Ugo Tomasone: ecco come immagino il futuro della mia città

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Ugo Tomasone intervista

Dal PUC a piazza Libertà, dal verde Urbano alle piste ciclabili, ecco la città del futuro secondo l’architetto avellinese Ugo Tomasone, assessore all’Urbanistica del Comune di Avellino. 

Ugo Tomasone, neo assessore all’urbanistica del Comune di Avellino raccoglie una pesante eredità dopo due anni di amministrazione targata Foti, quella di recuperare con gli opportuni adeguamenti l’impianto del Puc, approvato nel 2008 ma che finora non prodotto gli effetti di riqualificazione del comune capoluogo per il quale era stato realizzato.

Dalla consueta location dello Studio Giorgetti di piazza Libertà, dove si alternano gli ospiti intervistati per il magazine di Irpinianews, la prima domanda all’assessore Tomasone è inevitabile.

Piazza Libertà vista dai balconi di Giorgetti Studio
Piazza Libertà vista dai balconi di Giorgetti Studio

Cosa vede affacciandosi dal balcone?

“Vedo un’opera da completare, al più presto. Bella o brutta è soggettivo”.

Da completare secondo quale disegno? Chi l’ha progettata?

“Di fatto se n’è persa la memoria. Adesso ci troviamo a dover finire un’opera importante pensata da altri, senza conoscere più l’idea per la quale era stata pensata così.

Credo sia il frutto di un concorso di idee i cui progettisti si sono poi defilati”.

L’abitudine a defilarsi da parte dei progettisti è la norma ad Avellino, anche con Cagnardi ed il suo Puc è accaduto lo stesso, come mai?

“Credo che Cagnardi si sia sentito “messo da parte” dalla città che non lo ha più coinvolto nelle fasi di attuazioni del piano.

Il Puc di Cagnardi è di fatto uno strumento con pieni poteri, ma è mancata, e sono passati ormai sette anni, quella fase per mezzo della quale si passava dal disegno sulla carta alla realizzazione degli interventi.

E’ mancato il collegamento tra l’amministrazione di Avellino ed il progettista nella fase in cui avrebbe dovuto dare i suggerimenti utili affinché l’idea del Puc diventasse realtà, e cioè la fase in cui avrebbe potuto “guidare” gli interventi dell’amministrazione”.

E’ una mancanza non da poco, non le sembra?

Ugo Tomasone
“Credo che Cagnardi si sia sentito “messo da parte” dalla città che non lo ha più coinvolto nelle fasi di attuazioni del piano”

“Certamente. Gli uffici hanno avuto non poche difficoltà nella gestione degli interventi. Anche per la consueta riottosità di proprietari e condomini, in quanto non c’è stato un sistema di regole precise. Questo aspetto riguarda numerose aree della città, alcune molto grandi, come per esempio il Q9.

Adesso occorre recuperare il tempo perduto ora che abbiamo capito i motivi per cui il piano non ha avuto attuazione.

E dobbiamo veicolare quelle azioni affinché venano realizzate le previsioni di piano”.

Sul Parco Fenestrelle, per esempio, il Piano di Cagnardi aveva uno dei punti di forza ma ha trovato gli ostacoli maggiori. Sarà possibile realizzare l’asse da Monteforte ad Atripalda nel fondovalle?

“Quella del Parco del Fenestrelle rappresenta una felicissima intuizione e che condivido in pieno. Un’area di 60 mila metri quadrati dove però insistono numerose proprietà di piccoli coltivatori diretti che mai intenderanno trasferirsi altrove anche in virtù di premialità nelle costruzioni.

La soluzione passa attraverso la realizzazione di orti urbani, attraverso i quali garantiremo i passaggi pedonali, lasciando ai proprietari il consueto uso delle proprietà”.

Lei ha individuato nel “riuso” e nella “riqualificazione” le parole chiave della sua idea di gestione urbanistica della città. Cosa significa?

“Per riqualificazione degli spazi urbani intendo attribuire nuove funzioni agli spazi pubblici, da delocalizzare in alcune aree della città, facendo delle scelte precise e soprattutto avviando una ricognizione sulle aree urbane che possono accogliere nuove funzioni, come pure mettere mano ad un programma complessivo di mobilità sostenibile. Si parte dalla definizione delle piste ciclabili laddove l’orografia lo consente.

E’ impensabile che una sede stradale come quella del corso non abbia un percorso dedicato alle biciclette separato da quello pedonale anche solo mediante segnaletica orizzontale. Inoltre è ormai imprescindibile un sistema di trasporto pubblico più frequente tra le periferie e il centro cittadino.

Dal riuso di quanto già esiste in termini di patrimonio edilizio cittadino, invece, immagino di arrivare ad un piano di interventi che consentano di ristrutturare e rendere a norma il patrimonio abitativo cittadino che risulta ormai datato”.

Ugo Tomasone
“E’ impensabile che una sede stradale come quella del corso non abbia un percorso dedicato alle biciclette “

In pratica si tratta di nuovi investimenti, crede che ci sia la possibilità di chiedere un sacrificio ai cittadini?

“Intanto bisogna far capire che esiste un’ampia area della città, dal centro alle periferie, dove ci sono palazzi che hanno 50 anni e più ed un sisma sulle spalle.

