Verdetto Isochimica, arriva il ricorso della Procura

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AVELLINO- La Procura della Repubblica di Avellino ha depositato l’impugnazione della sentenza emessa dai giudici del Tribunale di Avellino il 28 gennaio 2021 per il disastro dell’ex Isochimica di Borgo Ferrovia. L’ufficio inquirente guidato dal Procuratore Domenico Airoma ha scelto dunque di ricorrere in Appello su una parte del verdetto arrivato dopo una lunga fase processuale. Quale siano nello specifico i capi di imputazione per cui i magistrati di Piazzale De Marsico hanno proposto ricorso non e’ ancora noto, visto che solo nei prossimi giorni l’Appello firmato dai pm avellinesi sara’ nella disponibilita’ delle parti. Come e’ noto, infatti il processo in primo grado e’ stato condotto dal pm Roberto Patscot (applicato anche dalla Procura Generale dopo il trasferimento a Napoli). Intanto anche i legali dei quattro condannati in primo grado (gli avvocati Alberico Villani e Anna Caserta) la stessa Rete Ferroviaria Italiana e le parti civili avrebbero depositato l’impugnazione in secondo grado. Per cui bisogna attendere per quanti degli imputati assolti dai giudici del Tribunale di Avellino e’ scattato il ricorso e ci sara’ quasi sicuramente un nuovo processo davanti ai giudici della Corte di Appello di Napoli.

LA SENTENZA

Il 28 gennaio 2021 erano state inflitte quattro condanne a 10 anni di reclusione, 23 assoluzioni, 50 mila euro di risarcimento a ciascuna delle famiglie delle vittime. Questa, in sintesi, la sentenza di primo grado del processo Isochimica, pronunciata dalla giudice Sonia Matarazzo al termine di una camera di consiglio durata 5 ore. La sentenza è stata letta a Napoli, nella aula bunker di Poggioreale, dove si è svolto il processo.  Giudicati colpevoli  due funzionari di Ferrovie dello Stato, Aldo Serio e Giovanni Notarangelo, e due ex dirigenti dell’Isochimica, Vincenzo Izzo e Pasquale De Luca. Assolti invece con formula piena, perché il fatto non sussiste, tutti gli altri imputati, che erano stati accusati, a vario titolo, di disastro ambientale, omessa bonifica e omissioni in atti d’ufficio, ovvero l’ex sindaco di Avellino Giuseppe Galasso e tutta la sua giunta di allora, composta da Antonio Rotondi, Sergio Barile, Giancarlo Giordano, Ivo Capone, Toni Iermano, Donato Pennetta, Luca Iandolo e Raffaele Pericolo; i dirigenti del comune di Avellino Luigi Cicalese e Francesco Tizzani; gli imprenditori delle ditte a cui erano state commissionate le prime operazioni di bonifica, Francesco Barbieri, Biagio De Lisa, Giovanni D’Ambrosio, Giovanni Rosti, Francesco De Filippo; i funzionari Asl Michele De Piano e Luigi Borea, il curatore fallimentare della fabbrica Leonida Gabrieli, il responsabile del procedimento di bonifica Giuseppe Blasi e l’ex sindaco di Avellino Paolo Foti. Quest’ultimo si era trovato, appena insediato con la grana della messa in sicurezza dell’impianto e per un periodo tra il 2013 ed il 2014 era finito coinvolto nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Avellino sulla mancata adozione di provvedimenti per la messa in sicurezza dell’area di Isochimica.