VIDEO/ Un’aula intitolata alla giudice Cozzino: una vita spesa al servizio della Giustizia

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AVELLINO – Un lungo applauso. Quello che ha salutato la scopertura del drappo blu e la targa che da oggi campeggia davanti all’Aula A del Tribunale Penale di Avellino, intitolata alla giudice Vincenza Cozzino, il magistrato prematuramente scomparso un anno fa. A scoprirla, insieme al fratello di Enza, come la chiamavano colleghi e collaboratori, la presidente del Tribunale ei Avellino Francesca Spena, che ha richiamato nel suo intervento, come aveva fatto gia’ all’atto del suo insediamento, la necessita’ che il Tribunale sia una “comunita’ di lavoro”, dove si coniughi dovere (che e’ sempre importante) e passione. “Oggi non e’ solo la giornata del ricordo e della commemorazione di Enza- ha spiegato la presidente Spena- ma è una giornata simbolica, perché quella targa che e’ la’ fuori, quella di un’ Aula che non e’ più solo l’ “Aula A” ma l’ “Aula Vincenza Cozzino”, ci deve ricordare Enza come il giudice che vive Il suo lavoro come passione. Tutti noi dobbiamo viverlo come lei, che ha speso nel lavoro la sua passione”. Nell’aula “Vincenza Cozzino” e’ stata la stessa presidente Spena a leggere il messaggio del presidente della Corte di Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, che “la dottoressa Cozzino ha rappresentato un esempio autentico di integrità, equilibrio e fedeltà alla giustizia. Ha incarnato il più alto senso delle istituzioni, servendole con dedizione e rigore, senza mai anteporre se stessa all’interesse del governo della giurisdizione”. Ha anche aggiunto che: sia come giudice monocratico, sia come componente del collegio della prima sezione penale del Tribunale di Avellino, ha saputo coniugare competenza e umanità, fermezza e ascolto.Era un punto di riferimento per i colleghi magistrati, per il personale di cancelleria e per tutti gli operatori della giustizia.La sua disponibilità verso la classe forense era espressione non solo di rispetto istituzionale, ma di autentica apertura al dialogo e alla collaborazione. Chi ha avuto il privilegio di lavorare al suo fianco ne ricorda la lucidità giuridica, la pacatezza del tratto, la fermezza morale. Chi l’ha incontrata nell’esercizio della funzione ne ha colto l’imparzialità e il rigore.Intitolare a lei quest’aula significa custodire un’eredità morale che appartiene a tutti noi.Significa affidare al futuro — a chi qui giudicherà, discuterà, difenderà — un monito silenzioso ma eloquente: che la giustizia, per essere davvero tale, ha bisogno di donne e uomini come Vincenza Cozzino”. Il valore e l’ impegno che e’ stato messo in evidenza anche nell’ intervento del Procuratore della Repubblica Domenico Airoma, dell’ Avvocato Generale di Napoli Simona Di Monte, del presidente del Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Avellino Fabio Benigni, del gia’ presidente del Tribunale di Avellino Vincenzo Beatrice, dei due magistrati che hanno condiviso il Collegio con la giudice Cozzino, i giudici Roberto Melone e Gilda Zarrella. Infine nelle parole commosse del fratello. In sala erano presenti il prefetto di Avellino Rossana Riflesso, il presidente della Provincia Rino Buonopane, il vicesindaco di Avellino Alberto Bilotta, i vertici delle forze dell’ ordine, il presidente della Camera Penale Gaetano Aufiero, il presidente della Sottosezione dell’ Anm Monica d’ Agostino, una numerosissima rappresentanza di magistrati. Alla cerimonia di scopertura della targa che ricorderà per sempre l’ impegno del giudice e’ seguita una messa, celebrata dal vescovo di Avellino Arturo Aiello nell’ Aula Livatino del Palazzo di Giustizia.

IL VESCOVO AIELLO: ENZA, UNA VITA DEDICATA AL SERVIZIO DELLA GIUSTIZIA

Il vescovo di Avellino Arturo Aiello, aprendo la celebrazione ha voluto ricordare come il momento da parte della “comunita’” del Tribunale si celebra nell’aula dedicata al Beato Livatino e “dove si amministra la Giustizia sempre tremando, immagino. Celebriamo la Giustizia er eccellenza, che è quella di Dio, che per noi è possibile per Lui si identifica con la Misericordia. Una Giustizia misericordiosa, una Misericordia giusta. Il motivo di questo incontro è ricordare Enza, giudice che ha dedicato tutta la sua vita allo Stato, nel servizio della Giustizia, scomparsa prematuramente e che vogliamo raggiungere sentendo che i nostri defunti non vanno via. Non vanno via e non mi riferisco solo al tema romantico del nostro cuore, ma non vanno via dai luoghi dalle persone amate e ovviamente per noi invisibili sono presenze altre. Il cielo che noi desideriamo, spero anche voi, come pienezza di vita, non è in alto ma è un passo nel di più più che nell’aldilà”.