Partiamo prima di tutto da una ricognizione, da un censimento per stabilire quali stabili devono necessariamente essere ristrutturati, adeguati alle nuove norme e se al sacrificio richiesto ai privati è possibile rispondere con una premialità in termini di cubatura.

Occorre fare un ragionamento condiviso con le associazioni professionali, con le associazioni dei consumatori e degli inquilini. Definire sia i bisogni sia le possibilità, non escludendo forme di finanziamento agevolato con gli istituti di credito”.

Da dove partirete?

“Credo che l’area di Rione Mazzini e rione San Tommaso, per tipologia di stabili esistenti e per densità di popolazione possa essere individuata come un’area pilota. Per la mappatura dell’esistente abbiamo avviato un ragionamento con gli ordini professionali che opereranno su base volontaria.

Ragioniamo sull’eventualità di proporre una premialità del 30% sulla cubatura esistente in cambio di un impegno alla ristrutturazione, all’adeguamento sismico ed all’efficientamento energetico. Avviando anche un ragionamento con gli istituti di credito per mutui agevolati a tassi bassissimi. Così possiamo chiudere definitivamente la pagina del post terremoto”.

Di recente, in una intervista rilasciata al nostro magazine, Antonio Gengaro ci ha “lasciato” due quesiti da trasferirle sulla questione urbanistica. Il primo riguarda la speculazione che ha avuto luogo negli ultimi anni ad Avellino, il secondo le ormai note inchieste della magistratura che hanno interessato gli uffici comunali riguardo agli interventi lungo la cortina del torrente san Francesco. Vuole rispondere?

“Con Piacere, sulla prima questione ritengo che Gengaro abbia ragione. Condivido l’idea che ci sia stata una speculazione evidente che sia stato consentito di edificare in zone B sature. E’ stata una decisione nei confronti della quale sono fortemente critico.

Per quanto concerne la vicenda giudiziaria credo che si risolverà in una bolla di sapone. Soprattutto per le responsabilità dei dirigenti e degli uffici comunali”.

Ugo Tomasone
“Ritengo che Gengaro abbia ragione. Condivido l’idea che ci sia stata una speculazione evidente che sia stato consentito di edificare in zone B sature”

Ecco, i dirigenti, altro aspetto spinoso. Non ritiene che da troppo tempo, al Comune di Avellino ci siano le stesse persone a dirigere gli stessi settori?

“Io credo che sia auspicabile una rotazione e tra l’altro ritengo che tale rotazione sarà attuata tra pochi giorni, soprattutto per il dirigente dello Sportello Unico e dell’Ufficio Piani e pianificazione.

Strumento che dia garanzia è stato inserito, ripristinata commissione edilizia professionisti nominati da ordini esterni nominati dagli ordini, dovrebbe dare garanzia alla procedura per i titoli autorizzativi per costruire”.

Tra le sue prime proposte c’è stata quella di riqualificare e rinfoltire il verde urbano: ce ne parli.

“Credo che bisogna “ripiantumare” viale Italia avendo individuato una soluzione al cancro colorato che ha colpito alcune piante. Viale Italia è la continuazione naturale di Corso Vittorio Emanuele.

Lo stesso dovrà avvenire lungo via Capozzi. Infine occorre attuare una pianificazione di manutenzione straordinaria e ordinaria sul verde storico, intendo la Villa Comunale e Villa Amendola.

Il verde è un tema identitario della città”.

Ugo Tomasone viene chiamato da Foti a fare l’assessore di una giunta di centrosinistra, ma lei non aveva simpatie di destra?

“Non ho mai fatto politica e continuo a non farla. Vede, per esempio, mi appassionano poco le polemiche di fazione e di schieramento, io sono a servizio delle azioni concrete, per dare un contributo nel fare, nel rispetto dei ruoli. Il rapporto con Foti, del resto, è ottimo, io ho registrato in lui determinazione, convinzione sulle cose da fare”.

Ugo Tomasone
“Credo che bisogna “ripiantumare” viale Italia avendo individuato una soluzione al cancro colorato che ha colpito alcune piante”.

E con suo fratello, esponente del Movimento 5 Stelle, il rapporto come è?

“Ottimo. Ci confrontiamo. Sempre su aspetti concreti”.

Quale città europea l’ha colpita di più dal punto di vista urbanistico?

“Sicuramente Amsterdam. Una città dove “non esistono” le auto, dove si avverte una sensazione meravigliosa, quella “dell’assenza di rumore”.

Ed in Italia?

“Trento, per la scelta di applicare le tecnologie all’edilizia attraverso esperienze straordinarie. Si pensi che nonostante le loro temperature rigide per buona parte dell’anno, loro hanno costi energetici bassissimi”.

Qual è stata la sua esperienza professionale più entusiasmante, il progetto che la ripagata al meglio degli sforzi e dell’impegno?

“Certamente la realizzazione dell’asilo nel campus di Fisciano, una struttura che è un esempio di impiego della bio architettura e dell’efficientamento energetico, secondo i canoni più moderni”.

(Intervista di Boris Ambrosone e Lino Sorrentini realizzata presso Giorgetti Studio in piazza Libertà ad Avellino – Foto di Alessandra Valentino – Si ringrazia per la collaborazione Sertura Vini d’Irpinia )

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