VIDEO/ Droghe sintetiche e superalcolici tra i giovani, Airoma: troppi casi ad Avellino

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AVELLINO – Droghe sintetiche e superalcolici, arriva un nuovo segnale che il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma lancia agli studenti: non sono qui per farvi la predica, ne’ per fare retorica. Vi invito ad informarvi sugli effetti delle droghe e dell’alcol e a riflettere. Un confronto sul tema “Sentinelle di Giustizia” , quello promosso dagli studenti del Convitto di Avellino, che ha per due ore messo a confronto con i circa duecento studenti del Liceo il magistrato alla guida della Procura di Avellino. L’esperienza professionale e gli esempi pratici per sollecitare i ragazzi ad essere le vere “sentinelle” della Giustizia sul territorio. “Questo campo (l’incontro si è svolto in palestra) – ha esordito il Procuratore Airoma- mi fa ricordare quando ero al Liceo, giocavo a pallacanestro , sono contento di essere qui stamattina e sono io che ringrazio voi. Ripeto spesso che sono sconfitto, perché intervengo quando ormai il danno è stato fatto, il sangue versato, sono li a riavvolgere il nastro, al fotogramma iniziale.. Ma in quel fotogramma iniziale non c’ è una maledizione venuta dal cielo, ma un uomo e una donna che hanno fatto una scelta. A me piace sentinella di giustizia, che è molto più ampio della legalità e’ la radice , il terreno che circonda le regole. Che cos’è la Giustizia? Dare a ciascuno il suo. A partire da libertà e dignita.Riconoscere all uomo la sua dignità, perché se non lo facciamo una profonda ingiustizia”. E da qui l’invito ai giovani ad assumere il ruolo di sentinelle, che come ogni scelta non e’ mai neutra: “Sentinella deve conoscere il nemico, deve avere in sé la percezione di chi è il nemico. Abbiamo perso la percezione del nemico, quella del giusto , oggi viviamo un relativismo asfissiante. Per questo dovete esser voi le sentinelle. A voi il compito di avvertirci, allora vedrete che questo è un compito che chiede molti sacrifici. Inutile fare retorica. Ogni scelta costa sacrifici. Se volete essere sentinelle di giustizia riflettere nel vostro cuore se quello che fate e’ giusto o no. Noi abbiamo bisogno, lo dico senza intenzione di compiacere, abbiamo veramente bisogno della vostra freschezza e del fatto che siete naturalmente portati a battezzare le cose con il loro nome, se sono giuste o sbagliate”.

MAFIE E CONSENSO SOCIALE

Almeno dodici le domande rivolte al Procuratore dagli studenti del Colletta, che hanno approfondito temi legati alla criminalità e al disagio sociale. Formare cittadini responsabili, questo l’impegno assunto dalla dirigente scolastica Maria Teresa Brigliadoro. Al capo dei pm avellinesi e’ stato chiesto se quello della criminalità e quanto soprattutto sia un problema anche per Avellino. “Diceva Giovanni Falcone che la mafia non e’ un cancro che prolifera per caso su un tessuto sano, non sono accidenti capitati perché nel Mezzogiorno siamo più sfortunati degli altri, ma perche’ ci sono state delle condizioni che hanno consentito l’attecchimento. Questo significa che il tessuto sociale è malato, così bisogna intervenire sulla malavita non dobbiamo perdere di vista un dato: se esistono ancora mafia, camorra e.ndrangheta e’ perché esiste un consenso sociale. Capire dove affonda. Prima si diceva che occupassero vuoti. Lasciati da chi? Sicuramente dalle istituzioni. Nelle mafie al posto del senso vero della vita c’è l’obbedienza cieca . Sapete quante volte quando ero alla Dda ho spesso chiesto anche a giovani che si erano macchiati di reati gravi perché avessero fatto quella scelta. La risposta non era solo che c’era il guadagno ma anche sentirsi qualcuno, essere rispettato. Quando fanno le cosiddette stese sono consapevoli . L’uomo deve avere sempre un senso. Dobbiamo essere noi, voi a decidere quando ci sarà la fine della criminalità. Non c’e’ altra strada. Non illudiamoci. All indomani di un decreto di fermo nei confronti di una 30 camorristi ero anche fiero del risultato ottenuto. Incontrai questo anziano magistrato che mi smonto’. Disse: ebbene hai tagliato un po le unghie”. E su Avellino ha ricordato: “Non ci sono isole felici-ha spiegato Airoma- non ci illudiamo. Ricordo che tra le mie competenze territoriali alla Dda di Napoli avevo anche la zona di Avellino. I colleghi mi dicevano di non perderci tempo ad Avellino. Io decisi di prendere tempo. E capimmo come ci fossero fronti di infiltrazioni e a parte le storiche organizzazioni operative nel Vallo di Lauro e in Valle Caudina, ci fu anche la prima ordinanza relativa alla nascita di un’organizzazione criminale nella citta’ di Avellino, mi riferisco al clan Genovese, che godeva del consenso della comunità. Noi dobbiamo decidere di farla finita con la mafia, la camorra e la n’drangheta. Ma dovete soprattutto deciderlo voi, perché non potete pensare che il problema lo risolvano gli alieni scesi con una navicella”.

DROGHE E ALCOL: INFORMATEVI SUGLI EFFETTI

“La prima, fondamentale necessita’ è l’informazione. Continua ad essere diffusa la favola che esistano droghe leggere. Non è così. Oggi anche gli spinelli hanno una concentrazione diversa. E’ terribile vedere gli effetti sul cervello di hashish e marijuana. Devo registrare come avvengano molti ricoveri per coma etilico di giovanissimi. L’alcool non è una birretta. Assumere superalcolici lascia delle conseguenze. Informatevi anche sulle droghe sintetiche, che purtroppo in città hanno una loro diffusione. Informatevi sulle conseguenze. Non sono qua a farvi la predica. Sono patologie indice di un disagio. Ponetevi la domanda: perché faccio queste cose. Per compiacere gli altri? Per piacere al gruppo? Chiedetevi se è un atteggiamento da uomo o da pecore. Perché a volte dire no fa acquistare più coraggio. Fatevi la domanda: perché lo facciamo. La cosa peggiore è non parlare. Andate alla radice. Perché i problemi non li risolvete con la droga o con gli spinelli”. Stesso discorso vale anche per la legalizzazione. Utile ad evitare che le mafie non facciano affari? Per il magistrato e’ l’esatto contrario: Non c’è nulla di più falso del fatto che legalizzare la droga sia un modo per sconfiggere la criminalità. Invece è solo un modo con cui la criminalità può aumentare i suoi guadagni, visto che aumenta la domanda e nel mercato la parte da leone e’ costituita da quelle sostanze che possono garantire solo i criminali. Oggi , lo dicono i dati, gli assuntori sono per lo più poliassuntori. Significa che vogliono provare qualcosa di altro. Non è certo immaginabile poi che lo Stato possa contrattare la droga come eroina e cocaina con i narcos. Per questo legalizzare vuol dire fare un favore alle mafie”.