e centrali, ma proprio da questo mero (e utilitarista) calcolo. Stato patrigno o benevolo? Il dubbio atroce si ripropone. Certo è che se avesse ragione Calderoli si tratterebbe dell’ennesimo episodio .. da vergogna, in pieno, autentico stile ‘made in italy’. Davvero la speranza è che si sia trattato di una singolare coincidenza… In ogni caso, coincidenza o meno, una certezza prende forma: con la fissazione ufficiale delle date, il vitalizio garantito ai deputati è salvo. Parlamentari irpini compresi…
IN AGGIORNAMENTO
ore 20.50 Arriva la puntualizzazione con una nota congiunta dei Collegi dei questori di Camera e Senato. “Non è vero che i parlamentari alla prima legislatura avrebbero maturato il diritto alla pensione con la decisione di indire nuove elezioni il 13 aprile. “Il requisito minimo di 2 anni e 6 mesi di effettivo mandato, richiesto dalla normativa vigente, sarebbe stato conseguito dai parlamentari alla prima legislatura il 27 ottobre 2008”.In sintesi, il voto del 13 aprile non basta per diritto. (di Mauro Mastroberardino)