VIDEO / “Senza più niente da un giorno all’altro ma si vergognano a chiedere aiuto”. Don Vitaliano e il dramma nel dramma dei “nuovi poveri”

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Alfredo Picariello – Il “doppio dramma” dei cosiddetti nuovi poveri. Ritovarsi da un giorno all’altro senza più niente e provare vergogna a chiedere anche un piccolo aiuto. E’ Don Vitaliano Della Sala, vicedirettore della Caritas diocesana di Avellino, a focalizzare l’attenzione su un aspetto preoccupante.

“Oggi abbiamo in testa un modello di povero e nuovo povero che è diverso dalla realtà. Assisto sempre più spesso a persone della classe media che, da una vita più o meno agiata, si trovano all’improvviso a rasentare la povertà. Cosa che sta accadendo con maggiore frequenza da quando è iniziata la pandemia”.

“Magari – continua il parroco di Capocastello – parliamo di famiglie che hanno anche una casa perché hanno acceso un mutuo, hanno una macchina. Da un giorno all’altro si ritrovano senza più niente ed hanno anche vergogna di rivolgersi alla Caritas, di chiedere aiuto. Il nostro compito è di cercarli, di trovarli senza urtare la loro suscettibilità. Tutto questo senza dimenticarsi dei poveri di sempre”.

E già. Perché, purtroppo, oggi la medaglia dell’indigenza ha più facce. “I concetti di povertà sono cambiati. Oggi non esiste quasi più il clochard che vive sotto i portici. Alla Mensa di via Morelli e Silvati vengono tante famiglie italiane che, per svariati motivi, non hanno più una casa. Ogni giorno la nostra struttura offre 120 pasti”.

La Cittadella della Carità, da mezzogiorno in poi, si “popola”. Vengono in tanti, come dice Don Vitaliano, a ritirare la busta all’interno della quale c’è il loro pranzo. Occhi, volti e storie diversi. Bianchi, neri, poco importa. La porta della Mensa è sempre aperta, anche se in questo periodo si fa di necessità virtù, a causa del covid. La struttura occupa in pianta stabile più di 20 persone a mangiare e a dormire. Poi, i più di cento pasti al giorno da “asporto”. Il cuore della solidarietà, ad Avellino, sembra battere forte.