MERCOGLIANO – “Sia dunque Maria, ad illuminare e rendere fecondo il suo Ministero e San Guglielmo, come padre e modello di austera vita e spiritualità a ispirare a Lei e a tutti noi sentimenti di speranza e di pace in un mondo sempre più dilaniato dall’ inimicizia, da rancore, guerra e distruzione”.
L’abate Riccardo Guariglia ha chiuso così il suo messaggio in apertura della liturgia nel giorno della celebrazione di San Guglielmo, fondatore del Monastero di Montevergine e Santo Patrono di Irpinia. In apertura del suo messaggio l’abate ha voluto salutare l’invitato speciale della celebrazione, l’abate Ignasi Fossas i Colet, alla guida della Congregazione Benedettina, ricordando anche l’eredita’ sempre viva di San Guglielmo: L’abate Guariglia ha ricordato quella che e’ la “sua eredità, ovvero questa realtà monastica che da nove secoli abita questo mondo e si riconoscono le genti dell’ Irpinia della Campania e di tanti territoriol. La festa del patrono è festa di famiglia e per questo ho desiderato che l’invitato speciale di quest’anno fosse il nuovo Abate della Congregazione Benedettina Sublacense-Cassinese, l’abate presidente Ignasi M. Fossas i Colet a cui apparteniamo anche noi monaci di questo convento. Grazie, dunque, al reverendissimo padre Ignasi Fossas I Colet che presiede oggi alla nostra famiglia e alle nostre celebrazioni. L’abate presidente proviene dalla Spagna e apparteneva al monastero di Montserrat in Catalogna, dove l’assemblea di tutti gli abati del mondo lo ha eletto all’ incarico circa un anno fa. Da quel momento ha preso dimora a Roma dove già era stato in precedenza per i suoi studi in liturgia e in archivistica e dove aveva anche insegnato. Anche il monastero di Montserrat e’ abbarbicato sul fianco di una montagna, alla comunità dei benedettini il compito di custodire e offrire alla venerazione dei fedeli l’immagine di una Madonna tanto cara, mi permetta di rallegrarmi, attraverso di lei con tutta la comunita’ di Montserrat che sta celebrando il millennio della sua fondazione”. Un saluto anche al colonnello Domenico Albanese, ricordando il legame dell’Arma con il monastero, con una stazione che opera da circa un secolo. A margine della liturgia all’abate e’ stato chiesto anche della crisi che vive Il Comune di Avellino, se tra le crisi per cui va elevata la preghiera al patrono d’Irpinia possa esserci anche questa: “Preghiamo San Guglielmo, finché riporti veramente pace in tutte quelle situazioni. non belle che oggi viviamo nella nostra vita”. E sullo spopolamento e la fuga dei giovani ha rilanciato: “non tocca tanto ai giovani di fare qualcosa, ma tocca a noi un poco più adulti. Cercare di non far fuggire i giovani dalle nostre Terre”. Presenti alla celebrazione il prefetto di Avellino Rossana Riflesso, il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma, il presidente del Tribunale di Avellino Francesca Spena, il deputato Michele Gubitosa, il presidente della Provincia Rizieri Rino Buonopane, l’ ex sottosegretario Carlo Sibilia, una folta delegazione di sindaci tra i quali il Sindaco di Ospedaletto d’Alpinolo, il professore Luigi Marciano, che a nome della sua comunità ha donato al santuario l’olio per alimentare la lampada che arde davanti all’urna del santo eremita. A chiudere la celebrazione proprio gli interventi del presidente della Provincia e del sindaco di Ospedaletto.