VIDEO E FOTO / “Elezione solo un punto di partenza. Pronto a rilanciare l’Irpinia e il Pd. Che non sarà più il partito delle tessere e di Petitto”. Il giorno dopo di Petracca

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Alfredo Picariello – L’emozione c’è. Quanto basta. E non poteva essere altrimenti. Maurizio Petracca bissa il successo di cinque anni fa ma con un maggior numero di voti: 14.851. Che gli consentono non solo di tornare in consiglio regionale ma anche di essere il candidato più votato del Pd e l’unico eletto tra i Dem.

“Sono più che soddisfatto”, afferma. Dopo lunghe giornate di tensione e qualche notte insonne, Petracca incontra ad Avellino una parte dei suoi simpatizzanti, e la stampa, nel comitato elettorale di piazza Libertà che, ormai, porta bene a tutti (amministrative del 2019 docet).

“Prendere circa 15mila voti significa di andare al di là di ogni più rosea previsione. E’ sicuramente il riconoscimento di un impegno intenso di cinque anni trascorsi in consiglio regionale. Mi hanno votato in tantissimi, uomini e donne eccezionali. Ringrazio tutti. E’ un risultato straordinario ma è anche un peso straordinario, è un punto di partenza. Ora l’impegno è doppio. Tutti insieme dobbiamo contribuire anche a costruire un grande partito, tornando a parlare con la gente, facendo tornare la gente nel partito e non fare del Pd il partito delle tessere. Si parte da questa elezione, ma il nostro orizzonte è sicuramente più ampio”.

Un punto anche sugli orizzonti programmatici. “Ripartiamo ovviamente dal rilancio delle aree interne che sono state già al centro dell’azione politica di De Luca in questi cinque anni. Il dato del consenso in Irpinia lo testimonia. Le percentuali nella nostra provincia sono le più alte, sia per il Partito Democratico sia per il governatore. Si deve continuare su questa strada, abbiamo delle priorità, ovvero acqua, ambiente e agricoltura. Fondamentale, inoltre, la sburocratizzazione della macchina amministrativa”.

“Personalmente non consumo mai rivincite”. Il neo consigliere regionale risponde così alla domanda su una sua presunta “rivalsa” su Ciriaco De Mita. “Mi hanno insegnato che la politica si consuma sui fatti, quello che ho fatto e costruito in questi cinque anni, mi è stato ripagato. Ognuno percorre la sua strada. Io, a testa alta, ho percorso la mia. Questo consenso per me è assolutamente imporante”.

Si ritorna sul Pd in Irpinia. “Sono entrato nel partito da un anno, non credo che tutta la base mi abbia sostenuto. Tra qualche giorno faremo l’analisi del voto ma ormai i numeri sono alle spalle. Il consenso è stato comunque diffuso. Guardo avanti: ci sono tantissime persone che mi hanno votato che non sono del Pd. Il mio obiettivo è far entrare tutta questa gente nel Partito Democratico. Il voto personale può essere utile, ma per un percorso politico, serve l’iscrizione al partito, un’iscrizione vera, perché il Pd deve essere non un partito di tessere ma di persone che devono contribuire a rilanciare il partito perché, in effetti, è l’unico modo per rilanciare la provincia di Avellino. Il Pd è il centrosinistra e senza politica non si costruiscono processi”.

Assessore sì o assessore no? “Non c’è nulla di concordato. De Luca ha la massima autonomia nella scelta della giunta. Sarà un mix tra politica e tecnica. Io resto a disposizione del partito e del Governatore De Luca così come ho fatto in questi cinque anni. Devo continuare il lavoro fatto fino ad oggi, ripartirò da dove ero rimasto, soprattutto nel mondo dell’agricoltura, mi auguro di occuparmi ancora di questo settore”.

Nel Pd è ormai “derby” tra Petracca e Petitto? “Petitto è stato eletto con il partito Davvero, il partito degli animalisti, ha fatto il suo percorso. Ha sostenuto Davvero anche alle amministrative dello scorso anno, coerentemente si è candidato con Davvero anche questa volta. A lui vanno i miei auguri ma il Pd ha scelto di candidare quattro persone. Una scelta politica evidente a livello nazionale, regionale e provinciale. Tutti e quattro continueremo insieme in questo percorso, nessun escluso”.