Uno dei giudici passa al Gip e salta la requisitoria dell’Antimafia per il Nuovo Clan Graziano

0
1292

AVELLINO- Slitta al 13 maggio la requisitoria dell’Antimafia nei confronti dei quattro imputati per l’inchiesta dell’Antimafia di Napoli e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino sul gruppo nato dalle scarcerazioni avvenute a fine 2018 nel Vallo di Lauro all’interno del clan Graziano. Il temporaneo trasferimento del giudice Lorenzo Corona dal Collegio Penale al Gip (dove al magistrato e’ stato assegnato il ruolo della dottoressa Spella) , ha determinato il rinvio della discussione del pm Luigi Landolfi (che ha coordinato le indagini insieme al pm antimafia Simona Rossi). In videocollegamento dai penitenziari dove sono detenuti due dei quattro imputati, nello specifico Fiore Graziano, difeso dall’ avvocato Raffaele Bizzarro e Ludovico Domenico Rega, difeso dall’avvocato Antonio Iannaccone (entrambi già condannati per lo stralcio relativo alle estorsioni messe in atto dal gruppo nel 2019). Gli altri due imputati, Antonio Mazzocchi (detenuto per scontare la condanna analoga per le estorsioni e quella per associazione a delinquere) difeso dall’avvocato Sabato Graziano e Salvatore Graziano, difeso dagli avvocati Raffaele ed Isidoro Bizzarro, come gli altri tre a piede libero per questo processo, erano assenti. Il processo al “Nuovo Clan Graziano”, il gotha del gruppo quindicese che secondo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino si sarebbe riorganizzato dopo le scarcerazione “eccellenti” a fine 2017 di Fiore e Salvatore Graziano, figli del defunto boss Arturo, che avevano stretto un patto per gestire il racket e il condizionamento delle attività politiche ed economiche nel Vallo di Lauro con Antonio Mazzocchi, l’ex poliziotto cognato di Adriano Sebastiano Graziano (estraneo a questa organizzazione). Tutti e tre sono stati infatti indicati dalle indagini dei pm Antimafia Simona Rossi e Luigi Landolfi come promotori e organizzatori del gruppo, disarticolato da un blitz scattato nell’agosto 2019, per frenare una probabile ripresa della faida con il clan avversario dei Cava (dalle intercettazioni ambientali e tramite trojan dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino erano emersi tentativi da parte di Mazzocchi di organizzare un agguato ai danni di Salvatore Cava jr, scarcerato nel maggio 2019).