VIDEO/ La presidente Cassano: la risposta ai fenomeni e problemi della società non è solo quella giudiziaria

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AVELLINO- “In una società sempre più complessa come quella italiana, l’unica risposta a tanti problemi e a tanti fenomeni non è necessariamente quella giudiziaria, che deve essere l'”extrema ratio”. Non può essere la giurisdizione a fungere da criterio di orientamento su cui la collettività deve convergere in base ai precetti costituzionali, a prescindere dalla dimensione autorizzativa della Giustizia”. E’ uno dei passaggi più importanti dell’intervento di chiusura del confronto promosso dall’Ordine degli Avvocati insieme a Procura e Tribunale di Avellino sul tema: “I caratteri della Giurisdizione- Tra garanzie e scopo del Processo”. I temi generali sono stati il punto di partenza dell’intervento con il quale la presidente Cassano ha chiuso il dibattito promosso dal Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Avellino. “Qual è il ruolo che ognuno di noi attribuisce alla Legge all’interno dell’ordinamento? E’ un interrogativo che si pone non solo per il giurista ma anche per il cittadino. Perché mi pare che sia sempre più radicata nel nostro tessuto sociale la tendenza a riservare gli interventi del legislatore ogni più minuzioso aspetto dello stare insieme. Quasi che ognuno di noi fosse incapace di dare attuazione a quei valori che sono consacrati nella Carta Costituzionale e dare valore al nostro senso di comunità, tutti insieme, senza la mediazione di un intervento autorizzativo. Il primo grande tema su cui interrogarci e’ questo: la legge deve disciplinare ogni aspetto del vivere civile? Oppure la legge, soprattutto in campo penale, viene riservate alle situazioni davvero meritevoli di tutela e ad interventi giuridici che gravemente offendono il nostro stare insieme? Puo’ essere la legge, in particolar modo quella penale a dare risposta a fenomeni sociali che forse di tutto hanno bisogno fuorche’ della risposta sanzionatoria? “. Non è l’unico interrogativo che si pone la presidente Cassano, che ha continuato: “ma esiste in una moderna democrazia come è la nostra, una complessità di ambiti di intervento, perché in realtà stiamo andando incontro a forme di schematizzazione nella visione della realtà. Per cui o esiste il giuridicamente rilevante o prima del giuridicamente rilevante non esistono altri spazi di intervento, di valutazione, di iniziativa che scindano dall’intervento giudiziario ma ben possono essere assunte in ambito amministrativo, disciplinare, in ambito politico, a seconda delle diverse situazioni”. E ha chiosato: “Vi può sembrare un paradosso detto dal presidente della Corte di Cassazione, ma ritengo che in una moderna società il ruolo del giudiziario dovrebbe essere un ruolo residuale, quando non hanno funzionato tutti gli altri meccanismi di prevenzione e di controllo. Ancora più residuale dovrebbe essere il ruolo della Giustizia Penale, che interviene nella fase della patologia. Ma attenzione, non può essere la giurisdizione nella sua fase autorizzativa e tanto più la giurisdizione penale a fungere da criterio di orientamento di valori su cui si fonda una collettività.

Un passaggio dell’intervento della presidente Cassano anche nel ricordo del giudice Vincenza Cozzino, esempio di come e’ indispensabile recuperare una dimensione di comunita’ smarrita dopo il Covid: “Mi piace aver colto questo filo di continuità in tutti gli interventi – ha spiegato la presidente Cassano-nel ricordo di una collega che non ho avuto il piacere di conoscere,Enza Cozzino, che però attraverso le vostre parole dimostra come la vita di una persona, prima ancora che un magistrato, possa essere ben spesa quando si accompagnano competenze professionali e grandi ideali nello svolgimento di un’attività lavorativa qualunque essa sia. Dimostra anche un altro valore: l’importanza di recuperare una dimensione di relazioni non solo affettive ma anche giuridiche all’interno degli uffici. Recuperare una dimensione di comunità, che dico sinceramente, dopo il Covid e’ stata persa. Soprattutto in ambito civile e non solo. Che tutti noi dobbiamo impegnarci a riprendere, perché altrimenti arriveremo alla negazione della giurisdizione. La testimonianza della collega Cozzino è proprio nel senso di questo recupero di una dimensione corale, nella consapevolezza che ognuno di noi ha tanto da imparare dagli altri e deve essere sempre disposto all’ascolto e attraverso esso alla disponibilità di mettersi anche in discussione”.

 

 

 

 

Il pm Vincenzo Russo