Marco Grasso – Stop da Comune e Asi all’insediamento di una fonderia nell’area industriale di Pianodardine. Dopo la conferenza dei servizi negli uffici della Regione a Collina dei Liguorini, sembra perdere forza la contestata ipotesi del nuovo investimento industriale.
Il piano anti-smog e alcune delibere di consiglio comunale sono stati i punti di forza sui quali si è basata l’amministrazione di piazza del Popolo per argomentare la propria contrarietà all’insediamento. No anche dell’Asi che, in assenza di un nuovo piano urbanistico, ha preferito temporeggiare.
Dal confronto sono emerse anche carenze di carattere procedurale, evidenziate in particolare dall’Arpac e dal Comitato Salviamo la Valle del Sabato. Il dirigente regionale Antonello Barretta ha così chiuso il confronto dando ulteriori 30 giorni all’azienda per riformulare la proposta.
In fibrillazione i comitati e le associazioni ambientaliste, in sit-in davanti la sede regionale. “Basta insediamenti nella Valle del Sabato. Siamo stanchi di essere considerati cittadini di serie B in un’area destinata ad accogliere solo attività a rischio per l’ambiente”. Sit-in di protesta davanti la sede della Regione a collina dei Liguorini.
Negli uffici si discute dell’ipotesi di insediare una fonderia a Pianodardine. L’ipotesi è al centro di una conferenze dei servizi. Fuori, in attesa di notizie, comitati e associazioni si sono dati appuntamento con striscioni e cartelli.
“Non è più accettabile dover convivere con una situazione di perenne emergenza ambientale. Non siamo contrari allo sviluppo, chiediamo semplicemente che si tenga anche conto delle esigenze di un territorio già messo duramente alla prova in questi anni”, precisa Ranieri Popoli di MoviMentiLocali Tufo.
In perfetta sintonia Rosa De Padua del Comitato “Salviamo la Valle del Sabato”. “E’ assurdo che continuino a proporre investimenti a rischio, mentre siamo impegnati in una quotidiana lotta per alleggerire l’area da fonti certe e potenziali di inquinamento”.
De Padua solidarizza con i lavoratori della Novolegno. “Qualcuno si diverte a strumentalizzare le nostre battaglie per la salvaguardia della salute dei cittadini. Se il problema dovesse essere ambientale, alla Novolegno basterebbe rispettare la normativa e continuare a produrre. Se invece, come sostiene l’azienda, il problema è di natura economico-finanziaria non vedo quali possano essere le nostre responsabilità”.